nell'agenda che non ho il 27 gennaio è una data indelebile.
In quel giorno si aprirono i cancelli di uno dei luoghi di sofferenza più atroci.
Il mondo poté vedere, capire.
E' una data che tengo stretta nella memoria.
E’ una data che tengo stretta anche nel cuore.
Rinnova in me la consapevolezza che fantasie malate, paure, possono scardinare la mente umana e generare crimini e dolore veri e portare sofferenza, devastazione.
Le razze non esistono ma l’orrore del razzismo sì.
Insieme ai cancelli tristi di Auschwitz il 27 gennaio vorrei aprisse mente e cuore affinché le paure che s'annidano nell'animo umano si trasfomassero in sguardi e azioni d'amore.
paolo
Le foto le ho scattate ad Auschwitz nell'estate del '77.
Il video"DIETRO IL FILO SPINATO" l'ho preso in prestito da Giorgia Calvanelli che lo racconta così: "A Giorgia,
per incoraggiarla a continuare la sua opera per non dimenticare. Kitty"
Questa è una dedica a cui tengo particolarmente. A scriverla è Kitty Braun, sopravvissuta al lager di Bergen-Belsen, incontrata un pomeriggio nella sua casa di Firenze a pochi giorni di ritorno dalla mia visita ad Auschwitz con la macchina fotografica.
"Quanto ai miei sentimenti nei confronti dei responsabili di questi avvenimenti, sono di pietà per uomini che si sono abbassati a tale livello bestiale, e di paura che possano esserci ancora uomini simili".
Kitty Braun
Kitty Braun
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