Boom di sequestri, arresti, denunce e infrazioni.
Nonostante nella lotta contro le
ecomafie si stia percorrendo la strada giusta
con la legge in vigore sugli ecoreati, ci sono ancora molte criticità da
affrontare e sanare. I numeri e le storie del Rapporto Ecomafia 2018 sono stati
presentati oggi, nel corso di una conferenza stampa da Fausto Ferruzza,
Presidente di Legambiente Toscana, di Nino Morabito, Coordinatore Nazionale
Ambiente e Legalità di Legambiente, don Andrea Bigalli, Referente regionale di
Libera e del colonnello Luigi Bartolozzi, Comandante dei Carabinieri Forestale
di Firenze.
La Toscana si conferma tra le regioni più colpite nella
classifica nera degli ecoreati, subito dopo Campania, Calabria, Sicilia, Puglia
e Lazio ovvero le regioni tradizionalmente con più presenza mafiosa, mantenendo
la posizione più alta in classifica tra le regioni del centro-nord, resta
stabile al 6° posto nella classifica nazionale. A parlare ancora una volta sono
i numeri: 2.138 infrazioni accertate (corrispondenti al 7,1% sul totale dei
reati accertati su scala nazionale). In linea generale, quest’anno si registra
un peggioramento nel settore del cemento illegale (sale dal 7° al 6° posto) e
in quello dei rifiuti dove, sempre in negativo, sale dal 6° al 4° posto nella
classifica italiana. Peggiora lo status toscano anche su archeomafie e incendi
dolosi.
Il rapporto ECOMAFIA 2018 evidenzia che rispetto allo scorso
anno in Toscana sale il numero di denunce (da 1.484 a 2.222) e di arresti (da 0
a 14) e dei sequestri (da 292 a 412). Legambiente ha raccolto ed elaborato i
dati relativi all’applicazione della legge 68/2015 al 31 dicembre 2016 da parte
delle Forze di polizia e delle Capitanerie di porto. Nel 2016, grazie alla
legge 68, stando alle elaborazioni della nostra associazione, le forze di
polizia hanno contestato ben 574 ecoreati, più di uno e mezzo al giorno,
denunciando 971 persone fisiche e 43 giuridiche (aziende), emettendo 18
ordinanze di custodia cautelare e sequestrando 133 beni per un valore che sfora i 15 milioni di euro.
«Quello che emerge è un quadro di aggravamento della situazione, che non può
spiegarsi con la sola motivazione di una robusta (e quindi evidente) azione di
contrasto messa in opera da magistrati e forze di polizia – dichiara Fausto
Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – Ci sono dati convergenti in tutte
le aree di interesse della criminalità ambientale. Si tratta di un trend in
crescita che tocca i rifiuti come il ciclo del cemento, per non parlare degli
incendi, per i quali per il 2017 può a buon diritto esser coniato l’epiteto di
annus horribilis!»
CICLO DEI RIFIUTI
Per quanto riguarda le attività organizzate di traffico
illecito dei rifiuti la nostra regione
sale al 4° posto nella classifica nazionale, con cifre a dir poco preoccupanti:
539 infrazioni accertate nel 2017, il 7,4% del totale nazionale; aumentano
anche le persone denunciate (779), gli arresti (10) e i sequestri effettuati
(218). Su scala provinciale le maggiori criticità si evidenziano nella
provincia di Firenze (74 infrazioni accertate, 1,8% su totale nazionale, 101
denunce), seguita da Livorno (41 infrazioni accertate, 1% su totale nazionale,
72 denunce) e da Siena (34 infrazioni
accertate, 0,8% su totale nazionale, 48 denunce).
CICLO DEL CEMENTO
Il mattone selvaggio è servito, in alcuni contesti, per spalancare
le porte alle ditte in odore di mafia. Quest’anno la Toscana sale dalla settima
posizione alla sesta, aumentano anche le infrazioni accertate: da 222 a 251,
(il 6,4 % sul totale nazionale), delle persone denunciate (428); diminuiscono
invece i sequestri effettuati (da 61 a
50).
