10 giugno 2006

Le bocce in Toscana

di Paolo Maggi *
264 pagine alla scoperta di società, impianti, passioni e vicende di uno sport "ad alta conviabilità pedagogica" che in Toscana conta 9 società e circa 3mila tesserati.
In libreria fresco di stampa ecco “Le bocce in Toscana” (Pisa, edizioni ETS 2006), un libro che attraverso 264 pagine con tabelle, illustrazioni a colori e in bianco e nero, oltre a offrire una panoramica sul mondo dello sport in Italia dagli anni ses- santa ad oggi, fornisce un dettagliato repertorio della situazione organizzativa e funzionale dello sport delle bocce in Toscana. Un vero e proprio viaggio attraver- so le società, i circoli, le strutture che formano il “mondo delle bocce” nella nostra regione che vanta quasi 3 mila tesserati, 69 società e organizza annualmente cir- ca 150 manifestazioni sportive. La presentazione del libro, tenuta nei giorni scor- si al Museo del Calcio di Coverciano a Firenze è stata anche un’occasione per par- lare di sport a tutto campo. Mentre l’assessore allo sport della Toscana Mariella Zoppi ha sottolineato come il gioco delle bocce sia “uno sport per tutti”, i suoi col- leghi alla Provincia e al comune di Firenze, Alessandro Martini ed Eugenio Giani hanno rilanciato. Martini definendolo uno sport “ad alta convivialità pedagogica, un vero e proprio antivirus contro la solitudine dei nostri tempi” e Giani dopo aver- ne ricordato le origini antiche e la diffusa pratica odierna, ne ha rivendicato un giu- sto riconoscimento oltre che a livello mediatico anche di strutture e a tal proposi- to ha annunciato che nell’area sportiva dell’Africo al Campo di Marte a Firenze, sarà presto realizzato un nuovo bocciodromo, adeguato alle necessità di Firenze e del suo territorio. “Uno sport con un’alta valenza sociale” - come ha rilevato anche il presidente regionale del CONI che ha approfittato per sottolineare “come oggi sia necessario dare visibilità agli aspetti positivi dello sport, la cosiddetta “quinta azienda del paese” che deve investire nei giovani e il CONI toscano, pro- prio per questo ha attivato con il Miur e la Regione progetti nella scuola che
coinvolgono circa 100mila bambini in attività tese non solo alla formazione di ottimi atleti, ma principalmente al- la formazione di bravissimi cittadini”. Il professor Claudio Catini dal suo can- to ha sottolineato fra l’altro come le bocce siano uno sport particolarmen- te adatto a combattere la sedentarietà e la solitudine, due acciacchi partico- larmente insidiosi nel nostro tempo per piccoli, giovani e adulti sia maschi che femmine. Il volume, a cura di Giaco- mo Viccaro è stato realizzato su inizia- tiva del Comitato Regionale Toscano della Fib (Federazione Italiana Bocce) presieduto da Giancarlo Gosti, con la partecipazione della Regione e del Co- ni Toscani si propone come una vera e propria novità editoriale nel campo di questa pratica sportiva e anche come un primo importante contributo alla realizzazione del “censimento” degli impianti sportivi toscani che Regione e Coni stanno elaborando.
* Articolo pubblicato sul numero 79 di Coopinforma (giugno 2006)

1 giugno 2006

Sapori e saperi del Mugello in una guida


di Paolo Maggi

In un libro i prodotti tipici, le ricette e i ristoranti del Mugello svelati in un appassionato viaggio che pagina dopo pagina svela anche le tradizioni culturali di questa terra generosa.
È la nuova guida “Sapori e Saperi nel Mugello” che fa parte della collana di pubblicazioni turistiche  sul territorio realizzate dalla Comunità Montana Mugello.
Sessantaquattro pagine che si aprono all’insegna di una rapida presentazione con riferimenti anche storici della gastronomia mugellana e che poi si addentrano alla scoperta dei vari prodotti tipici. La partenza è con il latte che viene commercializzato con il marchio Mugello e le stazioni successive sono la carne bovina, suina ed ovina, anche biologica, macellata nel Centro Carni Mugello della cooperativa agricola di Firenzuola. Dopo la descrizione delle tradizioni gastronomiche e delle ricette mugellane, dalla farinata con le leghe ai tortelli di patate attraverso la preparazione del “coniglio ripieno”, dello spezzatino di cinghiale in umido o della “torta in balconata”, la guida illustra anche la presenza delle aziende, degli esercizi commerciali, comune per comune, dove è possibile acquistare i prodotti tipici mugellani. Ugualmente importante la presenza per la prima volta dei ristoranti del territorio, dei quali non si segnala solo l’ubicazione ed il tipo di cucina, ma anche altri importanti elementi tra i quali il prezzo medio, il totale dei coperti, l’accessibilità per  portatori di handicap o la possibilità di introdurre animali.
Altra novità l’introduzione ad un nuovo prodotto del Mugello: il vino. Anche in questo caso si troverà la segnalazione delle aziende produttrici, dei vitigni utilizzati, delle etichette  prodotte nella vallata.  Non viene dimenticata tra le indicazioni enogastronomiche la confinante Strada dei vini Chianti Rufina e Pomino.

