13 luglio 2018

Ecomafie 2018: la Toscana al 6° posto


Boom di sequestri, arresti, denunce e infrazioni. 
Nonostante nella lotta contro le
ecomafie si stia percorrendo la strada giusta con la legge in vigore sugli ecoreati, ci sono ancora molte criticità da affrontare e sanare. I numeri e le storie del Rapporto Ecomafia 2018 sono stati presentati oggi, nel corso di una conferenza stampa da Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana, di Nino Morabito, Coordinatore Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, don Andrea Bigalli, Referente regionale di Libera e del colonnello Luigi Bartolozzi, Comandante dei Carabinieri Forestale di Firenze.
La Toscana si conferma tra le regioni più colpite nella classifica nera degli ecoreati, subito dopo Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio ovvero le regioni tradizionalmente con più presenza mafiosa, mantenendo la posizione più alta in classifica tra le regioni del centro-nord, resta stabile al 6° posto nella classifica nazionale. A parlare ancora una volta sono i numeri: 2.138 infrazioni accertate (corrispondenti al 7,1% sul totale dei reati accertati su scala nazionale). In linea generale, quest’anno si registra un peggioramento nel settore del cemento illegale (sale dal 7° al 6° posto) e in quello dei rifiuti dove, sempre in negativo, sale dal 6° al 4° posto nella classifica italiana. Peggiora lo status toscano anche su archeomafie e incendi dolosi.
Il rapporto ECOMAFIA 2018 evidenzia che rispetto allo scorso anno in Toscana sale il numero di denunce (da 1.484 a 2.222) e di arresti (da 0 a 14) e dei sequestri (da 292 a 412). Legambiente ha raccolto ed elaborato i dati relativi all’applicazione della legge 68/2015 al 31 dicembre 2016 da parte delle Forze di polizia e delle Capitanerie di porto. Nel 2016, grazie alla legge 68, stando alle elaborazioni della nostra associazione, le forze di polizia hanno contestato ben 574 ecoreati, più di uno e mezzo al giorno, denunciando 971 persone fisiche e 43 giuridiche (aziende), emettendo 18 ordinanze di custodia cautelare e sequestrando 133 beni per  un valore che sfora i 15 milioni di euro. «Quello che emerge è un quadro di aggravamento della situazione, che non può spiegarsi con la sola motivazione di una robusta (e quindi evidente) azione di contrasto messa in opera da magistrati e forze di polizia – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – Ci sono dati convergenti in tutte le aree di interesse della criminalità ambientale. Si tratta di un trend in crescita che tocca i rifiuti come il ciclo del cemento, per non parlare degli incendi, per i quali per il 2017 può a buon diritto esser coniato l’epiteto di annus horribilis!»

CICLO DEI RIFIUTI
Per quanto riguarda le attività organizzate di traffico illecito dei rifiuti  la nostra regione sale al 4° posto nella classifica nazionale, con cifre a dir poco preoccupanti: 539 infrazioni accertate nel 2017, il 7,4% del totale nazionale; aumentano anche le persone denunciate (779), gli arresti (10) e i sequestri effettuati (218). Su scala provinciale le maggiori criticità si evidenziano nella provincia di Firenze (74 infrazioni accertate, 1,8% su totale nazionale, 101 denunce), seguita da Livorno (41 infrazioni accertate, 1% su totale nazionale, 72 denunce) e da Siena  (34 infrazioni accertate, 0,8% su totale nazionale, 48 denunce).
CICLO DEL CEMENTO
Il mattone selvaggio è servito, in alcuni contesti, per spalancare le porte alle ditte in odore di mafia. Quest’anno la Toscana sale dalla settima posizione alla sesta, aumentano anche le infrazioni accertate: da 222 a 251, (il 6,4 % sul totale nazionale), delle persone denunciate (428); diminuiscono invece i  sequestri effettuati (da 61 a 50).
PIRATI DI BIODIVERSITÀ
Racket degli animali, bracconaggio, commercio illegale di specie protette, allevamenti illegali, pesca di frodo, ma anche (viste le nuove norme) maltrattamento degli animali di affezione. La Toscana, scende al 7° posto della classifica, con 354 infrazioni accertate, con una percentuale sul totale del 5,1%, 318 denunce, 83 sequestri.
L’ARTE RUBATA (ALIAS “ARCHEOMAFIE”)
A presidiare la classifica nazionale, come una delle regioni maggiormente colpite dai ladri di opere d'arte troviamo la Toscana (3° posto, con 85 furti corrispondenti all’11,8% del totale nazionale) che insieme al Lazio e alla Campania guida la classifica delle regioni con il maggior numero di opere trafugate.
INCENDI DOLOSI
La siccità più grave della nostra storia recente ha determinato un’impennata delle statistiche. La Toscana, infatti, sale in negativo di una posizione, dal 5° al 4° posto nella classifica nazionale con ben 576 infrazioni accertate (8,8% sul totale), 98 denunce, 1 arresto e 18 sequestri.
SHOPPER ILLEGALI
È ancora allarme sugli shopper fuori legge, che inquinano ambiente e mercato, con sacche di illegalità diffuse in tutto il paese.

