Il nostro viaggio nella natura prosegue a piedi sull'Appennino da Bologna a Firenze camminando lungo la "Via degli Dei".
Nel nostro cammino, anche se l’itinerario
canonico prevede la partenza da Piazza Maggiore a Bologna e l’arrivo in
Piazza Signoria a Firenze, abbiamo voluto escludere i tratti cittadini, per
levarsi un po’ di asfalto, partendo dal piccolo
abitato di Badolo, lungo il Contrafforte Pliocenico nel comune di Sasso
Marconi, per chiudere con l’ascesa al Santuario di Monte Senario che
protegge il Mugello e la vallata di Firenze.
Da Badolo, subito in salita, parte il sentiero
per CAI n° 122 con le palle gialle e la scritta BO-FI (una delle poche
costanti). Subito decisa l’ascesa al Monte del Frate da dove si può
ammirare un bel panorama verso la val di Setta. Dopo una discesa si torna,
attraverso una larga strada bianca tra fattorie ed agriturismi, che di colpo
diventa uno stretto viottolo in salita, si torna a salire verso il costone
roccioso che domina il monte Adone dove solo sulla vetta ci si riposa, prima di
una netta discesa verso Brento che ospita un'osteria che promette molto bene
e una fonte d’acqua. Da qui si riparte su strada asfaltata, ma ancora
una volta in continuo saliscendi, verso Monzuno, distante 5-6 chilometri,
paese più grande, ricco di servizi e che ospita in estate numerose
manifestazioni, possibile sede anche di tappa. Da qui, sempre più su strada
asfaltata, si sale rapidamente (e con poche indicazioni), verso Montevenere che
si nota anche da distanza per una grossa torre della Telecom. Salita
impegnativa, specie in pieno giorno, verso una vetta che consente di scorgere
un bel panorama, anche se solo l’ultimo pezzo è attraverso sentieri
sterrati. Da qui si scende, attraverso una larga strada sterrata fino alle case
di Le Croci e, dopo una tranquilla (visto le precedenti) risalita al Monte del
Galletto si scende su Madonna dei Fornelli, nostro posto tappa. Paesino
carino, molto ospitale dove ci sentiamo di segnalare, per dormire, il Bad &
Breakfast “La Balestra”
ed il ristorante “I Fornelli” specialmente per i primi piatti.
Poco sopra la chiesetta di Madonna dei Fornelli, parte
subito la ripida salita lungo il sentiero CAI 19 fino al monte dei Cucchi.
Attraversando una bellissima foresta si scende fino al quadrivio di Pian di
Balestra da dove si segue l'asfalto fino al suo termine. Le indicazioni BO-FI e
strada Romana ci portano direttamente nel bosco, appena dopo il culmine del Monte
Bastione si trova il confine fra Emilia e Toscana. Qui sono visibilissime (tra
l’altro in zone in cui sono state costruite eleganti villette nel bosco)
tracce molto ben conservate di Flaminia Militare, ma anche cave, e segni
dell’intervento dell’uomo. Bellissimo il panorama che si apre a
Faggeta, dopo un cancello con la vallata del Setta che, ai piedi
dell’ampio pratone, mostra il meglio di se. Si supera il Casone e si
arriva alla Piana degli Ossi ed in località Passeggere, dopo il bivio per Bruscoli
si risale in maniera impegnativa fino ai 1200 metri
delle Banditacce “Cima Coppi” dell’escursione. Bella, anche
se non sempre ben segnalata, la discesa verso la Futa dove,
al Camping o alla Bottega poco più sotto, consigliamo di rifornirsi
abbondantemente di acqua, visto che non se ne
ritroverà fino a Sant’Agata. Costeggiato il cimitero tedesco della Futa
(magari uno può pensare anche ad una visita, pur essendo ben visibile anche da
fuori) luogo di grande riflessione, dalla strada che porta a Firenzuola, poco
dopo la rotonda, sulla destra dopo una cabina dell’Enel, riparte
il sentiero, non leggero, che attraverso numerosi saliscendi conduce al Monte
Gazzarro (che uno può raggiungere sino alla vetta oppure aggirare secondo le due
vie che portano all’Osteria Bruciata). La discesa, tutta nel bosco, non
sempre ben segnalata, è impegnativa, con appigli non facili, specialmente in
caso di pioggia, attraverso lo 00. Dal cippo in pietra dell’Osteria
Bruciata (la fonte è secca!) si trova l'indicazione CAI 46 per Sant'Agata.
