23 febbraio 2016

L'Istat fotografa un'Italia sempre più vecchia

E’ un vero e proprio disastro quello fotografato dal rapporto Istat nel 2015 sulla popolazione italiana. Una fotografia che mette in mostra un paese che invecchia, nascono sempre meno bambini e in cui la speranza di vita alla nascita diminuisce e la mortalità tra le donne è tornata ad aumentare. Ne viene fuori un paese in cui, fra l’altro, per la prima volta dal secondo dopoguerra, il tasso di mortalità ha raggiunto il 10,7 per mille e l’aspettativa di vita diminuisce per gli uomini di 0,2 anni (a 80,1 anni) e ancora di più per le donne (84,7 anni dagli 85 di un anno fa).
Inoltre nel 2015 le stime parlano di 310mila deceduti di sesso maschile e 343mila di sesso femminile con un rapporto pari a 90 morti di sesso maschile ogni 100 donne decedute. Nel 2015, evidenzia il rapporto dell’Istat le nascite sono state 488 mila, ben quindicimila in meno rispetto all’anno precedente portando il dato a un nuovo record di minimo storico dall’Unità d’Italia, dopo quello del 2014 (503 mila). Il ricambio generazionale non è più garantito ed è in peggioramento. E non si tratta di uno slogan: i morti sono stati 653 mila, statistica che implica una dinamica naturale della popolazione negativa per 165 mila unità. Il recente calo delle nascite, segnala l'Istat, è in parte riconducibile alla trasformazione strutturale della popolazione femminile in età feconda (15- 49 anni). Le donne in questa fascia di età sono oggi meno numerose e mediamente più anziane. Si avviano a terminare l’esperienza riproduttiva le baby-boomers (nate a cavallo degli anni ’60 e ’70) e al loro posto subentrano, gradualmente, le ridotte generazioni delle baby-busters (nate negli anni ’80 e ’90). Per quanto riguarda la popolazione residente, il rapporto segnala che è diminuita di 139 mila persone (-2,3 per mille). Al primo gennaio 2016 i residenti sono 60 milioni 656 mila. Gli stranieri crescono, invece, di 39 mila. In totale, gli stranieri residenti in Italia sono 5 milioni e 54 mila e rappresentano l’8,3 per cento della popolazione totale. La popolazione di cittadinanza italiana scende quindi a 55 milioni e 600 mila, e perde 179 mila residenti. Il saldo migratorio netto con l’estero è di 128 mila, corrispondenti a un tasso del 2,1 per mille. Questo perché ci sono state 273 mila iscrizioni e 145 mila cancellazioni, di conseguenza il saldo migratorio rappresenta un quarto di quello conseguito nel 2007, che fu l’anno di massimo storico per i flussi migratori internazionali. Le iscrizioni dall’estero di stranieri sono state 245 mila e 28 mila i rientri in patria degli italiani. Le cancellazioni per l’estero riguardano 45 mila stranieri e 100 mila italiani.
Pao. Ma.

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