Le Proposte di Legambiente:

• Mettere in campo una grande operazione di formazione per tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e Capitanerie di porto, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, polizie municipali ecc.) sulla Legge 68/2015 che deve essere conosciuta nel dettaglio per sfruttarne appieno le potenzialità.
• Sempre con riferimento alla legge 68 occorrerebbe rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista sia nella legge sugli ecoreati, che in quella che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente. Allo stesso tempo è necessario completare l’iter di definizione dei decreti attuativi del Ministero dell’ambiente e della presidenza del Consiglio dei ministri per rendere pienamente operativa la Legge 132/2016 che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente (SNPA).
• Semplificare l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive, avocando la responsabilità delle procedure agli organi dello Stato (es. Prefetti), ed esonerando da tale onere i responsabili degli uffici tecnici comunali e, in subordine, soggetti che ricoprono cariche elettive, ovvero i Sindaci.
• Approvare il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette inserendo – all’interno dello stesso nuovo Titolo VI bis del Codice Penale – un nuovo articolo che prevede sanzioni veramente efficaci (fino a sei anni di reclusione e multe fino a 150.000 euro) per chi si macchia di tali crimini.
• Suscita perplessità il nuovo istituto giuridico della non punibilità per particolare tenuità dell’offesa introdotto dal Dlgs 16 marzo 2015, n. 28, che soprattutto nel caso dei reati ambientali contravvenzionali rischia di vanificare molti procedimenti aperti. Per scongiurare tale rischio chiediamo che venga quanto meno esclusa l’applicabilità al caso dei reati ambientali.
• Nell’ottica di garantire migliore protezione al nostro patrimonio storicoculturale, occorre rivedere il quadro normativo, partendo dal dato di fatto che, se si esclude il delitto di ricettazione – che è quello che si prova a contestare nei casi più eclatanti e che prevede una sanzione massima di otto anni – il rimanente quadro sanzionatorio in mano agli inquirenti è ancora troppo generoso per i trafficanti. 
• Sul fronte agroalimentare, a nostro avviso, bisognerebbe riprendere la proposta di disegno di legge del 2015 sulla tutela dei prodotti alimentari della Commissione ministeriale presieduta dall’ex procuratore Gian Carlo Caselli, che introduceva una serie di nuovi reati che vanno dal “disastro sanitario” all’“omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose” dal mercato.
• L’accesso alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, dovrebbe essere gratuita e davvero accessibile. 
• Chiediamo inoltre al parlamento di istituire al più presto le Commissioni d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulla vicenda dell’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin.
Pao. Ma.

