1 dicembre 2012

Monumenti illuminati contro la pena di morte

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Ieri, 30 novembre i monumenti di 1600 città del mondo, di cui 400 in Italia, sono stati illuminati per ricordare che in 43 paesi esiste ancora la pena di morte. L’iniziativa internazionale «Cities for life» («Città
per la vita - Città contro la pena di morte »), promossa dalla Comunità di sant’Egidio alla sua decima edizione, si è svolta mentre all’Onu è in corso l’approvazione definitiva della risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni. Anche quest’anno a Roma il luogo simbolo di questa battaglia di civiltà, il   Colosseo, è stato illuminato per 24 ore.  Si è festeggiato l’ultimo successo: «l’abolizione della pena capitale in Connecticut » che è stato il quinto stato americano a rinunciarvi negli ultimi cinque anni (2007, New Jersey - 2008 NewMexico - 2010 NewYork - 2011 Illinois - 2012, Connecticut). All’appuntamento del Colosseo, oltre ad una ventina di ministri della Giustizia che hanno partecipato al convegno organizzato dalla comunità di sant’Egidio, erano presenti anche Shujaa Graham e Fernando Bermudez, condannati innocenti per omicidi mai commessi negli Usa, quindi il fondatore della coalizione del Texas «contro la pena di morte» David Atwood e Tamara Chikunova, fondatrice delle «madri contro la pena di morte » cui si deve gran parte del successo nell’abolizione della pena capitale in molti paesi dell’Asia centrale. «Non distogliere mai lo sguardo dalla centralità della persona, non solo in tema di abolizione della pena di morte, ma anche in funzione della crescita economica » ha affermato ieri il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Dopo aver ricordato la positiva evoluzione dell’abolizione della pena di morte negli
ultimi dieci anni - con 155 Paesi che hanno deciso di abolirla, a fronte dei 43 che la conservano - Rossi ha puntato l’indice su un triste primato. Nel 2011, in tutto il mondo, ci sono state
5mila esecuzioni, di cui ben 4mila in Cina, «a dimostrazione che è il dato della democrazia a fare la differenza sostanziale, e non solo l’economia». «È ora di imparare dai governanti illuminati
della Toscana - ha concluso - che hanno abolito la pena di morte per benevolenza e lungimiranza verso i cittadini».

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