5 dicembre 2005
A Larciano la "nursery" delle piante acquatiche
Nei pressi di Larciano il Centro di Ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio, ha realizzato un piccolo vivaio nel quale vengono coltivate alcune specie di piante acquatiche che han- no particolari difficoltà ad essere conservate in Toscana. Il vivaio delle idrofite, in pratica un piccolo stagno, che ha il duplice scopo di conservare le specie più rare e fornire piante di origine locale da utilizzare in progetti di rinaturalizzazione, è stato realizzato in località Rio di Bagno- lo, nel comune di Larciano, all’interno dell’area contigua alla Riserva Naturale del padule di Fucecchio, in una zo- na che presenta caratteristiche favorevoli, sia dal punto di vista idrogeologico sia per la facilità di accesso, inserita in un contesto paesaggistico-ambientale di notevole pregio, fra aree boschive, seminativi e la Paduletta di Ramone, e che offre anche la possibilità di definire un percorso di visita in grado di conciliare aspetti storico culturali e aspetti naturalistici. Nelle vicinanze si trovano infatti sia il punto sosta attrezzato di Vincio Vecchio (Stabbia), incentrato sui temi della bonifica storica e dell’importanza di siepi e alberete nel paesaggio agrario, sia il futuro “Museo delle tradizioni contadine della Valdinievole”. Lo stagno, le cui piante provengono esclusivamente dal bacino del padule di Fucecchio e da zone limitrofe, è caratterizzato da tre gradoni posti a profondità diverse rispetto al piano di campagna, in grado di soddisfare le esigenze di specie acquatiche proprie di differenti cinture di vegetazione.
L’intervento complessivo di sistemazione dell’area prevede anche la realizzazione di uno stagno più grande, progettato anche come luogo di sosta e di alimentazione per l’avifauna palustre, che verrà attrezzato con un osservatorio per il birdwatching.
L’idea della realizzazione del vivaio è nata nel corso dei lavori di recupero ambientale in alcune aree protette, nell’ambito del progetto “Lungo le rotte migratorie” quando è emersa la difficoltà di reperire le piante per le opere di rinaturalizzazione.
13 novembre 2005
Nelle Coop del Valdarno e della Val di Sieve sempre più prodotti locali
10 novembre 2005
Toscana la leadership dell'Agriturismo
OGM Free per una Toscana sempre più competitiva
Paolo Maggi
La conferma che la strada imboccata dalla Toscana sia quella giusta ci viene dai risultati. 'Nel 2004 - ha detto il presidente Martini - l'agricoltura toscana ha registrato un aumento del 4% dell'occupazione, una crescita delle esportazioni del 7% e quasi del 20% della produzione agricola vendibile. Un salto in avanti che è stato fatto proprio puntando sulla qualità e tipicità dei prodotti. Grazie a questo modello oggi certi prodotti il consumatore li trova solo qui; deve venire in Toscana per trovarli. Cosa che invece la contaminazione con Ogm ci farebbe perdere'.Un'affermazione che Martini ha dimostrato concretamente tirando fuori a sorpresa da un cesto una pannocchia di mais geneticamente marcato, con chicchi di color viola, prodotto nel Centro di sperimentazione Arsia di Cesa, Valdichiana (una struttura per la sperimentazione in ambiente isolato di coltivazioni ogm, la cui finalità è quella di studiare l’impatto di tali coltivazioni su ambiente, produzioni, salute dei consumatori), e poi ha mostrato altre due pannocchie autoctone che rivelavano una forte contaminazione - con metà chicchi di colore giallo e metà viola - nonostante fossero state coltivate nei campi vicini, a soli 50 metri di distanza da quelle marcate. 'E' la prova di come gli Ogm - ha detto ancora il presidente - possano distruggere il nostro patrimionio genetico.Un rischio tanto più forte quanto più piccole sono le aziende agricole. E quelle toscane sono caratterizzate da microdimensioni, con un media di 6 ettari ciascuna, il che fa della Toscana un territorio assolutamente non adatto agli Ogm'. E' sulla salvaguardia delle tipologie autoctone che la Toscana ha contribuito a costituire una rete di regioni europee Ogm-free. Finora hanno già aderito 30 Regioni e altre 10 sono in lista di attesa. 'Anch’io condivido il principio del 'vietato vietare' - ha detto Martini, rivolgendosi in particolare agli agricoltori in maglietta bianca venuti fin da Pordenone per protestare contro una politica che vede la Toscana alleata con il ministro delle politiche agricole, Gianni Alemanno – ma sono anche dell’idea che è 'vietato imporre’ l’uso degli Ogm senza sapere prima ed esattamente dove questa strada possa portare la nostra agricoltura e quali effetti produce alla salute'.
