di Paolo Maggi
Il picchiettare ritmato del picchio o l'apparire "rumoroso" della ghiandaia marina e, con il caldo d'estate, il frinire delle cicale sono alcune delle note speciali che compongono la colonna sonora dell'emozionante spettacolo naturale che si presenterà al visitatore dell'Oasi WWF di San Felice.
Un lembo di costa maremmana fra Castiglione della Pescaia e principina che dal luglio scorso è dientato Oasi affiliata del WWF, grazie a un accordo fra il gruppo Allianz e Comune di Grosseto, sotto l'egida del WWF. Allianz si è impegnata a gestire i 50 ettari della tenuta di sua proprietà, secondo i rigorosi criteri stabiliti dal WWF per queste speciali riserve naturalistiche e in accordo con i programmi di tutela delle amministrazioni locali.
L’Oasi San Felice è certamente uno dei luoghi più preziosi di quel sistema dunale della
Maremma, che rappresenta uno dei tratti più lunghi e meglio conservati del
litorale tirrenico. Si presenta ancora integro e ospita un’interessante flora delle sabbie, una zona umida costiera lambisce l’area meridionale.
Verso l’interno, si trova la zona della duna consolidata, colonizzata da arbusti e cespugli di macchia mediterranea, fino poi arrivare a riconoscere l’andamento delle vecchie dune ‘fossili’.
Una habitat integro che è raro vedere, considerato uno dei dieci tratti di costa italiani più preziosi e oggi a rischio di scomparsa. le coste italiane sono infatti vittime di un un processo rapido e di grande impatto, con spiagge che arretrano anche di metri, determinato dagli impatti dell'uomo: prelievo di ghiaia dai corsi d'acqua, costruzione di dighe lungo i fiumi, una gestione sbagliata
delle spiagge con l'eliminazione delle piante tipiche delle dune e la distruzione in mare della posidonia. Senza dimenticare i cambiamenti climatici che sta alterando gli equilibri naturali del mare.
Da un rapporto del WWF, si è calcolato che su circa 8000 chilometri di costa, soltanto 362 aree sono risultate libere, cioè non interessate da insediamenti umani, per un totale di circa 2200 ettari. Dunque il 29% delle coste è integralmente libero, il 13% è oggetto di occupazione parziale, il 58% di occupazione estensiva. Il 42% delle spiagge italiane è in erosione, soprattutto a causa della carenza di sedimenti dovuta alla costruzione di sbarramenti, al dragaggio di sabbia e ghiaia dagli alvei fluviali e alla costruzione di porti e strutture che bloccano l’arrivo al mare dei sedimenti in grado di ricostruire la spiaggia erosa. Un approccio devastante in un paese in cui 33 aree costiere, per un totale di 4.500 chilometri quadrati, sono a rischio, come si afferma in uno studio sulla vulnerabilità climatica del nostro Paese.
Diventa un impegno di tutti quindi fare ogni sforzo possibile per preservare questi habitat partendo proprio dalle 10 spiagge selvagge che rappresentano il meglio di ciò che è rimasto in Italia: il Parco Migliarino San Rossore; le dune della maremma toscana; il Parco del Circeo; il delta del Po; la costa ionica lucana; la costa della Riserva naturale di Torre Guaceto; la costa della Riserva naturale di Torre Salsa; la costa di Vendicari e Capo Passero; l’area di Piscinas - Pistis e l’area di Porto Pino. Nella primavera del 2008, durante la Giornata delle Oasi WWF, si terrà l'inaugurazione ufficiale dell'Oasi di San Felice.
Per altre informazioni visitare il sito www.oasisanfelice.it
15 ottobre 2007
Nasce l'Oasi di San Felice
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