Stamattina col gel da barba mi pervadeva un pensiero che vorrei in qualche maniera internettualizzare.
Violenze e crimini contro le donne si rincorrono tra le mura domestiche tanto che giustamente si parla di femminicidi e che occorra una legge specifica per questi reati.
Oggi è anche unanimemente riconosciuto, almeno dalle analisi sociologiche ed economiche che il valore “femminile” è una ricchezza che potrebbe contribuire in maniera significativa anche alla crescita del paese. Una ricchezza che non possiamo più permetterci di sperperare.
Oggi possiamo anche dire che le donne stanno entrando in parlamento, per lo più grazie a contributo del Partito democratico, in barba a coloro che snobbavano paletti e “quote rosa” ecc.
Entrano finalmente massicciamente nel luogo principe dove vengono fatte le regole, le leggi, prese le decisioni.
L’ultima frontiera, quella ritenuta inespugnabile.
Quindi conquiste (di tutti) e crimini.
La riflessione, un pò minimalista da sbarbamentopensiero, forse anche troppo azzardata riguarda proprio la relazione fra i crimini contro le donne e una società che sta cercando di recuperare il “tempo perduto” rendendo onore al valore delle donne, anche se in sospetto di far di “necessità virtù”.
Ecco che da una parte c’è la consapevolezza diffusa collettivamente che il potere (sul lavoro, nella politica, nelle istituzioni), ma anche i ruoli come ad esempio nella famiglia debbano essere, come dire, rivisti per il bene comune e dall’altra le conseguenze che individualmente questo riequilibrio di poteri può scatenare in molti uomini, o meglio, nella parte maschile di un mondo maschilista.
Intendiamoci non per giustificare. Per cercare di capire credo dobbiamo pensare alle ossessioni generate dalle paure che nascono nella mente di chi non ha gli strumenti per attrezzarsi di fronte alle difficoltà della vita, che in genere immaginiamo economiche ma che in questa circostanza sconfinano nella sfera personale, privata, di relazione.
Crisi economica, crisi generazionale, e poi anche crisi di genere: l’uomo (quella parte ecc. ecc.) soccombe.
Non ha strumenti se non esercitare il “suo" potere: "o mia o di nessun altro!”. Per “lui” anche l’abbandono” della “sua” donna è proprio troppo!
"flash mob" femminista anni '70 |
In modo che ognuno, come persona possa contribuire alla crescita di tutti. E in questo l’uomo (quell’uomo) è sicuramente più debole anche se non lo sa e si esprime con la sua forza bestiale.
Forse fare qualche passo in questa direzione potrebbe essere già un buon otto (lotto) marzo.
paolo
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