Stamani, durante una conferenza stampa in Consiglio Regionale, i consiglieri Tommaso Fattori e Paolo Sarti e Mauro Romanelli di Sinistra Italiana hanno prentato una banconota da cento euro con sopra stampata una foglia di marijuana e alcune semplici notizie, per sensibilizzare sulla necessità di approvare in tempi rapidi un testo di legge in materia, a partire dai vari testi depositati sin Parlamento e sui quali è iniziata la discussione in queste settimane nelle Commissioni.
I due consiglieri regionali sempre questa mattina hanno presentato una mozione allo scopo di impegnare la "Giunta regionale a farsi portavoce, nei confronti del Parlamento, dell’auspicio che i provvedimenti di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati possano avere un iter rapido e positivo".
“La banconota, molto divertente dal punto di vista grafico, serve per ricordare che la legalizzazione della cannabis potrebbe portare rilevanti entrate fiscali per lo Stato – diverse università le hanno stimate da 6 a 8,5 miliardi di euro annui – da utilizzare per politiche di prevenzione e di welfare” – dichiarano Fattori, Sarti e Romanelli.
“Oltre a questo - è stato sostenuto nel corso della conferenza stampa -, vi sarebbero effetti importanti sul contrasto alla criminalità, sottraendole un vasto e fecondo mercato, tanto è vero che è la stessa Direzione Nazionale Antimafia, nell’ultimo rapporto al Parlamento, a sollecitarne perlomeno la depenalizzazione in un quadro europeo”.
IL TESTO DELLA MOZIONE
Legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati
Il Consiglio Regionale
- Ricordato che nel mese di giugno 2016 sono iniziate presso le commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera le audizioni su diverse proposte di legge recanti disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati;
- Ricordato che tali proposte di legge hanno complessivamente la firma di oltre duecento parlamentari di varie forze politiche;
Ricordata la proposta di legge d’iniziativa popolare per la regolamentazione legale della produzione, consumo e commercio della cannabis e suoi derivati promossa dall’Associazione Luca Coscioni e da Radicali Italiani;
- Ricordato che nel 2014, la sentenza della Corte costituzionale n. 32 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli 4-bis e 4-vicies-ter del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 272, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2006, n. 59, cosiddetta legge Fini – Giovanardi, cancellando l’equiparazione tra le cosiddette droghe leggere, quali l’hashish e la marijuana, e quelle pesanti, come l’eroina e in genere gli oppiacei, la cocaina, le anfetamine e gli allucinogeni;
- Ricordato che nella Relazione del gennaio 2015 della Direzione nazionale antimafia i magistrati concludono, riguardo alle droghe leggere: “ (…) i dati statistici e quantitativi nudi e crudi, segnalano, in questo specifico ambito, l’affermarsi di un fenomeno oramai endemico, capillare e sviluppato ovunque, non dissimile, quanto a radicamento e diffusione sociale, a quello del consumo di sostanze lecite (ma, il cui abuso può del pari essere nocivo) quali tabacco e alcool” (..) “Dunque, davanti a questo quadro, che evidenzia l’oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo, spetterà al legislatore valutare se, in un contesto di più ampio respiro (ipotizziamo, almeno, europeo, in quanto parliamo di un mercato oramai unitario anche nel settore degli stupefacenti) sia opportuna una depenalizzazione della materia, tenendo conto del fatto che, nel bilanciamento di contrapposti interessi, si dovranno tenere presenti, da una parte, le modalità e le misure concretamente (e non astrattamente) più idonee a garantire, anche in quest’ambito, il diritto alla salute dei cittadini (specie dei minori) e, dall’altra, le ricadute che la depenalizzazione avrebbe in termini di deflazione del carico giudiziario, di liberazione di risorse disponibili delle forze dell’ordine e magistratura per il contrasto di altri fenomeni criminali e, infine, di prosciugamento di un mercato che, almeno in parte, è di appannaggio di associazioni criminali agguerrite”;
- Ricordato che l’approccio pragmatico sui limiti delle legislazioni proibizioniste della DNA è stato alla base della modifica della legislazione sulle droghe leggere negli Stati Uniti d’America, dove cresce rapidamente il numero degli Stati che hanno legalizzato la produzione e la vendita della marijuana per uso ricreativo;
- Ricordate le recenti e forti prese di posizione del Presidente della Regione Toscana a favore della legalizzazione della cannabis;
Considerato che l’esperienza degli Stati che hanno disciplinato in forma legale il mercato della marijuana dimostra che il numero dei consumatori non è per niente cresciuto, né è aumentato l’impatto sociale e sanitario direttamente o indirettamente connesso al consumo (si registrano anzi effetti positivi sul piano sociale e sanitario grazie al controllo della qualità delle sostanze vendute, e del contrasto delle organizzazioni criminali), mentre a crescere sono stati il reddito legale e il gettito fiscale del mercato legalizzato;
- Considerato quindi che la legalizzazione della cannabis anche in Italia, oltre a consentire un risparmio dei costi legati alla repressione penale del fenomeno e a riassorbire buona parte dei profitti criminali del mercato nero, genererebbe un gettito fiscale assolutamente consistente, valutando che, con una regolamentazione analoga a quella dei tabacchi, ingenti risorse potrebbero essere destinate sia a interventi di natura preventiva e riabilitativa rivolti ai consumatori di droghe e ai tossicodipendenti, sia a finanziare altri capitoli del bilancio pubblico.
Impegna la Giunta regionale
– A farsi portavoce, nei confronti del Parlamento, dell’auspicio che i provvedimenti di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati possano avere un iter rapido e positivo.
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