“Sapori e Saperi nel Mugello” è stata realizzata grazie al lavoro dell’ufficio di promozione turistica della Comunità Montana del Mugello e stampata in italiano in 20.000 copie.

3 marzo 2006

A Piancastagnaio lo scrigno dei giornali scolastici



di Paolo Maggi

Nel cuore di Piancastagnaio, vicino alla Rocca Aldobrandesca, esiste una raccolta di giornali unica in Italia. Si tratta dell’ emeroteca costituita dai giornali scolastici del premio “Penne Sconosciute”, che quest’anno festeggia i dieci anni di vita con circa 5mila i giornali realizzati dagli studenti delle scuole italiane, dalle elementari alle superiori.
Si tratta di una straordinaria testimonianza di quanto sia vitale la comunicazione fatta da e per i giovani che si va via via arricchendo. Il Comune, al quale è affidata la custodia di questa preziosa “miniera” di notizie, è in attesa, infatti, dell’arrivo di altri giornali, provenienti da con- corsi più giovani ma che pure trova- no in “Penne Sconosciute” un punto di riferimento: quello indetto dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti e quello di Mirabilandia “Giornalinoi”. L’emeroteca quindi si sta ampliando e sta diventando un centro di documentazione a tutti gli effetti. Chi voglia sapere come si sia indi- rizzata negli ultimi dieci anni la produzione giornalistica dei ragazzi italiani, quali siano state le notizie pre- ferite, quali pensieri e opinioni abbiano espresso i ragazzi sui grandi temi del momento (guerra, religione, sessualità ecc.), a Piancastagnaio può trovare davvero delle risposte. La mole enorme di articoli, spesso ottimi anche dal punto di vista delle regole giornalistiche (scrittura oggettiva, cronaca separata dalle opinioni, inchieste approfondite ecc.) rappresenta quindi una vera e propria informazione “alternativa”, la cui importanza sfugge agli operatori ufficiali della comunicazione giornalistica.
Di questa raccolta e delle caratteristiche della stampa giovanile in Italia, la giornalista Donatella Coccoli (autrice del libro “Penne Sconosciute. I giornali scolastici in Italia) ha parlato nel convegno organizzato dal Clemi (Centre de liaison de l’ einsegnement et des médias) alla Sorbona il 13 maggio 2005 e la relazione è stata pubblicata nel numero di novembre 2005 di una rivista indirizzata agli operatori dell’ educazione d’oltralpe, “Le Cahiers du Credam”).
Quali sono i risultati di questa ulte- riore ricerca effettuata su giornali scolastici di grandi città italiane (Milano, Roma e Torino)? L’attenzione all’ambiente circostante e la “rilettura” delle notizie ufficiali sono gli elementi che affiorano subito. Questo dimostra come oggi il giornale fatto a scuola sia vissuto e pensato come uno strumento per indagare la realtà, per informarsi informando. Il giornale quindi può essere annoverato benissimo in quel complesso “sistema solare” dei media per i giovani in cui i pianeti sono ormai molti: la radio, Internet con la sua costellazione di siti, chat, blog, il cellulare, la free press. Ormai varie ricerche dimostrano che l’informazione fornita da tv e quotidiani non piace più ai giovanissimi italiani: troppo “ingessata” e noiosa. Se ne accorgo- no i giornalisti e gli editori? Forse. Intanto l’ultima edizione del premio (alla fine di ottobre) con i laboratori didattici frequentati da un centinaio di ragazzi suddivisi tra giornalismo, videogiornale e blog, ha registrato un successo massmediologico inusuale: un’ intera pagina si “La Repubblica”, la ribalta dei microfoni di Baobab Rai Due, delle telecamere del TG3 Toscana, di due emittenti locali, del GT Ragazzi di Rai Tre e anche del Tg 1.

