Viaggio "tra arte, politica e società nell'Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione del Sessantotto" attraverso le opere di Guttuso, Fontana, Burri, Vedova, Castellani, Manzoni, Schifano, Merz e Pistoletto da domani in palazzo Strozzi a Firenze.
La mostra Nascita di una Nazione tra Guttuso, Fontana e Pistoletto a cura di Luca Massimo Barbero, vede per la prima volta riunite assieme opere emblematiche del fermento culturale italiano del secondo dopoguerra, gli anni del cosiddetto “miracolo economico”, momento di trasformazione profonda della società italiana fino alla fatidica data del 1968.
È in questo ventennio che prende forma una nuova idea di arte, proiettata nella contemporaneità attraverso una straordinaria vitalità di linguaggi, materie e forme. Un itinerario artistico che parte dalla diatriba tra Realismo e Astrazione, prosegue con il trionfo dell’Arte Informale per arrivare alle sperimentazioni su immagini, gesti e figure della Pop Art in giustapposizione con le esperienze della pittura monocroma fino ai nuovi linguaggi dell’Arte Povera e dell’Arte Concettuale.
LA MOSTRA
La mostra racconta la nascita del senso di Nazione
attraverso gli occhi e le pratiche di artisti che, con le loro sperimentazioni,
da un lato fanno arte di militanza e impegno politico, dall’altra reinventano i
concetti di identità, appartenenza e collettività collegandosi alle
contraddizioni della storia d’Italia negli anni successivi al cupo periodo del
fascismo e della guerra. Sono questi gli anni del cosiddetto “miracolo
economico”, momento di trasformazione profonda della società italiana fino alla
fatidica data del 1968, di cui nel 2018 ricorre il cinquantesimo anniversario.
È in questo ventennio che prende forma una nuova idea di arte, proiettata nella ontemporaneità attraverso una straordinaria vitalità di linguaggi, materie e
forme che si alimentano di segni e figure della cronaca. Come in una sorta di
“macchina del tempo” costruita per immagini.
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