A Larciano la “nursery” delle piante acquatiche
Nei pressi di Larciano il Centro di Ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio, ha realizzato un piccolo vivaio nel quale vengono coltivate alcune specie di piante acquatiche che hanno particolari difficoltà ad essere conservate in Toscana. Il vivaio delle idrofite, in pratica un piccolo stagno, che ha il duplice scopo di conservare le specie più rare e fornire piante di origine locale da utilizzare in progetti di rinaturalizzazione, è stato realizzato in località Rio di Bagnolo, nel comune di Larciano, all’interno dell’area contigua alla Riserva Naturale del padule di Fucecchio, in una zona che presenta caratteristiche favorevoli, sia dal punto di vista idrogeologico sia per la facilità di accesso, inserita in un contesto paesaggistico-ambientale di notevole pregio, fra aree boschive, seminativi e la Paduletta di Ramone, e che offre anche la possibilità di definire un percorso di visita in grado di conciliare aspetti storico culturali e aspetti naturalistici. Nelle vicinanze si trovano infatti sia il punto sosta attrezzato di Vincio Vecchio (Stabbia), incentrato sui temi della bonifica storica e dell’importanza di siepi e alberete nel paesaggio agrario, sia il futuro “Museo delle tradizioni contadine della Valdinievole”. Lo stagno, le cui piante provengono esclusivamente dal bacino del padule di Fucecchio e da zone limitrofe, è caratterizzato da tre gradoni posti a profondità diverse rispetto al piano di campagna, in grado di soddisfare le esigenze di specie acquatiche proprie di differenti cinture di vegetazione. L’intervento complessivo di sistemazione dell’area prevede anche la realizzazione di uno stagno più grande, progettato anche come luogo di sosta e di alimentazione per l’avifauna palustre, che verrà attrezzato con un osservatorio per il birdwatching.
L’idea della realizzazione del vivaio è nata nel corso dei lavori di recupero ambientale in alcune aree protette, nell’ambito del progetto “Lungo le rotte migratorie” quando è emersa la difficoltà di reperire le piante per le opere di rinaturalizzazione.
3 novembre 2005
Liberata tartaruga marina.
28 ottobre 2005
73mila animali vittime di reati
Ma il rapporto tra residenti e casi accertati rivela una realta’ diversa: e’ la Liguria, infatti, la regione dov’e’ piu’ frequente la violazione delle leggi a tutela degli animali, seguita da Umbria e Val d’Aosta. La ricerca rivela anche che cani e gatti non sono i maggiormente esposti alla ferocia umana, bensi’ gli uccelli che piu’ di tutti subiscono uccisioni e maltrattamenti. In valore assoluto dei 72.8\12 animali vitime, ben 40.810 (pari al 56 per cento del totale), sono stati uccisi. Tra questi, 691 cani (rispetto ai 4.402 esemplari coinvolti) e 623 gatti (rispetto a 1.064). Si maltratta e si uccide nelle città, il 40,8 per cento dei casi accertati, nelle aree extraurbane, campagne o boschi (37,8 per cento) e nelle abitazioni o aree condominiali (21,4 per cento).
Pao. Ma.
10 ottobre 2005
I sapori di Toscana nelle ricette delle donne di Incisa
di Paolo Maggi *
Dopo aver preso per la gola migliaia di persone nel corso delle gustose sagre che costellano in lungo e in largo il territorio di Incisa Val d'Arno, Milena, Adriana, Bianca e tante altre donne, del locale circolo Arci, adesso tendono l'agguato, ovviamente gastronomico, ai palati dei tanti turisti in visita in questo magnifico pezzo di Toscana.