20 febbraio 2006

In marcia a Barbiana sulle tracce di Don Milani


In occasione della quinta marcia in difesa della scuola pubblica, che si svolgerà domenica 28 maggio,  anche un concorso che invita a rileggere la “Lettera a una professoressa”.

Paolo Maggi

“Senza bandiere e senza slogan, ognuno col suo passo” nella mattina di domenica 28 maggio, per il quinto anno consecutivo centinaia di persone s’incammineranno lungo la strada che da Ponte a Vicchio porta a Barbiana. “La Marcia” rinnova l’appuntamento con tutti coloro che intendono migliorare il sistema formativo nel nostro paese, per il rilancio della scuola per tutti e per ciascuno, per la garanzia dei diritti di cittadinanza sociale di tutte le ragazze e di tutti i ragazzi, per un futuro democratico e civile della scuola pubblica, camminando insieme, sulle tracce di Don Lorenzo Milani.
Quest’anno per la prima volta il comune di Vicchio e gli organizzatori della Marcia hanno anche bandito un concorso che invita a rileggere “Lettera a una professoressa” che il priore di Barbiana scrisse, insieme ai suoi allievi. Il libro prese le mosse dalla bocciatura di Enrico, detto “Il Faina”, nel giugno del 1966 al termine del primo anno della scuola superiore. Enrico aveva raggiunto la licenza media insieme a un gruppo di ragazzi della scuola di Barbiana, e con alcuni di loro si era poi iscritto all’istituto magistrale, per fare il maestro, proprio come Don Lorenzo. “Lettera a una professoressa” fu stampato dopo appena un anno e da allora rappresenta un vero e proprio manifesto del rifiuto di qualunque forma di selezione e dell’impegno per la trasmissione dei saperi critici. Il concorso, aperto a tutti, intende soprattutto essere un momento di sensibilizzazione sui temi dell’educazione democratica degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado.
“Non si tratta di un’operazione di pura memoria – puntualizzano gli organizzatori della Marcia e del concorso - ma del rilancio di un messaggio di speranza e di impegno culturale e civile.  Studenti, scuole, insegnanti e testimoni di significative esperienze educative sono invitati a  misurasi ancora con l’esperienza di questa lettura e a testimoniare la propria riflessione con la produzione di opere contenenti percorsi, approfondimenti, studi o racconti che partano dal messaggio di don Milani”. I lavori dovranno essere inviati per raccomandata A.R. o presentati direttamente entro il primo aprile 2006  (per le scuole) o il 15  (per gli altri), all’ufficio Cultura del Comune di Vicchio in via Garibaldi 1 nei giorni di martedì, mercoledì, giovedì e sabato dalle 8.30 alle 12.30 (martedì anche 14.30-19.30). Il giorno della Marcia di Barbiana, il 28 maggio 2006, le opere scelte dalla commissione saranno segnalate come “testimonianze previlegiate" ed esposte. In tale occasione ai loro autori saranno consegnate targhe ricordo.
In ogni caso, tutte le opere inviate costituiranno "un punto di partenza” per tutte le iniziative che tra il 2006 e il 2007 saranno messe in cantiere per celebrare non in modo retorico, ma attivo il quarantennale di “Lettera ad una Professoressa” e della morte di Don Lorenzo Milani. Per altre informazioni rivolgersi al Comune di Vicchio, ufficio Cultura, tel. 055 8439258, e-mail: cultura@comune.vicchio.fi.it.

A Palazzo Strozzi a Firenze si celebra l’uomo del Rinascimento


Dall’11 marzo al 23 luglio 2006 di scena la mostra “L’uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le arti a Firenze fra ragione e bellezza”.

