di Paolo Maggi
pubblicato sul Magazine di Firenze e Prato
"Viva Piazza"
nel mese di ottobre 1998
per ingrandire cliccare sull'immagine
29 febbraio 2008
Un francobollo per Massaciuccoli
22 febbraio 2008
Val di Cornia: sei parchi e un museo
attraverso quattromila anni
Sei parchi e un museo per un viaggio nella storia dagli etruschi fino ai nostri giorni
Paolo Maggi
Siamo in Val di Cornia, nella striscia di terra dirimpetto all’isola d’Elba, dove sei aree costiere e collinari di inestimabile valore ambientale custodiscono, come un immenso scrigno naturale, i misteri, i segreti e lo svolgersi della storia nei secoli, dagli etruschi fino ai nostri giorni.

archeominerario
di San Silvestro
Come una straordinaria macchina del tempo, il parco di San Silvestro ti catapulta in uno scenario di rara suggestione. Tutto intorno è caratterizzato dai segni del lavoro. Scoli di lavorazione mineraria, dal periodo etrusco a quello medievale e rinascimentale, fino ai nostri giorni, si svelano agli occhi dei visitatori. Quattrocentocinquanta ettari nel sistema collinare a nord di Campiglia Marittima su un territorio ricco di giacimenti di rame, piombo, argento, zinco, stagno e di marmi pregiati. Come in un immenso archivio all'aperto, il Parco ci accompagna in un percorso alla scoperta della storia dell'uomo e dei suoi " villaggi minerari". All'ingresso i vecchi edifici delle miniere sono stati ristrutturati e ospitano il Museo Mineralogico, il Museo Archeologico, il Museo della miniera e i servizi di accoglienza. Di particolare interesse : "La Miniera del Temperino", na galleria lunga 360 metri che mostra l'evoluzine della lavorazione mineraria; il Castello di Rocca San Silvestro; i Percorsi archeominerari che si snodano in una serie di sentieri che partono dal Temperino e ci fanno visitare le testimonianze minerarie più significative del Parco; il Museo del Palazzo Pretorio di Campiglia Marittima che si può visitare con il biglietto del Parco e che mostra alcuni reperti di notevole pregio, rinvenuti durante gli scavi archeologici della Rocca.
e Museo
"Gli etruschi del ferro"

Il visitatore viene accolto nel Parco all'interno del Centro visite dove, può ammirare il corredo di una tomba rinvenuta intatta nella Necropoli delle Grotte, e attraverso una serie di pannelli espositivi ripercorrere tuta la storia di Populonia e del suo territorio. Una visita guidata alla Via dei Principi permetterà di ammirare la Necropoli monumentale di San Cerbone con le tombe a edicola e i tumuli di Populonia (VII-VIII sec. A.C.), mentre l'escursione lungo la Via del ferro mette in collegamento la parte bassa del Parco con il Centro di archeologia sperimentale attraversando i resti di antichi edifici legati all'attività siderurgica, rimasti in funzione dalla seconda metà del sesto secolo fino all'inizio del terzo secolo A.C..
Il percorso all'interno del bosco conduce alla necropoli delle Grotte, un complesso estremamente suggestivo portato alla luce di recente, con sentieri che si snodano nell'area delle antiche cave di pietra, sfruttate a partire dal VII Sec. A.C., e delle tombe che vi sono state scavate. Non mancano i percorsi naturalistici che portano alla scoperta della flora e della fauna.
Nel cuore del parco è stato realizzato un Centro di Archeologia sperimentale dove è possibile riscoprire le antiche tecniche di fabbricazione della ceramica e di lavorazione della pietra, un modo affascinante per avvicinarsi all'archeologia, per grandi e piccoli, per turisti e scuole con programmi giornalieri e anche specifici su richiesta, per bambini. Il Parco da marzo a maggio è aperto tutti i giorni (lunedì escluso), dalle 9 fino all'imbrunire, mentre da giugno a settembre rimane aperto dalle 9 alle 20 (martedì escluso), informazioni allo 0565 29002. Museo Archeologico culturalmente e funzionalmente connesso al Parco Archeologico di baratti, il Museo archeologico del territorio di Populonia, rappresenta il principale polo espositivo del Sistema dei Parchi della val di Cornia e illustra, attraverso suggestive ricostruzioni, le trasformazioni legate al popolamento del promontorio dalla preistoria fino all'età moderna. Ospita oltre tremila pezzi, tra manufatti preistorici, reperti provenienti dagli scavi delle necropoli etrusche di Populonia e materiali di epoca romana. Tra questi la celeberrima Anfora d'argento rinvenuta nel 1968 nel tratto di mare tra Baratti e San Vincenzo.
