29 gennaio 2019

Luci e ombre sull'"aria Toscana"


Dal dossier Mal'Aria 2019 di Legambiente emerge un bilancio fatto di luci e ombre per la Toscana.

C'è più che mai bisogno di aria pulita per le nostre città! E’ ancora una volta Legambiente a dircelo con il suo dossier Mal’Aria 2019 – “La mobilità urbana al centro del risanamento, il rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane
Nell’analisi portata avanti come Legambiente nelle campagne annuali “PM10 ti tengo d'occhio” e “Ozono ti tengo d’occhio”, che monitorano l'andamento giornaliero dei capoluoghi di provincia si è tenuto conto delle stazioni di fondo urbano e di traffico di ogni città, che per legge, dovrebbero essere quelle che risentono prevalentemente dell’inquinamento prodotto dal traffico urbano. Dal rapporto emerge un bilancio fatto di luci e ombre per la Toscana, anche se è indubbio che il trend decennale segnala miglioramenti assai consistenti, specie sulle polveri fini.
«La situazione dell’inquinamento atmosferico 2018 in Toscana è in deciso miglioramento, anche se permangono situazioni di criticità dichiarano Fausto Ferruzza e Michele Urbano, rispettivamente Presidente e Responsabile del settore aria di Legambiente Toscana Tali note dolenti sono registrabili ancora nella Piana Lucchese (soprattutto per quel che concerne le polveri fini) e nella Piana Fiorentina per il biossido di azoto. Rimane infine da commentare il dato sull’ozono (O3) un tipico inquinante secondario che si forma nella bassa atmosfera a seguito di reazioni fotochimiche che interessano inquinanti precursori prodotti per lo più dalle attività umane. A causa della sua natura, l’ozono raggiunge i livelli più elevati durante il periodo estivo, quando l’irraggiamento è più intenso e queste reazioni sono favorite. Da questo punto di vista, è molto interessante il dato registrato a Grosseto, che ci obbliga a pretendere di più da tutte le amministrazioni locali».
Per Legambiente la sfida importante che oggi deve affrontare il Paese è quella di fare della mobilità sostenibile il motore del cambiamento e di ripensare le città per le persone, non per le auto è questo il cambio di paradigma che deve realizzarsi nel Belpaese. Ed è questo il filo conduttore al centro delle proposte che l’associazione ambientalista ha riassunto in Mal’aria 2019 e incentrate proprio sul tema della mobilità sostenibile, già praticata da alcune città (come Firenze, Bolzano, Torino e Milano dove il 50% degli abitanti usa i mezzi pubblici, cammina e pedala). Per Legambiente per far uscire l’Italia dall’emergenza cronica dello smog occorre realizzare in primis un Piano Nazionale contro l’inquinamento, con misure strutturali ed economiche di ampio respiro e redigere PUMS ambiziosi ripensando l’uso di strade, piazze e spazi pubblici delle città, creando ampie “zone 30” e prevedendo nuovi spazi verdi nei centri urbani. Inoltre, è indispensabile ridurre il tasso di motorizzazione riportandolo ai livelli delle altre nazioni europee, gli incentivi sulle emissioni devono prevedere criteri sociali e per ridurre il parco circolante in Italia si dovrebbe prevedere un bonus di rottamazione per chi vuole rottamare l’auto inquinante senza acquistarne una nuova. Infine è fondamentale incentivare anche l’efficientamento energetico dei nostri edifici, in modo tale che il ciclo del riscaldamento/raffrescamento del patrimonio edilizio sia meno impattante sul piano delle emissioni in aria. Da questo punto di vista, il problema delle modalità vetuste e inquinanti per riscaldare le abitazioni concorre senz’altro a spiegare il dato sul particolato fine (PM10 e PM2,5) nella Piana di Capannori. Anche se non in modo esclusivo ed esaustivo.
Entrando infatti nello specifico dell’indagine di Mal’aria 2018 PM10 ti tengo d’occhio: rimane solo la stazione di Lucca/Capannori ad oltrepassare il limite quotidiano del PM10 fissato per legge a 50 μg/mc, come media giornaliera, da non superare per più di 35 giorni l’anno (a Capannori si è sforato il limite per ben 53 volte!). Per il biossido di azoto (NO2) si storicizza invece il dato negativo di Firenze Viale Gramsci (stazione/traffico dove si rileva un dato medio annuale di 60 μg/mc di ben 20 μg/mc superiore al limite di legge di 40!). Dati invece più sparsi ed eterogenei sul territorio si registrano sull’indicatore Ozono, che vede sforamenti dei parametri di legge a Signa, a Settignano, a Montale, a Lucca Carignano e persino a Grosseto.