Hanno infatti ideato e realizzato con il contributo di Coop Incisa, la pubblicazione “Sapori di Toscana” che ricetta dopo ricetta accompagna il lettore alla scoperta dei più tipici piatti toscani e Valdarnesi in particolare. Si tratta di un’irresistibile invito a mettersi ai fornelli, ma anche e soprattutto a tavola per assaporare quanto di meglio la tradizione gastronomica della nostra regione ha concepito per soddisfare anche i palati più esigenti.
Crostini e salumi, minestra di fagioli, tagliatelle al sugo di coniglio, topini burro e salvia, Panzanella, minestra di Pane o Ribollita, pappa al pomodoro, ma anche Fegatelli di maiale alla valdarnese, trippa alla fiorentina e fagioli all'olio sono piatti oggetto delle ricette, descritte in italiano, inglese e tedesco, corredate da splendide fotografie, che insieme a una puntatina sui “segreti della griglia” si succedono sulle pagine dell'opuscolo.
Le ricette dedicate alle persone amanti delle tradizioni locali e del buon gusto, del mangiare sano e genuino, che per turismo o per lavoro sostano in queste zone, sono realizzate con prodotti scelti tra le aziende locali che forniscono la Coop Incisa.
L'opuscolo, stampato in migliaia di copie viene distribuito gratuitamente presso l'ufficio dell'APT situato all'uscita dell'Autosole di Incisa e presso tutti i campeggi e gli agriturismi della zona.
Minestra di Pane o Ribollita
Ingredienti per 6 persone: 1 ciuffo di cavolo nero; ¼ di cavolo di verza; 1 cipolla; 2 carote; 2 gambi di sedano; rosmarino e aglio; 600 gr. Di fagioli cannellini Coop; Pomodori pelati o conserva Coop; olio extra vergine di oliva f.lli Sordi; sale e pepe; 400 gr. pane toscano casalingo raffermo (panificio Pieralli).
Utilizzare una pentola con capacità di lt. 2,5.
Preparazione: lessare i fagioli in acqua fredda. In una pentola far rosolare tutti gli odori con abbondante olio, aggiungere i fagioli con l’acqua di cottura e passarli al setaccio con pomodoro o conserva, livellando la pentola di acqua. Portare a ebollizione e aggiungere cavolo nero e cavolo di verza, cuocendo a fuoco lento per circa 2,30 ore. Tagliare a fette il pane raffermo e in un recipiente di coccio alternare uno strato di pane alla zuppa fino a inzuppare il tutto. Far riposare 30 minuti prima di servire aggiungendo olio. Riscaldata il giorno dopo è la vera ribollita.
Vino consigliato: Chianti Poggio Felice
Pappa al Pomodoro
Ingredienti per 4 persone: 300 gr. Di pane casalingo raffermo del panificio Pieralli; 500 gr. Di pomodori maturi o pelati; 4 spicchi d’aglio; basilico; 1 litro di brodo; olio extra vergine di oliva f.lli Sordi; sale e pepe.
Preparazione: in una pentola, rosolate l’aglio in abbondante olio e appena accenna a prendere colore, unite i pomodori pelati e tagliuzzati con abbondante basilico. Salare, pepare e far cuocere per 30 minuti. Versare il brodo bollente e quando spicca il bollore unite il pane tagliato a fettine sottili. Far cuocere girando spesso, poi spengere il fuoco. Servire calda (mai bollente) o tiepida con abbondante olio a crudo.
Vino consigliato: Chianti Poggio Felice.
Fegatelli di Maiale alla Valdarnese
Ingredienti per 4 persone: 400 gr. Di fegato di maiale; 200 gr. Di rete di maiale; 1 spicchio d’aglio; semi di finocchio selvatico; foglie di alloro; olio extra vergine di oliva f.lli Sordi; sale e pepe.
Preparazione: pestate i semi di finocchio e lo spicchio d’aglio e mescolate con sale e pepe. Tagliate il fegato a pezzetti e passateli nel condimento e quindi avvolgeteli con cura nella rete,dopo averla fatta rinvenire in acqua calda. Posate i fegatelli su di una teglia spillati con uno stecchino e le foglie di alloro. Irrorateli poi con un filo d’olio e cuocerli in forno caldo per circa 15 minuti.
Vino consigliato Chianti Classico Castello di Uzzano.
