In barba alla crisi i toscani si dimostrano sempre più altruisti. Secondo i dati forniti da Cesvot in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato, nella nostra regione sono circa 300.000 i volontari attivi a fronte di un
aumento costante delle associazioni che nel 2013 hanno raggiunto il numero di 3.337 con un incremento del 10% rispetto al
2012. Di queste 1.116 lavorano in ambito sociale e si occupano di adozione, affido,
immigrati, profughi, attività ricreative, detenuti, handicap,
minori, giovani, anziani, assistenza alle famiglie, attività
sportive di carattere sociale, donne, e senza fissa dimora. 951, pari al 28.5%, sono impegnate nel
settore sanitario, organizzano cioè ambulatori medici, si occupano
di informazione e prevenzione sanitaria, di assistenza ospedaliera,
di donazione di sangue, di organi, di pronto soccorso. 326 associazioni, circa il 10%, si
occupano di cultura e, nello specifico, di archeologia, musei,
monumenti, biblioteche, archivi, arte, musica, teatro e cinema,
tradizioni e folklore. Altre 189 lavorano con la protezione
civile, 214 sulla difesa e tutela dell’ambiente, 409 sul
socio-sanitario, 39 sulla tutela e promozione dei diritti e 92 sul
volontariato internazionale. Dal 2005 ogni 10 nuove associazioni, 7
scelgono di lavorare in ambito sociale e culturale. Ma, soprattutto,
scelgono sempre più di concentrare la loro attenzione sui soggetti
deboli e vulnerabili della società: minori, anziani, malati,
immigrati, famiglie. Inoltre si nota una nuova tendenza delle
associazioni ad occuparsi dei temi della tutela e dell’advocacy, in
particolare rispetto a beni ambientali, territoriali, culturali, di
protezione civile e di volontariato internazionale. E’ il
cosiddetto no-welfare, l’ambito dove è maggiore la partecipazione
giovanile ma anche quello che è più difficile incontrare nei
tradizionali luoghi di rappresentanza. Per quanto riguarda il genere
la Toscana rispecchia quanto reso noto da Istat: il 46% dei volontari
è donna, mediamente i volontari hanno un età compresa fra i 30 e i
45 anni e il 52% ha un’occupazione fissa.
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