Firenze - Ricordo il volto pulito e impertinente di un bel giovane del popolo, amato in particolare nei rioni di San Frediano e San Lorenzo.
Foffo, Rodolfo Boschi era uno di quei giovani schietti dal cuore generoso e coraggioso e sicuramente anche quel giorno il suo cuore di giovane comunista l'aveva portato dove sentiva ci fosse bisogno del suo coraggio e della sua generosità per interrompere una catena di giovani morti ammazzati da un terrore nero che incombeva in un paese al bivio fra democrazia e ritorno al fascismo. Io lo ricordo Foffo, compagno di strada e poi di partito. Ricordo quel giorno triste di 40anni fa in cui è stato ammazzato in via Nazionale a Firenze da un colpo di pistola dell'agente Basile. Ricordo le notizie concitate che arrivavano alla redazione toscana dell'Unità e ricordo la rabbia, la furia terribile di Raoul, il "Bambino" allora eroe dei Bianchi in calcioncostume. Erano inseparabili, Foffo e lui. Sbatteva pugni e testate, faceva paura asserragliato in quella nostra redazione blindata e stranamente ancora illuminata, fino alle prime luci del mattino.
...beato quel paese che non ha bisogno di eroi.
Paolo Maggi
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