PIRATI DI BIODIVERSITÀ
Racket degli animali, bracconaggio, commercio illegale di
specie protette, allevamenti illegali, pesca di frodo, ma anche (viste le nuove
norme) maltrattamento degli animali di affezione. La Toscana, scende al 7°
posto della classifica, con 354 infrazioni accertate, con una percentuale sul
totale del 5,1%, 318 denunce, 83 sequestri.
L’ARTE RUBATA (ALIAS “ARCHEOMAFIE”)
A presidiare la classifica nazionale, come una delle regioni
maggiormente colpite dai ladri di opere d'arte troviamo la Toscana (3° posto,
con 85 furti corrispondenti all’11,8% del totale nazionale) che insieme al
Lazio e alla Campania guida la classifica delle regioni con il maggior numero
di opere trafugate.
INCENDI DOLOSI
La siccità più grave della nostra storia recente ha
determinato un’impennata delle statistiche. La Toscana, infatti, sale in
negativo di una posizione, dal 5° al 4° posto nella classifica nazionale con
ben 576 infrazioni accertate (8,8% sul totale), 98 denunce, 1 arresto e 18
sequestri.
SHOPPER ILLEGALI
È ancora allarme sugli shopper fuori legge, che inquinano
ambiente e mercato, con sacche di illegalità diffuse in tutto il paese.
Le Proposte di Legambiente:
• Mettere in campo una grande operazione di formazione per
tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e Capitanerie di
porto, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, polizie
municipali ecc.) sulla Legge 68/2015 che deve essere conosciuta nel dettaglio
per sfruttarne appieno le potenzialità.
• Sempre con riferimento alla legge 68 occorrerebbe
rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista
sia nella legge sugli ecoreati, che in quella che ha istituito il Sistema
nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente. Allo stesso tempo è
necessario completare l’iter di definizione dei decreti attuativi del Ministero
dell’ambiente e della presidenza del Consiglio dei ministri per rendere
pienamente operativa la Legge 132/2016 che ha riformato il sistema nazionale
delle Agenzie per la protezione dell’ambiente (SNPA).
• Semplificare l’iter di abbattimento delle costruzioni
abusive, avocando la responsabilità delle procedure agli organi dello Stato
(es. Prefetti), ed esonerando da tale onere i responsabili degli uffici tecnici
comunali e, in subordine, soggetti che ricoprono cariche elettive, ovvero i
Sindaci.
• Approvare il disegno di legge sui delitti contro fauna e
flora protette inserendo – all’interno dello stesso nuovo Titolo VI bis del
Codice Penale – un nuovo articolo che prevede sanzioni veramente efficaci (fino
a sei anni di reclusione e multe fino a 150.000 euro) per chi si macchia di
tali crimini.
• Suscita perplessità il nuovo istituto giuridico della non
punibilità per particolare tenuità dell’offesa introdotto dal Dlgs 16 marzo
2015, n. 28, che soprattutto nel caso dei reati ambientali contravvenzionali
rischia di vanificare molti procedimenti aperti. Per scongiurare tale rischio
chiediamo che venga quanto meno esclusa l’applicabilità al caso dei reati
ambientali.
• Nell’ottica di garantire migliore protezione al nostro
patrimonio storico‐culturale, occorre rivedere il quadro normativo,
partendo dal dato di fatto che, se si esclude il delitto di ricettazione – che
è quello che si prova a contestare nei casi più eclatanti e che prevede una
sanzione massima di otto anni – il rimanente quadro sanzionatorio in mano agli
inquirenti è ancora troppo generoso per i trafficanti.
• Sul fronte agroalimentare, a nostro avviso, bisognerebbe
riprendere la proposta di disegno di legge del 2015 sulla tutela dei prodotti
alimentari della Commissione ministeriale presieduta dall’ex procuratore Gian
Carlo Caselli, che introduceva una serie di nuovi reati che vanno dal “disastro
sanitario” all’“omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose” dal mercato.
• L’accesso alla giustizia da parte delle associazioni, come
Legambiente, dovrebbe essere gratuita e davvero accessibile.
• Chiediamo inoltre al parlamento di istituire al più presto
le Commissioni d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulla vicenda dell’uccisione
della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin.
Pao. Ma.
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