Parco costiero
della Sterpaia
Dietro la fascia dunale e pinetata che fiancheggia il tratto d'arenile tra Torre Mozza e la foce del Cornia ecco un lembo di foresta umida sfuggita come per miracolo al disboscamento. E' la Sterpaia, oggi inclusa nel sistema delle aree protette della Regione toscana in qualità di Anpil (Area naturale protetta di interesse locale) e rappresenta un rarissimo esempio dei boschi originari della Maremma. 296 ettari di superficie nel territorio di Piombino suddiviso in 17 ettari di arenili, per uno sviluppo di circa 10 chilometri di costa, 124 ettari tra aree dunali e retrodunali e 155 ettari tra boschi e radure agricole. Salvata da scempi e lottizzazioni abusive, ogni pianta di questa splendida foresta è nata spontaneamente e non ha subito alcuna modifica da parte dell'uomo. Nell'area monumentale del bosco della Sterpaia è stato predisposto un itinerario di visita che illustra con pannelli, gli aspetti storici e le peculiarità ambientali del parco in generale e della foresta in particolare. Il percorso segue anche un itinerario poetico-artistico dove viene proposto un collegamento tra natura, poesia e arte. Nei pressi delle querce più significative per forma e dimensioni, nove luoghi dsono stati contraddistinti da altrettante opere dello scultore fiorentino Marcello Guasti e accompagnate ognuna, da un verso poetico posto su tronchi di alberi caduti spontaneamente. Il bosco della Sterpaia è recintato e inaccessibile al pubblico. Per visitarlo sono obbligatorie sia la prenotazione sia il servizio guida.
Parco costiero
di Rimigliano
Una striscia di verde che s'affaccia sul mare dove la fanno da padrona lecci, sughere e pini, incastonata tra San Vincenzo e il golfo di Baratti. Si tratta di un parco di 600 ettari, prevalentemente naturalistico anche se sono ancora visibili alcune torri del sistema costiero di avvistamento e controllo di età medievale e moderna. Parte del territorio del parco era anticamente un lago lago di Rimigliano), prosciugato tra la metà del XIX e i primi decenni del XX Secolo. Oltre a un punto di ristoro, sono disseminati nel verde servizi igienici, docce, acqua potabile e aree pic-nic.
di Montioni
Parco forestale
di Poggio Neri
A due passi dall'antico borgo collinare di Sassetta troviamo il Parco Forestale di Poggio Neri: 700 ettari di cui 600 interamente boscati. Di grande interesse vegetazionale e faunistico, presenta le caratteristiche tipiche del bosco collinare maremmano con forte presenza di ungulati allo stato libero. Tracce di un'economia antica di carbone, castagne e di caccia sono ancora percepibili nei racconti e nelle tradizioni dei Sassetani.
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Informazioni: Parchi Val di Cornia Spa V. Lerario 90 - 57025 Piombinbo (Li) - te. 056549430 fax 0565 49733. Internet: hattp://parchivaldicornia.it - email: parchi.valdicornia@parchivaldicornia.it.
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I COMUNI DEL TERRITORIO
Storia, archeologia e natura sono le credenziali della Val di Cornia. Scrigno fra terra, cielo e mare costellato di paesi e borghi dove ancora batte il cuore antico della Toscana. Un paesaggio costiero e collinare ricco di emergenze storiche, di acque termali, di verdissime foreste, di giacimenti minerari e chilometri di spiagge.
Piombino antica città sul mare, di lunga tradizione industriale e capitale di un principato fino agli inizi dell'800 che ancor oggi conserva le tracce del suo passato di piccola corte rinascimentale. Dal Rivellino al Castello cinquecentesco, dal chiostro di Sant'Antimo alla chiesa di cittadella, fino al castello di Populonia. Da segnalare, nella splendida cornice di piazza Bovio, le attività svolte dall'Istituto di Biologia ed Ecologia marina. Campiglia Marittima, circondata da colline ricche di miniere di rame, piombo e argento, è un particolare borgo che conserva ancora oggi l'aspetto dell'antico villaggio medievale, con la Rocca, il palazzo Pretorio, dove ha sede il Museo archeologico e la Pieve romanica di San Giovanni. Un servizio navetta gratuito collega, in estate, Campiglia con il parco archeominerario di San Silvestro. San Vincenzo, con il suo porticciolo, lambito da una sabbia finissima, è una cittadina balneare tra le più attrezzate della costa. Offre. oltre alle sue bellezze naturali, grandi possibilità per il turismo sportivo. L'antico borgo di Sassetta, costruito sulla roccia e sviluppato intorno al castello e alla chiesa di Sant'Andrea, si propone agli amanti della natura con la sua rete di sentieri attrezzati per il trekking. Un percorso tra una fitta rete di vicoli e stradine che si snodano nel cuore di Suvereto mostra le antiche strutture architettoniche di qeusto suggestivo borgo medievale: dal Castello, alla chiesa di San Giusto, dal palazzo comunale, alla chiesa della Madonna Sopra la Porta.