* articolo pubblicato sul n. 76 di Coopinforma, ottobre 2005
Sapere: un diritto che inizia con la nascita
di Paolo Maggi *
“Un unico percorso formativo da zero a sei anni con asili nido e scuole per l’infanzia inseriti nel sistema educativo pubblico” è in estrema sintesi la “rivoluzione” del sistema educativo ideata dai Democratici di Sinistra e trasformata in una proposta di legge d’iniziativa popolare.
“Vogliamo affermare – ha spiegato Anna Serafini, responsabile DS per l’Infanzie e presidente della Consulta per l’infanzia e l’adolescenza Gianni Rodari nel presentare la proposta di legge – il diritto di ogni bambino all’educazione, alla vita di relazione, al gioco e alla cura.
Tutti i bambini, dalla nascita, senza alcuna distinzione, devono poter sviluppare le proprie potenzialità di relazione, di autonomia, di creatività e apprendimento, in un contesto educativo, affettivo e di gioco, pensato per accoglierli e sostenerli”.
Punto focale del Disegno di legge dal nome “Il diritto delle bambine e dei bambini all’educazione e all’istruzione dalla nascita a sei anni”, definito Zeroseianni, è quello di trasformare l'asilo nido da servizio sociale a domanda individuale a servizio educativo, prevedendo un unico processo formativo da zero a sei anni. Nido e scuola dell'infanzia diventano dunque parte integrante del sistema educativo e formativo pubblico nazionale con l'obbligo di eliminare le liste di attesa. Tutto questo richiede un notevole investimento di risorse sociali ed economiche. A tal fine e per ridurre i costi delle famiglie, è prevista fra l’altro l’istituzione di un Fondo per i diritti dell’infanzia e di un Piano di finanziamenti per la creazione e la gestione dei nidi e per la generalizzazione delle scuole dell’infanzia in tutto il territorio nazionale. “Una legge per far crescere i diritti dei bambini e metterli al centro dell’educazione in un’Italia sempre più in Europa”, ha dichiarato la senatrice Vittoria Franco, fra le promotrici del disegno di legge, nel corso della conferenza stampa di lancio della raccolta delle firme.
Vittoria Franco |
In Toscana così come nel resto del paese si sono formati comitati composti da partiti politici, associazioni, genitori, insegnanti e studenti di ogni orientamento e strato sociale per raccogliere le firme in sostegno del Disegno di legge. Il 2 giugno prossimo scade il termine utile per presentare le 50 mila firme necessarie per iniziare l’iter parlamentare. L’obiettivo è di raccoglierne molte di più, oltre le 100 mila entro il 20 di maggio, in modo da avere anche tutto il tempo necessario per poter svolgere tutte le operazioni di verifica e vidimazione.
In ogni città, paese, davanti a scuole e luoghi di lavoro, nei mercati e centri commerciali già da tempo sono spuntati banchetti per la raccolta delle firme. Ad animarli giovani e non che oltre a raccogliere firme cercano di spiegare alla gente che “quanto più i bambini, fin da piccolissimi, vivono in un contesto cognitivo e sociale adeguati quanto più saranno in grado di non abbandonare la scuola e di vincere le sfide nei gradi successivi dell’istruzione. Solo creando eguali opportunità possono essere valorizzati tutti i talenti, quale che sia la provenienza sociale”. Per saperne di più cliccare su http://www.consultarodari.org/frameset.htm, oppure http://www.vittoriafranco.it/.
* Articolo pubblicato sul numero 76 di Coopinforma (ottobre 2005)
Pienza festeggia il VI centenario della nascita di Papa Pio II
Paolo Maggi *
© foto paolo maggi |
L’apoteosi si raggiungerà il 18 ottobre, ma le celebrazioni si stanno rincorrendo ormai da tempo a Pienza, ma non solo, per festeggiare il VI centenario della nascita di Pio II, il papa fondatore della splendida cittadina della Valdorcia.
Enea Silvio Piccolomini, diventato papa nel 1458 col nome di Pio II, volle infatti trasformare il borgo medievale di Corsignano, dove era nato il 18 ottobre del 1405, in residenza papale in stile rinascimentale.
