21 ottobre 2017

Ettore, il gatto dei pescatori


Per 18 anni, tutti i giorni, ancor prima dell'alba ha salutato e la sera aspettato sulla banchina i
pescatori che andavano e tornavano. Anche durante il giorno era lì a far compagnia con le sue fusa a chi s'affaccendava sul molo. Non è un guardiano del porto. Nemmeno un umano e neanche un cane. Era uno splendido gatto europeo, Ettore, che per chi conosce i pelosi non lo faceva solo per la "pagnotta" di pesce azzurro, seppur freschissimo, ma per una questione di feeling, anzi speculando su lingua e gatti, di feelining! Ettore non c'è più da un anno più o meno ma ha lasciato un'impronta indelebile in chi l'ha incontrato, pescatori e no. Tanto è che il 29 ottobre prossimo alle 11, sarà inaugurata una statua di bronzo che lo ricorderà, sul molo di Viareggio appunto, "Ettore il gatto dei pescatori", amato da tutta la città.
Ettore, a Viareggio, lo conoscevano tutti: era un gattone che ha vissuto la bellezza di 18 anni nei pressi di Tito del Molo. Abbandonato da cucciolo, assieme ad altri mici, di lui si sono sempre presi cura i vari bar della zona e soprattutto i pescatori Tutti gli volevano bene, era diventato la mascotte del molo di Viareggio
Pao.Ma.

Video: https://www.facebook.com/paolo.maggi.77/videos/10214168291312083/



6 ottobre 2017

Il servizio sanitario per tutti non è più sostenibile: Falso!


Libertà e Giustizia e Diritti a Sinistra Firenze hanno promosso una iniziativa di confronto sul tema della sostenibilità del servizio sanitario nazionale (“Il Servizio Sanitario per tutti non è più sostenibile. FALSO!”), che si terrà Lunedì 9 Ottobre alle ore 17 all’istituto Stensen, con la partecipazione di Nerina Dirindin, economista dell’Università di Torino e Senatrice (Art1-MDP) e Lorenza Carlassare, professoressa di Diritto Costituzionale dell’Università di Padova.L’iniziativa è un esplicito contributo –e sollecitazione- affinché movimenti e forze politiche della sinistra orientino riflessioni e confronti non “con chi ci alleiamo?” e “chi identifichiamo come leader?”, ma sui programmi che interessano il nostro Paese ed in particolare sui grandi temi del welfare, della istruzione e dell’assetto del territorio.
Il lungo percorso, volto a sostanziare il dettato dell’articolo 32 della nostra Costituzione -che riconosce la salute quale diritto fondamentale dell’individuo- sfociato nella istituzione di un Servizio sanitario nazionale basato sulla fiscalità generale, ha conosciuto ripetute battute di arresto nei precedenti decenni. Ora non si tratta più di battuta di arresto, ma di un processo di rilevante indebolimento che fa prefigurare una sanità pubblica residuale per gli indigenti e una sanità privata per chi se la può permettere. Una soluzione in realtà proposta e auspicata da varie forze politiche e finanziare che, cavalcando l’ideologia ormai screditata di una austerità espansiva, intendono aggredire il sistema di welfare pubblico attraverso lo sviluppo del mercato assicurativo. Intorno a questo disegno si è creata una straordinaria e inedita convergenza d'interessi: dal mondo delle imprese sanitarie private for-profit a quello del cosiddetto terzo settore, dal mondo della cooperazione a quello assicurativo. Tutti accomunati dalla prospettiva di uno sviluppo delle proprie attività grazie all'inefficienza del servizio sanitario pubblico, conseguente al suo de finanziamento. Nell’ultimo decennio infatti la spesa sanitaria pubblica procapite - a fronte di un incremento dei costi dei medicinali, della necessità di acquisire nuovi farmaci (epatite C) e di un aumento della popolazione anziana - non è aumentata, ma in termini reali è addirittura diminuita di € 95,3 pro-capite. La nota di aggiornamento al DEF 2017 prospetta un decremento del rapporto spesa sanitaria/Pil per portarlo al 6,3% nel 2020, livello che viene da tutti gli esperti considerato un elemento di sicuro abbassamento dello stato di salute e incremento della mortalità.
I finanziamenti per rinnovare le strutture si sono sostanzialmente esauriti, il personale si è ridotto di 40.000 unità, con un netto invecchiamento della forza lavoro (medici età media 55 anni, infermieri 47 anni). Il personale infermieristico, che rappresenta il “sistema capillare” di un servizio sanitario, lo “strumento” per i servizi territoriali, la risorsa che renderebbe possibile forme di assistenza domiciliare (in Italia questo servizio offre ai pazienti presi in carico mediamente 11 ore di assistenza l’anno!) sono così pochi che per raggiugere il rapporto che c’è fra infermieri/ popolazione della Gran Bretagna bisognerebbe assumerne 132.400 e, rispetto alla Francia, 219.200.
L’Italia è ricca di professionalità, di organizzazioni sindacali, di associazioni di volontariato orientate anche ai servizi socio sanitari. Riteniamo che sia il momento di aprire un dibattito e un confronto con queste realtà, che abbia come primo obiettivo il rafforzamento del Servizio sanitario nazionale, un suo adeguato finanziamento, accompagnato dallo sviluppo di attività socio sanitarie secondo criteri volontaristici e di sussidiarietà, che siano aperte all’insieme della popolazione e che non siano in alcun modo sostitutive, ma espansive del perimetro sanitario e assistenziale.
Video realizzato da Giancarlo Venturi nella mattinata di venerdì 6 ottobre 2017 al Caffè delle Giubbe rosse di Firenze nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'incontro: https://youtu.be/xIGIC9_N-YU