Articolo pubblicato nel febbraio 2002, sul n. 62 di Coopinforma
UN PARCO PER GLI ETRUSCHI

Festa grande nell’incantevole golfo di Baratti per l’inaugurazione ufficiale del “Parco Archeologico di Baratti e Populonia” che custodisce un vero e proprio “regno della civiltà etrusca”. Ai piedi della medievale rocca di Populonia, tra il golfo, il gruppo di piccole case, il molo e il promontorio di Piombino, il Parco racchiude in oltre 80 ettari le vestigia di civiltà e popoli antichissimi. Incastonata nella suggestiva bellezza naturale del golfo, si presenta in tutta la sua straordinaria forza anche la ricchezza delle presenze archeologiche che illustrano le diverse fasi culturali e storiche che si sono avvicendate nei secoli. Dai primi insediamenti dell’età del ferro (IX-VIII sec. a.C.) alle estese necropoli orientalizzanti e arcaiche (VII-VIII sec. a.C.), dalle tombe a tumulo e a edicola di San Cerbone, del Casone o di Poggio Porcareccia fino a quelle ellenistiche (IV-II sec. a. C.) con le suggestive tombe ipogee scavate nel tufo e nascoste nel bosco località Le Grotte e le particolarissime sepolture venute alla luce recentemente nella zona di un’antica cava di arenaria. Un’importanza del sito archeologico sulla terraferma che si conferma anche nel mare che l’accarezza, dove molti sono i relitti di imbarcazioni prevalentemente romane con rinvenimenti di veri e propri tesori, come il carico di spezie e essenze del Pozzino e la famosa Anfora d’argento, custoditi nel Museo Archeologico di Firenze. Nell’ambito della vasta possibilità di percorsi, il Parco propone due itinerari di maggior attrattiva: il primo interessa la zona centrale del golfo dove si trovano le necropoli orientalizzanti e arcaiche (tomba Dei Carri, dei Letti Funebri, Delle Pissidi ecc.), le tombe a edicola e a cassettone o sarcofago, con la possibilità di visitare anche edifici industriali utilizzati dal IV al III sec. A. C per la lavorazione del ferro; il secondo percorso continua a ritroso nella storia alla scoperta del suggestivo sentiero che attraverso il bosco porta alle sepolture ipogee di età ellenistica, accessibili attraverso un breve corridoio a gradini. A ridosso della necropoli presso le cave di calcaree poi si possono ammirare imponenti fronti di roccia con decine di tombe a camera, alcune delle quali disposte su due livelli. Nell’insieme la visita completa del parco richiede circa 6 ore. Con la nuova gestione affidata ai “Parchi della Val di Cornia”, società a prevalenza pubblica alla quale i Comuni hanno demandato la gestione del sistema dei parchi della Val di Cornia, i visitatori possono disporre anche di un Centro di documentazione multimediale, servizi di ristoro, programmi personalizzzati per le scuole e visite guidate. Il ciak sarà dato sabato 11 luglio alle 10 in punto dal vice presidente del Consiglio Walter Veltroni. A luglio il parco resterà aperto tutti i giorni dalle 9 alle 20 con chiusura il lunedì, mentre d’agosto tutti i giorni dalle 9 alle 20. Le tariffe sono differenziate a seconda dei servizi richiesti, del settore interessato alla visita e dalle riduzioni previste. Il biglietto base intero costa 12 mila lire. Per informazioni rivolgersi alla Società parchi Val di Cornia, tel. 0565/49430.