28 gennaio 2019

Il 6 luglio a Pisa il Toscana Pride


Sabato 6 luglio è la data ufficiale del Toscana Pride 2019 a Pisa. Ad annunciarlo sono le organizzatrici e gli organizzatori della manifestazione dell'orgoglio LGBTQIA+* (lesbico, gay, bisessuale, transgender, queer, intersessuale e asessuale) che nel 2016 a Firenze, nel 2017 ad Arezzo e lo scorso anno a Siena, ha complessivamente portato in piazza più di 50mila persone.
Il Toscana Pride di Pisa avrà un valore speciale perché celebra una doppia ricorrenza: i 40 anni dal primo Corteo del Movimento Omosessuale Italiano che si tenne proprio a

Pisa nel 1979 e il 50esimo anniversario dei Moti di Stonewall (1969).
La parata attraverserà le vie del centro di Pisa e sarà una grande manifestazione che coinvolgerà tutta la città. Sono attese migliaia di persone provenienti da tutta la regione e da tutta Italia. “Ci aspettiamo una grande partecipazione, una risposta collettiva da parte della società civile a chi vuol farci arretrare sulla strada dei diritti - dichiarano le organizzatrici e gli organizzatori - porteremo in piazza i nostri corpi liberi e liberati per rispondere con l’amore a chi semina odio e 
dare voce alle persone marginalizzate e discriminate per il loro orientamento sessuale e affettivo e la loro identità di genere. La nostra sarà una piazza femminista, antirazzista e antifascista perché le nostre rivendicazioni viaggiano insieme a quelle dei movimenti delle donne, delle persone migranti e di tutti quei soggetti che in questo momento storico stanno subendo pesanti attacchi ai diritti.Il Toscana Pride è nato da un percorso politico intrapreso tre anni fa da un’ampia rete di associazioni toscane che oggi compongono il Comitato promotore:
AGEDO Toscana, Arcigay Arezzo "Chimera Arcobaleno", Arcigay Livorno L.E.D Libertà e Diritti, Arcigay Siena “Movimento Pansessuale”, Azione Gay e Lesbica (Firenze), Collettivo Asessuale Carrodibuoi, Consultorio Transgenere (Torre del Lago), Famiglie Arcobaleno (Toscana), IREOS Comunità Queer Autogestita (Firenze), LuccAut (Lucca), Pinkriot Arcigay Pisa, Polis Aperta e Rete Genitori Rainbow.Si può aderire al Toscana Pride scrivendo a: adesioni@toscanapride.eu e sostenere l’evento tramite bonifico sul conto corrente IT62 W033 5901 6001 0000 0142 545 (Banca Prossima). Intestato a: Toscana Pride.

26 gennaio 2019

E' morto Silvano Sarti, partigiano Pillo


E' morto a 93 anni Silvano Sarti. Partigiano e combattente fino all'ultimo per una società più giusta.Nel darne il triste annuncio lo ricordo con profondo cordoglio e grande stima.
Nella foto Silvano mentre tiene il comizio alla festa del Primo Maggio a La Romola (San Casciano VP) nel 1975.
1° Maggio 1975

Il funerale si svolgerà domenica 27 gennaio alle 9.30 sull'arengario di Palazzo Vecchio, è possibile dare un ultimo saluto a Silvano oggi, venerdì 25 gennaio, dalle 14,30 alle 19, e domani, sabato 26 gennaio, dalle 9 alle 19 nella sala D'Arme. 


18 gennaio 2019

Un'inchiesta che valse una querela


Cercando altro, fra faldoni, scaffali e scartoffie ho ritrovato il verbale dei
carabinieri in cui mi si notificava di essere "persona sottoposta alle indagini per il reato di diffamazione a mezzo stampa e quant'altro ravvisabile..." in seguito a querela per un'inchiesta sui senza fissa dimora a Firenze. La memoria torna a all'estate del 1997 quando sul magazine Viva Piazza pubblicai un'inchiesta sui senza tetto o meglio senza fissa dimora e se vuoi, barboni. Fui denunciato perché, sosteneva uno dei personaggi ripresi nelle foto "se avesse chiesto un prestito in banca" con quell'articolo non l'avrebbe ottenuto e chiedeva risarcimento danni. Non ho ritrovato il proscioglimento dall'accusa perché "il fatto non sussiste" che arrivò dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati per due o tre anni circa!
Probabilmente la privacy di quel signore non è stata del tutto rispettata e me ne dolgo ma ricordo bene, prima di pubblicare l'inchiesta intervistai e consultai se non tutte quasi tutte le persone che conoscevano quel mondo e che sentivano la responsabilità delle sofferenze che l'abitavano.
Pao. Ma.




L'inchiesta: