1 luglio 2014

"Sguardo" su Campiglia di idana Pescioli

Campiglia Marittima (p. maggi)



di Paolo Maggi

Ho scritto più volte di Campiglia Marittima. E' uno di quei luoghi che ti strega. Così come la Val di Cornia e un pò tutti quei posti in cui troviamo, incontriamo e/o ritroviamo amici e  un poco anche noi stessi. In verità ne ho parlato anche in maniera polemica come sul continuo risuonare della campana del comune che per le 23 ad esempio rintocca 23 volte, alle 24 ben 24 e così via. Ma poi, appunto si è stregati e innamorati e partono i pensieri e si scattano le foto. Particolarmente piacevole per me oggi è rileggere la poesia "Sguardo su Campiglia" di Idana Pescioli. E' del 1999 e mi dà, appunto, l'occasione di ri-tornare con la mente e con il cuore in quel luogo Campiglia, e a quell'amicizia Idana, cari.

Sguardo su Campiglia
(da "Quando la vita che ritorna" ed. del Leone)

Piccola città compatta Campiglia
dal Medioevo rimasta fin qui:
di concordia appare costruita.
Addossata ammassata sovrapposta
eppure colloquiale da una finestra all'altra,
da uno slargo e una volta o una scaletta.
Tutta una salita e una bella vista
fino ad arco di mare e ombra di pini...
un'armonia discorde che s'accorda 
perfino una cena all'aperto nelle vie.
Che sono strette storte e piccine eppur capaci
contenere tavoli e boccali di colori antichi 
carretti dipinti e macchine di guerra...
perfino una grata da torture e una tagliateste:
a scongiura a richiamo di libertà
di un teatro di cui fan parte
anche i bambini con gli adulti accanto.
E ancor fiori che scendono dai muri 
bruni: da cocci consunti da pietre
di memorie istoriate con gli stemmi 
nelle piazze e piazzette congiunte
con mani nascoste. Cosa pensare 
di tali eventi nel Terzo Millennio?
Nell'Evo Medio bisogna tornare per 
quale libertà ritrovare? Contano
le pitture dei ragazzi sulle scene?
E le fiabe cambiate di donne giocose
che accolgono al desco amici grandi
e piccolini... poverelli e tapini?
All'enigma lasciamo spazio  e
tempo... alla conquista di un sorriso:
di Ferragosto almeno nel riposo!

di Idana Pescioli (1999)


Fra scuola, Università e territorio...
Idana Pescioli (foto p. maggi)
Sin dai tempi della Scuola fra gli olivi di Settignano, sulle colline che incorniciano Firenze, dove negli anni '50 la giovane maestra faceva già "innamorare i piccini alla scuola" e poi nelle aule dell'Università fiorentina come docente nel Dipartimento di Scienze dell'Educazione, Idana Pescioli ha lavorato incessantemente al rinnovamento di metodi e contenuti nella formazione degli adulti e dei bambini.
Dopo aver contattato Pierre Bovet, Maria Montessori, Celestin Freinet e aver partecipato nel 1961 alla prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi voluta da Aldo Capitini, nel '66 Idana Pescioli ha costituito al Magistero di Firenze, un gruppo di studio/ricerca a carattere teorico-pratico, il GUSIAS (Gruppo Universitario di Studenti e Insegnanti per l'Aggiornamento attraverso la Sperimentazione), sull'idea dello scambio di esperienze fra
studenti di Pedagogia e insegnanti in servizio nella scuola pubblica, coinvolgendo adulti e bambini. Negli anni '70/'80 ha dato vita al Laboratorio di Didattica Sperimentale Pluridisciplinare e al giornale "Bambini=Nonviolenza", caratterizzando il lavoro del Gruppo Universitario come "progetto e cultura nella ricerca didattica innovativa" e pubblicando numerosi saggi, legati a incontri interdisciplinari e Mostre di prodotti di bambini coinvolti nella ricerca. Una vasta produzione di articoli, mostre, libri, raccolte di poesie, video e CD-Rom, ma soprattutto le esperienze innovative che si sono realizzate a Firenze, in Toscana e note anche oltre i confini nazionali, testimoniano il forte impegno scientifico e culturale fra Università, Scuola e territorio che ha sempre contraddistinto la vita e l'opera di Idana Pescioli.

1 commento:

nonnatuttua ha detto...

Grande Donna, bella poesia. Leggendo immaginavo Campiglia (che non ho visto)