L’abitato, rimasto pressoché immutato nel tempo entro il perimetro delle mura costituisce un esempio unico di urbanistica Quattrocentesca, realizzata secondo concetti urbanistici che si rifanno alla città ideale della cultura umanistica.
I lavori durarono poco più di tre anni ed il 29 Agosto 1462 per la festività di San Giovanni Battista Pio II consacrava la Cattedrale e inaugurava la nuova città di Pienza.
Del progetto originario del 1459 ideato da Bernardo Gambarelli, detto il Rossellino oggi si possono ancora ammirare molti palazzi che si affacciano soprattutto lungo il corso Rossellino e piazza Pio II, vero e proprio cuore pulsante della cittadina, che vanta oltre la Cattedrale dell’Assunta, palazzo Piccolomini, palazzo Borgia e Jouffroy, il palazzo Comunale, palazzo Ammannati e il caffè “La Posta”. Uno strano destino volle che né Pio II nè il Rossellino poterono godere a lungo della loro creatura: morirono entrambi a distanza di due mesi l'uno dall'altro nel 1464.
Nell’ambito delle celebrazioni del Papa fondatore di Pienza, anche la mostra “E’ nato qui”, racconto grafico-cromatico di Aleardo Paolucci. Inaugurata il 17 settembre la rassegna rimarrà aperta nelle splendide sale di Palazzo Piccolomini fino al 6 novembre prossimo. Totalmente pensata e realizzata da Aleardo Paolucci, come omaggio riconoscente a Pio II, ben prosegue la Rassegna dei Grandi Maestri dell’Arte italiana, che si tiene a Pienza ininterrottamente dal 1973.
L’autore, con una narrazione riccamente cromatica e affabulante, presenta in 56 opere, tutte assolutamente originali, le vicende di Enea Silvio Piccolomini: poeta, storico, oratore, diplomatico, politico, e grande umanista, la cui figura spicca nel ricco crogiolo delle personalità dell’Italia del 400, che eletto Papa nel 1458, volle costruire nel piccolo borgo medioevale una nuova città a misura d’uomo.La Mostra, allestita in collaborazione con il Comune di Pienza, la Diocesi di Montepulciano Chiusi e Pienza, la Pro-Loco, la Fondazione San Carlo Borromeo, e il Parco della Val d’ Orcia, è accompagnata da un bel catalogo, che oltre a riprodurre tutte le opere esposte, riporta alcuni importanti testi critici (tra i quali, quelli di Dino Carlesi, Mario Specchio, Fabio Pellegrini, e don Ivo Petri), e le affettuose testimonianze di molti amici pientini che in questi anni hanno seguito ed incoraggiato Aleardo nel suo grande lavoro-omaggio a Pio II, e che hanno voluto così testimoniargli pubblicamente la loro amicizia la loro stima.
Per rendere ancora più allargata possibile la partecipazione dei pientini alle celebrazioni del centenario della nascita del fondatore della loro città, nello stesso periodo della Mostra, nel cortile del Palazzo Piccolomini (per gentile concessione delle Pie Disposizioni di Siena), è stato allestito un monumento provvisorio, alla cui realizzazione hanno collaborato con opere personalissime gli artisti: Luigi Biagiotti (scultore), Mario Biagiotti (ferro battuto), Emo Formichi (scultore) e Piero Sbarluzzi (scultore ceramista).
©Pienza P. Maggi |
PIENZA
A Pienza si trova in Valdorcia, in quel di Siena e si raggiunge in auto utilizzando la SS2 Cassia sia da nord (Siena) e sia da sud (Acquapendente) od utilizzando (da est) l'autostrada del Sole ed uscendo a Bettolle per poi proseguire per Torrita di Siena od uscendo a Chiusi per poi proseguire per Chianciano Terme.
La Valdorcia è una terra di ottimo vino, buon olio e ... tanta tanta storia.
Qui sorgono antiche abbazie come Sant’Antimo, fortezze inespugnate come Montalcino e strade percorse da millenni da eserciti o semplici pellegrini sulla via di Roma.
© foto paolo maggi |
Oggi Pienza fa parte di un sistema territoriale chiamato "Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d'Orcia", che mira alla conservazione dello straordinario patrimonio artistico dei cinque comuni che ne fanno parte: Castiglion d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d'Orcia.