Bella la discesa che offre ampi squarci sul Mugello, in particolare sulla zona
di Marcoiano, con la bella visione del Bilancino, che risplende soprattutto nel
pomeriggio. Il sentiero scende fino a Montepoli (volendo c’è acqua al
cimitero) passando dai ruderi delle case di Riarsiccio. A Sant’Agata,
oltre ai vari servizi, meritano una visita i tre musei (arte sacra,
archeologico e quello sulla civiltà contadina di Leprino) e l’antica
Pieve. Dal ponticino che arriva da Montepoli, se non si vuol visitare
Sant’Agata, si gira a destra, in direzione Galliano e dopo neanche un
chilometro, sulla sinistra, si trova il bivio per Gabbiano che attraverso una
strada abbastanza pianeggiante, prima sterrata, poi asfaltata, bei campi ed
alcune belle villette, si riscende su San Piero a Sieve costeggiando il campo
di golf. Qui, fine della nostra seconda e durissima tappa, ci sono varie
possibilità per dormire e mangiare: campeggio, pensioni, vari ristoranti e
pizzerie, anche se nel nostro caso ringraziamo la Polisportiva
per la possibilità immediata di fare docce e di cenare al campo
sportivo.
Da San Piero, o via asfalto o salendo prima alla
Fortezza di San Martino e poi al Trebbio, si arriva all’abitato di
Campomigliaio, dove, accanto al circolo SMS, parte la strada che porta al
cimitero e da li sale verso Montesenario. Sentiero CAI non sempre ben
segnalato, ma che, almeno nella prima parte, è difficile sbagliare visto
l’ampiezza della strada principale. In un bosco molto bello che si lascia apprezzare malgrado la salita ripida attraverso Caselline, si arriva, dopo un
difficile aggiramento di una fattoria, alla strada che da Bivigliano porta alla
Tassaia. Qui la si segue verso sinistra fino ad un bivio
sulla destra, nei pressi di un parcheggio sterrato (pochi metri più avanti, se
si ha voglia di una piccola deviazione la bella Badia di Buonsollazzo) da dove
parte un sentiero deciso verso Monte Senario. In poco più di 40 minuti si
arriva tranquillamente al bel santuario dove, magari gustando un Gemma
d’Abeto, si può godere, oltre che della tranquillità e magari di un
attimo di raccoglimento, di un panorama bellissimo. Da qui, per chi continua,
rapidamente attraverso le quattro strade e Fiesole (via strada quasi tutta) si
scende su Firenze.
Un percorso bello, vario e dunque accattivante ancora
non troppo conosciuto e, purtroppo, non valorizzato come dovrebbe. Un trait
d’union storico e culturale, attraverso una bella natura, anche se in
trasformazione che sinceramente ci sentiamo di consigliare.
Per questo itinerario ringrazio Alessio Barletti, autore, fra l'altro del volume "La flecha amarilla. Sul camino di Santiago" (Ed. Il granello di senapa).Pao. Ma.
Vedi anche:
Per questo itinerario ringrazio Alessio Barletti, autore, fra l'altro del volume "La flecha amarilla. Sul camino di Santiago" (Ed. Il granello di senapa).Pao. Ma.
Vedi anche:
https://paomaggiblog.blogspot.it/2008/02/per-le-strade-dellisola-delba.html
https://paomaggiblog.blogspot.it/2013/06/sgambata-in-mountain-bike-fra-toscana.html
https://paomaggiblog.blogspot.it/2013/06/sgambata-in-mountain-bike-fra-toscana.html
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