di Paolo Maggi *
Anche il giudice ha detto si. “Il giudice delegato – si legge in una nota della maison Gucci – ha verificato l'avveramento di tutte le condizioni sospensive”. La Richard Ginori può così far partire il piano industriale di rilancio proposto da Gucci. Il risultato è stato possibile dopo l’approvazione da parte dei lavoratori dell'ipotesi di accordo preliminare formulata al tavolo dai sindacati e dai rappresentanti di Grg (gruppo Gucci) per rilevare la manifattura fiorentina di porcellane nata nel 1735 e dichiarata fallita nel gennaio scorso.Su 303 lavoratori aventi diritto, 224 hanno votato sì, 21 no, con quattro schede bianche.L'organico della nuova Richard Ginori sarà quindi composto da 230 persone fino ad ora in cassa integrazione. Per i 73 lavoratori ai quali non è stato possibile trovare un collocamento nell'organico Gucci "ha voluto manifestare la propria disponibilità' a fornire opportunità' occupazionali alternative, strumenti per la ricollocazione e sostegni economici che sono stati concordati fino a 30mila euro". Gucci auspica quindi "che i percorsi occupazionali messi a disposizione riescano a perseguire l'obiettivo di salvaguardare l'occupazione per tutti i lavoratori, anche grazie alla disponibilità' delle istituzioni. Disponibilità che non si è fatta mai indietro. A partire dal sindaco di Sesto Gianassi che ha parlato di “una grande prova di maturità e di responsabilità da parte dei lavoratori della Ginori che, unitamente all'impegno del gruppo Gucci, apre una fase nuova per la manifattura di Sesto Fiorentino che ora finalmente potrà ripartire con la produzione e gli investimenti''. Anche il presidente della Provincia di Firenze Barducci ha parlato di una “votazione che rappresenta un passaggio fondamentale nell'intera vicenda ed un'assunzione di eccezionale responsabilità, che permetterà' all'azienda la salvaguardia occupazionale ed il mantenimento della competitività a livello internazionale''. L’assessore regionale Gianfranco Simoncini ha fra l’altro assicurato “la disponibilità della Regione ad accompagnare, con tutti gli strumenti che potranno essere messi in campo, la ricerca di soluzioni che permettano di non lasciare scoperto nessuno dei lavoratori”. “E’ un’opportunità storica – ha commentato Bernardo Marasco, segretario della Filctem-Cgil - che un’azienda prestigiosa che rappresenta storicamente il territorio come la Richard Ginori sia stata rilevata da un’altra azienda che fa proprio di questo rapporto fra lavoratori, territorio e brand il suo carattere distintivo”.
I forni della Richard Ginori
tornano a cuocere le preziose porcellane
Dopo oltre due secoli di splendore l'azienda negli ultimi vent'anni aveva visto un continuo declino determinato soprattutto da una gestione aziendale attenta solo ai profitti finanziari senza il minimo riguardo per la produzione. Senza investimenti nell'innovazione, nei macchinari e nella ricerca la più prestigiosa manifattura mondiale della porcellana è rimasta al palo. La produzione non era più all'altezza del suo marchio, del suo prestigio. Il 7 gennaio scorso il tribunale ne decretò il fallimento. Ultima speranza l'asta del 17 marzo scorso con un'unica busta da aprire: quella della maison Gucci.Ora è ufficiale: la Richard Ginori è nella galassia Gucci e rimarrà a Sesto Fiorentino, anche se con un pò d'accento francese, con un piano aziendale di rilancio credibile e approvato dalla maggioranza dei lavoratori.
* articolo pubblicato sul n. 107 di Coopinforma (giugno 2013)
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