5 febbraio 2008
Nella nursery di tartarughe e cicogne
4 febbraio 2008
Padule di Fucecchio
Dopo tre secoli la cicogna torna a riprodursi
di Paolo Maggi (sett. 2005 - Coopinforma n. 76)
Leon Battista Alberti
A Palazzo Strozzi si celebra l’uomo del Rinascimento
Dall’11 marzo al 23 luglio 2006 di scena la mostra “L’uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le arti a Firenze fra ragione e bellezza”.
di Paolo Maggi (febbraio2003)
C’è, probabilmente la mano di Leon Battista Alberti dietro “La città ideale”, il misterioso e suggestivo dipinto quattrocentesco, in passato attribuito a Piero della Francesca, simbolo universale del classicismo e della perfezione formale del Rinascimento. A testimoniarlo è un disegno nascosto sotto la superficie pittorica del dipinto conservato nel Palazzo Ducale di Urbino, venuto “alla luce” in seguito a ricerche effettuate con nuove tecniche diagnostiche. Il disegno è identico al dipinto, “un rarissimo caso di fotocopia monocroma”, come lo ha definito l’esperto internazionale di diagnostica Maurizio Saracini e che secondo Gabriele Morolli “prefigura alla perfezione forme, volumi e prospettiva dell'intera rappresentazione rivelando l'opera non di un pittore, ma di un architetto come Alberti”. Ma c'è di più: «Gli edifici rappresentati - aggiunge Morolli - non solo sono fedeli trascrizioni di architettura descritte nel trattato albertiano "De Re Aedificatoria", ma citano anche note opere di Alberti, in particolare Palazzo Rucellai e la facciata di Santa Maria Novella a Firenze, il tempio Malatestiano a Rimini. Niente ci proibisce dunque di pensare che Alberti abbia realizzato il disegno e che altri lo abbiano colorato». Si tratta di una delle sorprendenti, recenti acquisizioni intorno all’opera enciclopedica e spettacolare di Leon Battista Alberti che faranno parte delle circa 200 opere della mostra “L’uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le Arti a Firenze tra Ragione e Bellezza” che dall’11 marzo al 23 luglio 2006 si terrà in Palazzo Strozzi a Firenze. La rassegna a cura di Cristina Acidini e Gabriele Morolli propone opere in gran parte di Alberti e di grandi artisti sui quali si è esercitato l’ascendente delle sue teorie come Donatello, Ghiberti, Beato Angelico, Bernardo Rossellino, Andrea Del Castagno, lo Scheggia, Filippino Lippi, Filarete, Verrocchio, Botticelli, e molti altri. Si tratta di 34 dipinti, 22 disegni, 30 sculture o rilievi, 4 elementi architettonici, 11 gessi, 231 manufatti fra tessuti, modellini e oreficerie, 6 medaglie, 20 manoscritti, 5 lettere, 13 volumi a stampa. Tra i pezzi più ghiotti anche alcuni straordinari Donatello: la Madonna con Bambino eccezionalmente prestata dal Louvre, il Banchetto di Erode dal musèe des Beaux Art di Lille, la Madonna col bambino e Angeli del Victoria and Albert Museum. Ma anche la Presa di Troia del Maestro di Apollo e Dafne prestata dalla New York University, la placchetta ritenuta Autoritratto di profilo di Alberti della National Gallery di Washington, la Calunnia di Botticelloi dagli Uffizi, l’Armadio degli argenti di Beato Angelico dal Museo di San Marco e La città ideale, da Urbino. Un apporto particolarmente importante alla mostra è dato da
un gruppo di documenti inediti provenienti dagli archivi familiari che consentono di ricostruire il sofferto rapporto che Alberti ebbe con la famiglia. In particolare un albero genealogico su pergamena gualcita di 14 centimetri per 25. Un vero piccolo tesoro apparentemente insignificante, che per secoli non aveva attirato l’attenzione degli studiosi, ma che oggi si è rivelato estremamente importante, scritto da Leon Battista Alberti in persona e che sarà esposto per la prima volta in Palazzo Strozzi. La mostra che si tiene a conclusione della manifestazioni per il VI centenario della nascita di Leon Battista, promossa e prodotta dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con il patrocinio del Presidente della Repubblica, oltre a candidarsi come l’evento artistico fiorentino del 2006, sarà una pietra miliare per capire meglio “quest’uomo del Rinascimento” attraverso le innumerevoli testimonianze architettoniche, pittoriche, matematiche, chimiche, musicali. Di notevole pregio anche il catalogo realizzato da Mandragora e Maschietto editore, che insieme gestiscono anche il bookshop della mostra. Le due case editrici fiorentine si sono unite in doppio marchio “per affermare – hanno sottolineato i due editori Mario Curia e Federico Maschietto la comune volontà di costruire una realtà cittadina in grado di confrontarsi con i maggiori competitori nazionali”.
