6 agosto 2012

Stregato da Campiglia


Ospite di amici ho assaporato ancor più di quanto avessi fatto in passato le delizie di Campiglia Marittima. E’ uno di quei luoghi in cui ti ci trovi subito bene, accolto. Come se qualcosa dentro di te, scossa dall’incontro si risvegliasse, come in amore.
Se ne rimane stregati, ammaliati, incantati. Un incanto però che ti viene ricordato, scandito, intimato ogni giorno, anzi ogni ora, o meglio due volte ogni ora e una volta ogni mezzora del giorno e della notte da metallici rintocchi che nelle ore diurne si mescolano al tran tran quotidiano.
Ma la notte no!
Dodici rintocchi poco prima di mezzanotte. Dodici rintocchi a mezzanotte. Dodici rintocchi più uno, secco e deciso allo scoccare della mezzanotte e mezzo. Poi un rintocco poco prima delle una e un rintocco alle una e poi un altro rintocco "normale" più un rintocco secco e deciso alle 1 e mezza. Poi due rintocchi poco prima delle due e altri due rintocchi alle due, poi due rintocchi normali più uno secco e deciso alle 2 e mezza e così via senza interruzione trasformano quei suoni di campana, che dovrebbero testimoniare il senso della comunità dell’antico borgo, in una terrifica colonna sonora notturna.
Perché?
Che sia per sciogliere quella specie di stendhalniano incantesimo che ammalia l’ignaro viandante? 
Per favore qualcuno, sindaca o sindaco o parroco dia una risposta e ce ne faremo una ragione.
Paolo Maggi

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