La Pieve di Corsignano
Via delle Fonti - Aperta su prenotazione
Telefonare all'ufficio turistico (0578/749071)
Papa Pio II fu battezzato in questa pieve Romanica dell'undicesimo secolo che si trova subito fuori dal centro storico di Pienza. Possiede una torre cilindrica e un portale decorato con temi mitologici e fantastici. Sul lato un altro portale ha un architrave sul quale è scolpito un presepe di stile Bizantino.
* articolo pubblicato sul n° 73 di Coopinforma (ottobre 2005)
3 ottobre 2005
La cipolla di Certaldo a Boccaccesca 2005
Pao. Ma.
1 agosto 2005
L'Elba prima isola Slow
5 luglio 2005
Igiene e bellezza nell'antico Egitto
paolo maggi*
Nefertiti
Un viaggio alla scoperta di profumi, unguenti e creme per la pelle o per i capelli usati dagli antichi egizi attraverso un percorso archeologico e botanico straordinario. E’ quanto offre la mostra “Igiene e bellezza nell’antico Egitto. L’altra dimensione del sapere” organizzata da Aboca Museum in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, sezione egizia, a Palazzo Bourbon del Monte a Sansepolcro in provincia di Arezzo.
Con i suoi oltre sessanta reperti risalenti all’Egitto faraonico, tra cui il sarcofago del sacerdote Khonsumes e il calco del famosissimo busto di Nefertiti, l’esposizione ripercorre la vita degli antichi egizi nell’aspetto più intimo e quotidiano legato alla cura dell’igiene e dell’aspetto attraverso i colori, gli aromi e i profumi delle piante e delle droghe allora conosciute e che ancora oggi sono così utili all’uomo. L’esposizione, articolata in quattro sezioni dedicate ai profumi, alla cura della pelle, dei capelli e al trucco, permette al visitatore di conoscere questa civiltà attraverso un’”altra dimensione del sapere” nei suoi aspetti peculiari di una quotidianità vissuta in un contesto di scienza, religione e magia, dove anche l’igiene e la cosmesi, contribuirono al raggiungimento della perfezione estetica al quale il popolo egizio anelava. “Questa mostra, organizzata in stretta collaborazione con la sezione Egizia del Museo Archeologico di Firenze – spiega Valentino Mercati, presidente di Aboca Spa -, si prefigge la valorizzazione delle antichissime usanze praticate dagli Egizi, nelle quali era già ben chiara l’idea della cura del corpo, sia sotto l’aspetto salutistico sia sotto quello igienico ed estetico”. Di particolare interesse anche la
*pubblicato sul n. 75 di Coopinforma (luglio 2005)
2 luglio 2005
La Toscana al top per le gite scolastiche
10 giugno 2005
Nel museo entra in gioco la matematica
Realizzato come un luogo di giochi e meraviglie, da cui è possibile aprire una finestra sugli aspetti più creativi e fantasiosi della matematica imparando in modo divertente come questa disciplina sia sempre presente nella nostra vita quotidiana, il museo propone tre sezioni. La prima, intitolata "Oltre il compasso: la geometria delle curve", analizza gli elementi basilari della geometria, la retta e il cerchio, fino ad arrivare ai frattali. Questa sezione presenta numerosi punti interattivi in cui gli oggetti esposti possono essere toccati e azionati direttamente dai visitatori. La seconda sezione, "Pitagora e il suo teorema", è un'area dedicata ai più piccoli che si possono divertire a ricomporre dei "puzzle" con i famosi triangoli rettangoli di Pitagora, per verificare le proprietà del teorema più famoso del mondo. La terza e ultima sezione, intitolata "Leonardo Pisano, la scienza araba e la rinascita della matematica in Occidente", ci fa scoprire il personaggio che ha portato in Europa il linguaggio delle cifre arabe.
In cantiere la realizzazione di una proposta del professore Enrico Giusti, direttore del museo, per attrezzare l'area esterna al museo, di uno spazio ludico-didattico, un vero e proprio "parco giochi matematico" che potrebbe essere aperto al pubblico indipendentemente dall'accesso al museo. Il Museo è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e la domenica dalle 15 alle 19. Il biglietto d'ingresso è di 5 euro (ridotti 4 e 3 euro). Ingresso gratuito per i bambini fino a 6 anni di età. "Il Giardino di Archimede" può essere visitato su prenotazione telefonando allo 055/4223275. Indirizzo e-mail: archimede@math.unifi.it.