Paolo Maggi

C’è probabilmente la mano di Leon Battista Alberti dietro “La città ideale”, il misterioso e suggestivo dipinto quattrocentesco, in passato attribuito a Piero della Francesca,  simbolo universale del classicismo e della perfezione formale del Rinascimento. A testimoniarlo è un disegno nascosto sotto la superficie pittorica del dipinto conservato nel Palazzo Ducale di Urbino,  venuto “alla luce” in seguito a ricerche effettuate con nuove tecniche diagnostiche. Il disegno è identico al dipinto, “un rarissimo caso di fotocopia monocroma”, come lo ha definito l’esperto internazionale di diagnostica Maurizio Saracini e che secondo Gabriele Morolli “prefigura alla perfezione forme, volumi e prospettiva dell'intera rappresentazione rivelando l'opera non di un pittore, ma di un architetto come Alberti”. Ma c'è di più: «Gli edifici rappresentati - aggiunge Morolli - non solo sono fedeli trascrizioni di architettura descritte nel trattato albertiano "De Re Aedificatoria", ma citano anche note opere di Alberti, in particolare Palazzo Rucellai e la facciata di Santa Maria Novella a Firenze, il tempio Malatestiano a Rimini. Niente ci proibisce dunque di pensare che Alberti abbia realizzato il disegno e che altri lo abbiano colorato». Si tratta di una delle sorprendenti, recenti acquisizioni intorno all’opera enciclopedica e spettacolare di Leon Battista Alberti che faranno parte delle circa 200 opere della mostra “L’uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le Arti a Firenze tra Ragione e Bellezza” che dall’11 marzo al 23 luglio 2006 si terrà in Palazzo Strozzi a Firenze.
 La rassegna a cura di Cristina Acidini e Gabriele Morolli propone opere in gran parte di Alberti e di grandi artisti sui quali si è esercitato l’ascendente delle sue teorie come Donatello, Ghiberti, Beato Angelico, Bernardo Rossellino, Andrea Del Castagno, lo Scheggia, Filippino Lippi, Filarete, Verrocchio, Botticelli, e molti altri. Si tratta di 34 dipinti, 22 disegni, 30 sculture o rilievi, 4 elementi architettonici, 11 gessi, 231 manufatti fra tessuti, modellini e oreficerie, 6 medaglie, 20 manoscritti, 5 lettere, 13 volumi a stampa. Tra i pezzi più ghiotti anche alcuni straordinari Donatello: la Madonna con Bambino eccezionalmente prestata dal Louvre, il Banchetto di Erode dal musèe des Beaux Art di Lille, la Madonna col bambino e Angeli del Victoria and Albert Museum. Ma anche la Presa di Troia del Maestro di Apollo e Dafne prestata dalla New York University, la placchetta ritenuta Autoritratto di profilo di Alberti della National Gallery di Washington, la Calunnia di Botticelloi dagli Uffizi, l’Armadio degli argenti di Beato Angelico dal Museo di San Marco e La città ideale, da Urbino.
Un apporto particolarmente importante alla mostra è dato da un gruppo di documenti inediti provenienti dagli archivi familiari che consentono di ricostruire il sofferto rapporto che Alberti ebbe con la famiglia. In particolare un albero genealogico su pergamena gualcita di 14 centimetri per 25. Un vero piccolo tesoro apparentemente insignificante, che per secoli non aveva attirato l’attenzione degli studiosi, ma che oggi si è rivelato estremamente importante, scritto da Leon Battista Alberti in persona e che sarà esposto per la prima volta in Palazzo Strozzi.
La mostra che si tiene a conclusione della manifestazioni per il VI centenario della nascita di Leon Battista, promossa e prodotta dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con il patrocinio del Presidente della Repubblica, oltre a candidarsi come l’evento artistico fiorentino del 2006, sarà una pietra miliare per capire meglio “quest’uomo del Rinascimento” attraverso le innumerevoli testimonianze architettoniche, pittoriche, matematiche, chimiche, musicali.
Di notevole pregio anche il catalogo realizzato da Mandragora e Maschietto editore, che insieme gestiscono anche il bookshop della mostra. Le due case editrici fiorentine si sono unite in doppio marchio “per affermare – hanno sottolineato i due editori Mario Curia e Federico Maschietto  la comune volontà di costruire una realtà cittadina in grado di confrontarsi con i maggiori competitori nazionali”.
La mostra rimarrà aperta tutti il venerdì dalle 9 alle 23 e gli altri giorni dalle 9 alle 20 (info Sigma C.S.C. tel. 055 2469600).