7 luglio 2018

Donne in voga con il Dragon Boat Festival

Ho vissuto marginalmente ma con molto cuore la storia delle Florence dragon

lady.  Dapprima nel momento della loro costituzione quando collaboratore di Vittoria Franco, allora presidente della Commissione cultura del senato le fondatrici della “squadra” intraprendevano i primi passi di un formidabile percorso per combattere il tumore al seno e anche l’isolamento che troppo spesso l'accompagna. Grazie a quelle persone, quelle donne la sfida contro il tumore diventava così una sfida che esondava dagli ambienti di cura per navigare oltre che nelle acque di fiumi, laghi e mari anche nella consapevolezza di tutti e tutte su una vita tutta da vivere in ogni condizione, anche in quelle terribili in cui “l’agenda si fa tutta bianca”. La Florence Dragon lady Lilt ha portato in questi giorni a Firenze il
Florence Dragon Festival per la prima volta nel nostro continente.
Il primo Festival è stato nel 2005 a Vancouver in British Columbia (Canada), il secondo nel 2007 in Australia e il terzo nel 2010 ancora in Canada. La quarta edizione  Dragon Boat Festival organizzato dalla Commissione internazionale Donne in Rosa (International Breast Cancer Paddler Commission IBCPC) si è tenuta dal 24 al 26 ottobre 2014 a Sarasota in Florida. Il festival rappresenta  la più importante occasione d'incontro e condivisione per donne in rosa (operate di tumore al seno) di tutto il mondo e anche un momento speciale di confronto fra operatori del settore, medici, psicologi, fisioterapisti e sportivi.
Il dragon boat è una disciplina sportiva diffusa in tutto il mondo che prevede gare su imbarcazioni standard lunghe 12,66 metri con la testa e la coda a forma di dragone. Queste imbarcazioni sono spinte da 20 atlet*, 10 a destra e 10 a sinistra, con pagaie simili a quelle della canoa canadese, al ritmo scandito del tamburino mentre il timoniere a poppa tiene la direzione con un remo lungo circa tre metri.
Le sue origini risalgono ad oltre 2000 anni fa quando, narra la leggenda, il poeta e statista cinese Qu Yuan si gettò nel fiume Mi-Lo con un atto disperato per protestare contro le vessazioni cui veniva sottoposto il suo popolo dal governo di allora. I pescatori, saputa la notizia, si lanciarono con grandi barche alla ricerca del corpo di Qu Yuan sbattendo con forza le acque con i remi per allontanare i pesci. Da allora è nata una tradizione che ricorda quel giorno e si celebra in tutto l'Oriente il quinto giorno della quinta luna con il Festival di Dragon Boat.
Il progetto “Abreast in a boat” è stato ideato in Canada nel 1996 da medici sportivi per verificare la teoria tradizionalmente sostenuta in ambiente medico che era necessario per le donne operate di tumore al seno evitare attività sportive ripetitive e faticose che impegnassero la parte superiore del corpo per prevenire il linfoedema, un doloroso e inabilitante rigonfiamento delle braccia e del torace. Le prime 24 donne che avevano avuto un tumore al seno si allenarono per sei settimane a pagaiare, parteciparono all’International Dragon Boat Festival del giugno 1996 a Vancouver. Nessuna di loro presentò in seguito linfoedemi. La prima apparizione di questo sport in Italia è stata nel 1988 sul laghetto romano dell’Eur, attuale sede della Federazione Italiana Dragon Boat FIDB costituita il 10 maggio del 1997.
Dal 1996 si sono formati centinaia di  equipaggi in tutto il mondo composti da donne operate di tumore al seno. Molte di loro partecipano alle regate internazionali e a raduni locali, diffondendo un messaggio di speranza e gioia di vivere.
La Florence Dragon Lady-Lilt è stata per bene due volte campione d’Italia.
Ho visto Firenze e l'Arno invasi da mille colori, linguaggi, vesti e travestimenti, ho ricevuto sorrisi, abbracci, baci. Grazie.
pao. ma.
vedi anche
https://paomaggiblog.blogspot.com/2014/07/la-florence-dragon-lady-si-conferma.html