Pao. Ma.
25 maggio 2005
Abetone: a dicembre la "nuova Riva"
Si tratta di uno degli impianti che hanno tracciato la storia dello sci, che nel 1969 sostituì il mitico slittone, costruito nel 1935 dalla stessa società ancora oggi proprietaria dell’impianto.
La nuova seggiovia, che avrà un costo di oltre 3.100.000 euro, avrà un tempo di percorrenza di 7 minuti e 12 secondi, rispetto agli attuali 8 minuti e 47 secondi e una portata oraria di 1200 persone, contro le 720 del vecchio impianto; la lunghezza sarà di 1200 metri, il dislivello di 328 metri e le seggiole in linea saranno 145.
Dopo l’opera di demolizione della vecchia struttura, a fine agosto/primi di settembre inizieranno i lavori di montaggio, nella prima decade di ottobre è prevista la messa in opera della fune portante, entro il 25 di ottobre ci sarà il montaggio delle seggiole sulla fune, il 5 novembre inizieranno le operazioni di precollaudo e il 10 novembre è fissato il collaudo.
La nuova Riva è l‘ultima tappa di un processo di profondo rinnovamento della stazione toscana, che in 5 anni ha ammodernato oltre il 70% dei propri impianti. Un percorso iniziato nel 1999, con la nuova telecabina Casa cantoniera – Monte Gomito (Ovovia) e la seggiovia triposto Campo tennis, continuata nell’inverno 2003-2004, con le tre seggiovie quadriposto Pulicchio, Sprella e Tre Potenze in Val di Luce, e nel 2004-2005 ancora con le due quadriposto Le Regine – Selletta e Val di Luce-Monte Gomito.
Pao. Ma.
3 gennaio 2005
Riapre al pubblico palazzo Chigi Saracini
Paolo Maggi
SIENA. Capolavori di Domenico Beccafumi, del Sassetta del Brescianino, di Rutilio Manetti e di tanti altri maestri dei Sei-Settecento custoditi in magnifiche stanze arredate con mobili principeschi e oggetti preziosi si svelano al visitatore che risponde all’”Invito a Palazzo Chigi Saracini - Le stanze e i tesori della collezione”, la mostra curata da Carlo Sisi e Enrico Colle, in occasione della riapertura al pubblico, dopo quasi due secoli, della storica dimora senese.
Fino al 15 giugno è infatti possibile visitare il Palazzo, oggi sede della prestigiosa Accademia Musicale Chigiana, che racchiude oltre dodicimila pezzi riuniti dal nobile Galgano Saracini sin dal 1806, quando aprì al pubblico degli amatori e degli allievi dell’istituto di Belle Arti il “vago e superbo museo” all’interno di quel piccolo castello medievale che era la sua dimora, a pochi passi da piazza del Campo e dalla Cattedrale.
Il “museo”, occupava quattordici stanze (divenute poi venti nel 1819) del palazzo gotico costruito nel Duecento dalla famiglia Marescotti, passato nel 1506 ai Piccolomini Mandoli e acquistato verso il 1770 dal padre di Galgano, Marco Antonio Saracini. Galgano aveva esposto tele, statuette, bassorilievi, disegni, antichità etrusche e romane, maioliche ed anche preziose manifatture in avorio, legno e pietre dure. Fra tanti gioielli spiccavano i dipinti della quadreria dedicata soprattutto alla scuola senese (come testimonia la serie di capolavori dovuti a Sassetta, Domenico Beccafumi, Brescianino, Rutilio Manetti, Bernardino Mei etc.), nella quale non mancano tuttavia opere di maestri come Bernardo Strozzi e Salvator Rosa.
