“Noi siamo la sinistra che vuole rappresentare anche la
Firenze degli ultimi, delle donne, di chi non ha lavoro, la Firenze
dell’integrazione, dell’uguaglianza, culturalmente aperta sia a livello sociale
sia a livello dei diritti e non una città vetrina” l’ha detto Antonella Bundu, nera, fiorentina e
di sinistra candidata sindaca di Firenze.
La candidatura di Antonella Bundu ha fatto convergere associazioni
e partiti politici come Firenze Città aperta, MdP, Possibile, Potere al Popolo,
Rifondazione, Sinistra Italiana e PaP con il sostegno del gruppo consiliare del
Comune Firenze Riparte a Sinistra e dei gruppi dei partiti della coalizione che
dopo quasi un anno di dialogo, a volte difficile, hanno trovato in Antonella
Bundu l’espressione comune per “restituire a Firenze la vocazione di città
internazionale e della pace, dei suoi valori storici di città antifascista,
aperta e accogliente verso tutti i cittadini del mondo”, come si legge in una
nota dell’Associazione Firenze città aperta.
Occhi che bucano, un sorriso aperto e un fisico asciutto,
atletico da runner che non si è risparmiata per ben due volte la mitica “100
chilometri del Passatore”. Antonella Bundo è nata a Firenze 49 anni fa da un
padre originario della Sierra Leone venuto a studiare nella città toscana e da
madre fiorentina.
Ancora bambina, a tre anni, Antonella è andata a vivere in
Sierra Leone, a Freetown dove suo padre lavorava come architetto e la mamma
insegnava matematica. “All’inizio – ha detto fra l’altro Antonella Bundu -, è
stata dura. A 17 anni, dopo un continuo andirivieni tra la città
Africana e Firenze mi sono trasferita a Liverpool in Inghilterra, in un quartiere che era una specie di Bronx abitato
soprattutto da poveri, la stragrande maggioranza neri. Erano gli anni Ottanta del
secolo scorso, attraversati da razzismo, violenza e tensioni, la polizia dava la caccia ai neri. Dovevi per forza scegliere, essere partigiano”.
Dopo tre anni torna a Firenze frequenta la Scuola
interpreti, lavora e si impegna a livello politico ma mai in un partito,
attenta a quel che succedeva e alle cose che riteneva giuste come il Social Forum e l'integrazione e, recentemente avvicinandosi al “Modello Riace” e all’esperienza
di Vicofaro.
In una sorta di piccolo miracolo
“Ci
sono tantissime persone che da tanti anni non vanno a votare – ha sottolineato
Bundu nei giorni scorsi all’assemblea di Firenze città aperta - che finalmente
spero riescano a trovare un motivo per tornare alle urne".
In bocca all’urna Antonella, nera, fiorentina e di sinistra!
Pao. Ma.