La mostra rimarrà aperta tutti il venerdì dalle 9 alle 23 e gli altri giorni dalle 9 alle 20 (info Sigma C.S.C. tel. 055 2469600).
Nuovo Museo di Strumenti Musicali
Massa Marittima
Nell’antica chiesa di S. Pietro all’Orto
il Museo degli strumenti musicali
In mostra anche un pianoforte uguale a quello usato da Mahler. Vi si può ammirare in diretta anche l’arte del restauro. Un affascinante viaggio alla scoperta dell’evoluzione degli strumenti musicali dell’occidente.
di Paolo Maggi (novembre 2003)
Forte piani, pianoforti e uno splendido clavicembalo del ‘600, muti testimoni di melodie religiose e antiche sonate, accolgono il visitatore nel Museo degli Strumenti Musicali di Massa Marittima, inaugurato nella scorsa estate, e lo accompagnano in viaggio appassionante. Un viaggio attraverso l’evoluzione tecnologica, stilistica e di gusto degli strumenti musicali, reso possibile grazie a Lorenzo Ronzoni, appassionato collezionista e restauratore di strumenti musicali, soprattutto di organi meccanici antichi.
Dopo aver stipulato un accordo con l’amministrazione comunale e aver dato vita, con il suo prezioso patrimonio, ad una Fondazione senza scopi di lucro, Lorenzo Ronzoni ha potuto allestire il percorso museale in alcuni locali all’interno del complesso di San Pietro All’Orto, da lui personalmente restaurati, anche riportando alla luce monofore e frammenti di affreschi della prima chiesa di Massa Marittima, dei quali non se ne conosceva neppure l’esistenza. Uno scenario suggestivo dove fanno dove possiamo ammirare,fra gli altri, un clavicembalo del ‘600, quattro Forte piani datati rispettivamente 1790 al 1820, 1840 e 1860 e un pianoforte a coda Bluthner, uguale a quello che usava Mahler, del 1904. Una vera e propria delizia per gli appassionati ma anche per i profani e per tutti coloro che intendono aprire una finestra singolare e affascinante sulla nostra storia che “racconta l’evoluzione del pianoforte, simbolo eminente della civiltà musicale occidentale”. All’interno del Museo inoltre i visitatori possono ammirare in diretta, in un apposito laboratorio, le varie fasi del restauro. “Si tratta di un percorso unico nel suo genere con organi di rara bellezza e importanza – dice Lorenzo Ronzoni – raccolti soprattutto quando, in seguito ad una errata interpretazione dei dettami del Concilio Ecumenico Vaticano II, molte chiese si
3 febbraio 2008
Per le strade dell’isola d'Elba


Dopo nemmeno un chilometro costeggiamo il golfo di Cavoli con l’unica spiaggia bianca dell’isola e, curiosità non da poco, nel retrospiaggia, vi cresce l’unico esemplare spontaneo sull’isola di “Maclura pomifera”, magnifica pianta del Texas dai curiosi frutti. La strada poi abbandona la costa per tagliare il promontorio di Capo Poro, vera e propria terra del vino, altra delizia dell’isola, che chiude a ovest il golfo di Marina di Campo (5 Km). Lasciato il “paese più mondano” dell’Elba e la sua bellissima spiaggia, passiamo da San Mamiliano (1 Km), da dove il nostro percorso inizia a salire per attraversare il monte Tambone che scavalchiamo a quota 261 m. (4 Km), dove si gode di un panorama mozzafiato sui golfi di Lacuna e Stella e il monte Calamita. Una bella discesa ci porta poi fino a Lacona (4 Km) che vanta, in una parte del suo arenile, una preziosa fascia dunale dove rinasce e fiorisce ogni anno quella vegetazione che ha il suo massimo splendore nel “Pancratium Maritimum”, il candido giglio della sabbia. Dopo Lacona costeggiamo una parte del golfo Stella per poi addentrarci nell’interno fino a incontrare la provinciale che unisce Portoferraio a Capoliveri e Porto Azzurro, quindi imboccarla sulla destra fino all’abitato di Capoliveri. 167 m. (11 Km). Una splendida piazzetta immersa in un borgo medievale e una spiccata iniziativa locale ne fanno uno dei centri estivi più ricercati e, d’estate, la capitale del jazz. Nei dintorni splendide insenature e ovviamente il monte Calamita, 413 m. con le sue miniere e la scogliera di Punta dei Ripalta, dove in primavera nidificano migliaia di gabbiani.

2 febbraio 2008
In Toscana la "Chiocciola" va forte
di paolo Maggi (Coopinforma n. 84)