A quasi due secoli dalla prima apertura del palazzo per “il pubblico godimento”, il visitatore oggi può accedere per la prima volta alle stanze e ai salotti che fecero parte del primitivo percorso museale ideato da Galgano, successivamente modificato in stile romantico dai suoi discendenti. L’itinerario di visita conduce in stanze che rispecchiano esattamente il gusto settecentesco (come l’aula Pergolesi, che conserva l’allestimento del 1819), in salotti ottocenteschi (che, pur rinnovati nelle tappezzerie e nei tendaggi, mantengono l’eclettica eleganza tipica del XIX secolo) e nella galleria che, completamente restaurata e ritinteggiata, presenta i dipinti in una nuova sistemazione per periodi e ambiti culturali.
Il progetto di recupero, quasi come quello di duecento anni fa, ha previsto l’utilizzo di numerose maestranze attive sul territorio che, seguendo specifiche direttive, hanno rinnovato il gusto degli antichi proprietari.
Per l’occasione , inoltre, al piano terra del palazzo è stata allestita anche la mostra “Oltre la Scuola Senese. Dipinti del Seicento e del Settecento nella collezione Chigi Saracini”, a cura di Riccardo Spinelli, con capolavori di Salvator Rosa, Bernardo Strozzi, Simone Pignoni, Pier Francesco Cittadini e Sebastiano Conca, insieme con opere meno note o in gran parte inedite riemerse, dai depositi della collezione o rintracciate nei luoghi meno frequentati della dimora.
Nella città del palio inoltre, a coronamento dell’iniziativa, sono stati aperti alla visita del pubblico, per la prima volta anche alcuni ambienti di palazzi privati, nei quali si respira ancora l’atmosfera della Siena del tempo di Galgano Saracini.
E per chi vorrà approfondire la conoscenza del collezionismo ottocentesco in terra senese sarà possibile visitare il Museo Civico di Montepulciano che conserva la collezione di quasi duecento dipinti che appartenne al Primicerio della Cattedrale poliziana, Francesco Crociani (1782-1861).
L’iniziativa è promossa da Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Banca Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Accademia Musicale Chigiana, con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale e del Comune di Siena e con la collaborazione Direzione Regionale dei Beni Culturali della Toscana, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico per le Province di Siena e Grosseto, Fondazione Musei Senesi
Informazioni
“Invito a Palazzo Chigi Saracini. Le stanze e i tesori della collezione” rimarrà aperta fino al 15 giugno 2005, tutti i giorni, compresi lunedì e festivi, dalle 9 alle 19.30. I biglietti costano 9 euro gli interi e 7 i ridotti, mentre per le scuole 4 euro e comprende l’ingresso e la visita guidata alla galleria, al piano nobile del Palazzo Chigi Saracini e alla rassegna Oltre la scuola senese. La visita viene effettuata con l’assistenza di guide professionali in gruppi composti da un massimo di 25 persone e dura circa 1 ora e 30 minuti, con partenza ogni 15 minuti (sabato e domenica), ogni 30 minuti ( tutti gli altri giorni). Su richiesta, e per gruppi di 25 persone, è possibile prenotare la visita in lingua francese, tedesca e inglese.
L’accesso ai disabili è possibile solo su prenotazione da effettuare almeno tre giorni prima della visita presso la segreteria della mostra ( tel. 0577 246928 Fax 247874
segreteriamostra@chigiana.it
La pittura di Ademollo
In occasione dell’evento Invito a Palazzo Chigi Saracini. Le stanze e i tesori della Collezione vengono riaperti al pubblico alcuni degli ambienti più significativi ed eleganti della Siena della fine del Settecento. Si tratta di luoghi in cui si respira ancora quell’atmosfera di Neoclassicismo che fu molto apprezzata anche da Galgano Saracini e che ebbe nella figura di Luigi Ademollo (1764-1849) il più raffinato interprete nel campo della pittura. La capacità di narrare favole antiche e mitologiche, con uno stile ricercato in cui la delicatezza cromatica si lega alla leggerezza del tocco, lo fecero apprezzare da alcuni nobili senesi che lo invitarono a dipingere i soffitti delle loro dimore.
La pittura di Ademollo potrà essere riscoperta attraverso un itinerario urbano che si muoverà tra la decorazione della cappella del Palazzo Venturi Gallerani (1793-1794), le Storie mitologiche dipinte nei soffitti della dimora di Filippo Sergardi tra il 1794 e il 1795 e i cicli di Storie antiche di Palazzo Sozzini Malavolti (1796-1798) e Palazzo Bianchi (1803).