5 dicembre 2013

Solo un giovane su tre considera l'AIDS un rischio


Nel mondo più di 35 milioni di persone vivono con l'HIV. In Italia 3800 nuovi casi nel 2012 e il più alto numero di morti per Aids in Europa.
E' questa l'estrema, amara sintesi di un'indagine Doxa realizzata per Cesvi in occasione della giornata mondiale contro l'Aids che rivela inoltre anche altri aspetti inquietantati: negli ultimi 11 anni sono in crescita il numero delle donne sieropositive e che, tra i giovani, 1 su 3 non percepisce il contagio della malattia come un rischio reale e quindi non si protegge.
L’Africa Sub Sahariana, con 1 adulto su 20 che ha contratto il virus, è la zona al mondo più colpita.
In occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, Cesvi rilancia la campagna “Fermiamo l’AIDS sul nascere”. Fino al 21 dicembre 2013 si può contribuire con un sms al 45503.
L’infezione da HIV continua a propagarsi e l’AIDS rimane la pandemia che miete più vittime al mondo. In Italia, sono soprattutto i giovani a sottovalutare i rischi della malattia: 1 su 3 pensa che "esiste ma è tenuta sotto controllo e non fa quasi più vittime", 1 giovane su 5 è a rischio perché non ne ha sentito parlare a scuola e solo raramente sui media. Solo il 35% dei ragazzi e ragazze in Italia, nonostante sappiano perfettamente che la via di trasmissione principale è quella sessuale, usa
abitualmente il preservativo nelle proprie relazioni e solo il 29% dichiara di aver fatto il Test dell’HIV. Le giovani donne si espongono maggiormente al rischio, sentendosi protette da una relazione stabile. E’ quanto rivela un’indagine Doxa realizzata tra i giovani dai 16 ai 34 anni per il Cesvi a trent’anni dall’identificazione del virus dell’HIV e in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS (1 dicembre). Cesvi rilancia “Fermiamo l'AIDS sul nascere”, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, giunta alla dodicesima edizione, con il duplice obiettivo di sostenere la lotta al virus nei Paesi più colpiti e rialzare il livello di attenzione fra i giovani italiani sulla necessità della prevenzione.
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità per il 2012 registra 3800 nuovi casi di persone infette. Complessivamente il numero di italiani sieropositivi tocca quasi i 140 mila.
Con un pericoloso aumento dei casi fra i giovanissimi e il picco di infezioni - il 36,1% dei casi totali – che torna a colpire dopo anni la fascia d’età 25-34 anni. Nel 2012, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,7% di tutte le nuove diagnosi. Gli ultimi dati UNAIDS 2013 rilevano il drammatico primato italiano: l’Italia, con 1700 decessi l’anno, è il Paese europeo con il più alto numero di morti per AIDS, un trend in crescita se si considera che nel 2001 i casi erano 1400.
Pao. Ma.

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