22 marzo 2013

"Padule in piena": grande spettacolo e qualche problema


Padule di Fucecchio (foto di A. Bartolini)
Le piogge intense e abbondanti dei giorni scorsi hanno prodotto una piena spettacolare del Padule di Fucecchio, come non se ne vedevano da anni. La Vetricina, il Rinchiusone, il Piaggione, ed ancora le colmate di Stabbia e i Prati di Cavallaia sono tutte aree di bonifica asciutte per buona parte dell’anno e coltivate, che la palude in questi giorni si è ripresa indietro.

Sembra impossibile di fronte a un simile scenario, ma un anno fa in questi stessi giorni il Padule era quasi completamente asciutto, solo le aree aperte della riserva naturale “chiareggiavano”, e da oltre due mesi vigili del fuoco e  uomini del Corpo Forestale combattevano una guerra impari contro gli incendi appiccati da criminali, che divoravano i canneti lasciandosi alle spalle un deserto di cenere. Molte delle tradizionali vie di accesso risultano inghiottite dalle acque, che non consentono di raggiungere alcune delle mete abituali per l’osservazione degli uccelli acquatici, come l’ex Casotto del Biagiotti, oggi osservatorio faunistico della riserva naturale. Tuttavia anche gli uccelli acquatici, che (salvo poche eccezioni) rifuggono le acque molto profonde, sono abbondanti nelle aree periferiche, dove si possono apprezzare anche specie rare come la Spatola, il Mignattaio, la Gru, la Volpoca e tanti limicoli, come Pittime, Combattenti, Cavalieri d’Italia ecc. E’ il fenomeno della migrazione che ogni anno si rinnova, da tempi antichissimi, a regalarci tante presenze e a vestire la palude di colori e suoni primaverili.
Spatole in volo (foto di A. Bartolini)


Il padule è un bene da custodire con cura

Oltre al fascino del suo mutevole paesaggio e dei suoi ospiti alati, esso, non dimentichiamolo, comportandosi da grande cassa di espansione naturale delle acque, salva dall’inondazione i centri abitati della bassa Valdinievole.
La piena mette però in risalto anche un altro grave problema, quello dei rifiuti solidi (e della plastica in particolare) trasportati dalle acque. Secondo l’unione Europea metà della plastica prodotta nel vecchio continente finisce in mare, ove, oltre a causare direttamente la morte di migliaia di capodogli e tartarughe marine (che la ingeriscono scambiandola per loro prede), si frantuma in microgranuli ed entra nelle catene alimentari, contaminando la fauna ittica.
Artigianato “palustre”
Una catastrofe di dimensioni planetarie che nel suo piccolo vede anche l‘impegno del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio: gran parte degli oggetti di plastica colorata che galleggiano lungo le rive dei canali sono la versione moderna dei manufatti che gli artigiani locali realizzavano con il “sarello”, la” sala”, la “gaggìa”, e mantenere viva l’arte della lavorazione delle erbe palustri è anche un modo per ricordare che non sempre modernità è sinonimo di progresso.
foto di A. Bartolini
AAA Cercasi Volontari
Ma soprattutto il Centro, che ha segnalato ai Comuni decine di discariche abusive, sta organizzando attività di volontariato per ripulire dai rifiuti le aree di maggiore accumulo; piccole azioni, rispetto alla grande massa dei rifiuti portati dalla corrente, ma molto importanti per l'ambiente e per tutti coloro che nei prossimi mesi visiteranno il nostro Padule.
Chi volesse dedicare un po' di tempo a queste attività di volontariato può manifestare la propria disponibilità inviando un messaggio a fucecchio@zoneumidetoscane.it o telefonando al numero 328/9291177.

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