La Toscana in prima linea anche nel combattere il dolore che accompagna le patologie gravi. Non una legge per legalizzare i derivati della cannabis, ma piuttosto una legge per sancire il diritto del malato a utilizzare il farmaco più adatto quando il dolore è cronico o accompagna il fine vita. Un gruppo di consiglieri del Pd ha presentato una proposta di legge regionale per l'utilizzo di farmaci cannabinoidi nella terapia del dolore e nelle cure palliative. “Una legge che ho pensato dopo aver lavorato con Alessia Ballini (consigliera regionale uccisa dal cancro nel febbraio scorso) - ha detto fra l'altro, il consigliere regionale Enzo Brogi, primo firmatario della proposta di legge- che mi raccontava quanto fosse importante assumere sostanze cannabinoidi prima della chemioterapia per combattere dolore e nausea". Importanza ma soprattutto efficacia confermata da numerosi studi internazionali su riviste accreditate scientificamente che hanno dimostrato infatti da tempo che i derivati naturali, di sintesi e semisintetici della cannabis possono essere farmaci utili per l'impiego terapeutico nella cura del glaucoma, nella prevenzione degli effetti collaterali di terapie come nausea e vomito da chemioterapie, nel controllo di alcune spasticità croniche e come adiuvante nel controllo del dolore cronico associato alla sclerosi multipla. La Regione Toscana già nel 2002 aveva deliberato che le Asl toscane potevano importare ed erogare farmaci non registrati in Italia facendosi direttamente carico delle spese per l'acquisto. Di fatto non essendo poi seguita nessuna norma applicativa è stato comunque impossibile garantire il diritto all'accesso a questi farmaci. Ulteriori passi avanti a livello nazionale sono stati fatti nel 2007 quando Livia Turco, allora Ministro della Salute, aveva inserito nella lista delle sostanze stupefacenti e psicotrope, due farmaci derivati dalla cannabis, il Delta-9-tetraidrocannabinolo ed il Trans-delta-9-tetraidrocannabinolo (Dronabinol) ed un farmaco cannabinoide di sintesi, il Nabilone.Sancendo così la possibilità di utilizzare tali farmacinella terapia farmacologica (terapia del dolore, sclerosi multipla), creando importanti basi normative per autorizzarne l'immissione in commercio nel mercato italiano. Allo stato attuale, i derivati cannabinoidi non sono ancora reperibili nelle farmacie aperte al pubblico e chi si trova in condizioni dolorose e potrebbe alleviare le proprie sofferenze, di fatto ancora non può utilizzare i farmaci più adatti. “E’ qui che si inserisce la proposta di legge toscana – spiega Brogi - colmando un vuoto legislativo in una materia così delicata". L'iter sarà lungo ma

* Articolo pubblicato nel numero 99 della rivista Coopinforma (maggio 2011)
mi piace, speriamo che vada in "porto"
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