31 marzo 2016

Arezzo: appuntamento con la Naturopatia



"Cos'è la naturopatia e come può aiutarci a
vivere meglio" è il tema della conferenza che Maria Grazia Campus terrà sabato 2 aprile alle ore 11 allo studio di Pedagogia Clinica di Manuela Carboni, in via Montefalco 50 ad Arezzo.
Avrete molte volte sentito parlare di Fiori di Bach, Alimentazione naturale, riflessologia plantare e molte altre discipline o strumenti che aiutano a promuovere la salute. Ma come li scegliamo? Qual è la professionista a cui
possiamo affidarci? E con quale intento?
Più spesso ci viene da chiedere o ci viene chiesto “cosa ti manca per essere felice?” e se invece ci domandassimo “cosa abbiamo per essere felici”? Abbiamo molte risorse di cui non sempre siamo coscienti, dando valore a queste è possibile migliorare il nostro stato di benessere.
In un dialogo con le persone presenti la naturopata Maria Grazia Campus parlerà delle possibiltà che dà la naturopatia, delle tecniche, della conduzione di sessioni individuali e di gruppo.  Ingresso libero (info carbonimanu@gmail.com - 366137230).

30 marzo 2016

Canto corale a Cerreto Guidi



Torna alla Pieve di San Leonardo a Cerreto Guidi l'appuntamento con la Rassegna Internazionale di Canto Corale, giunta quest'anno alla sua quinta edizione. Sarà inaugurata giovedì 31 marzo alle 21.15 con un concerto della corale “The International School of Kuala Lumpur” (Malesia), diretta da  Kate Meininger e Will Chisholm.
ISKL è una scuola privata di Kuala Lumpur, Malesia, frequentata da più di 1600 studenti da più di 60 paesi. Il dipartimento musicale è uno dei più rigorosi e prosperi tra i programmi della ISKL.
Il tour in Italia comprende studenti fra i 14 e i 18 anni di tutte le nazionalità.
Will Chisholm: Direttore strumentale della ISKL. Precedentemente Will insegnava alle band e ai cori e occasionalmente storia al Pacific Northwest of the U.S. inoltre si è esibito come cantante e percussionista con diverse corali fra cui l'Arts Ensemble di Portland, e Les Otto’s Polka Pals.
A Kuala Lumpur, Will insegna a band sinfoniche. Questo è il suo secondo tour in Italia, la prima volta nel 1996 con i cantanti dell'università di Portland.
Kate Meininger: direttrice di coro e insegnante di pianoforte alla Scuola Internationale di Kuala Lumpur. Prima di arrivare in Malaysia, Kate insegnava in molti corsi di canto e musica alla Scuola Internationale di Panama e in Colorado (USA). Come insegnante in scuole internazionali, a Kate piace molto insegnare e viaggiare con gli studenti che hanno vissuto ovunque nel mondo. Nel suo sesto anno all'estero, Kate ha diretto, e con i suoi studenti ha partecipato, a festival musicali in numerosi Paesi:, Panama, Costa Rica, Malaysia, Cina, Olanda, Singapore, Inghilterra, Lussemburgo, Tailandia, Filippine, Austria, e adesso, Italia!
L’ingresso al concerto è libero.

19 marzo 2016

Ecco chi ha davvero sparato a Garibaldi


Arrigo Petacco e Marco Ferrari raccontano la storia del bersagliere che ferì l'eroe dei Due mondi. Lunedì 21 Marzo alle ore 18,30 alla Feltrinelli di Via dei Cerretani 40 R a Firenze verrà presentato il libro “Ho sparato a Garibaldi” edito da Mondadori. Marco Ferrari, giornalista a lungo impegnato a Firenze, ne parlerà con Claudio Carabba e Giovanni Maria Rossi.


“Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba, Garibaldi che comanda, che comanda il battaglion!”: Quasi tutti, grandi e piccini conoscono la canzoncina ma pochi sanno chi fu a ferire davvero Garibaldi. Si chiamava Luigi Ferrari, forse l’unico eroe del Risorgimento a non poter andare fiero della florida stagione che fece nascere l’Italia. Non solo, se per Garibaldi l’Aspromonte fu sinonimo di gloria, per Ferrari ha rappresentato la più grande umiliazione della vita. Un’onta che il luogotenente dei bersaglieri si trascinò fino al suo paese natale, Castelnuovo Magra, dove era tornato, ferito a sua volta e con un piede di legno, in veste di sindaco con il segno indelebile della sua poco onorevole impresa.
“Tutto è nato con una foto – dice lo storico Petacco, autore con Marco Ferrari del libro –
la stessa immagine di Luigi Ferrari che era presente in casa mia e in casa di Marco Ferrari. Lo chiamavano l'Eroe ma si sapeva poco di lui. Così abbiamo messo insieme le notizie che avevano di Luigi Ferrari, che era un nostro comune antenato, anche se parliamo di cinque-sei generazioni passate”. Arrigo Petacco e Marco Ferrari si sono messi sulle tracce dell’ex bersagliere e svelano la sua vita sconsolata, segnata dall’amore mai vissuto per la bella Martina e da quell’episodio dell’Aspromonte, sino alla redenzione finale, restituendoci il ritratto di un’epoca, di un borgo di confine, di una comunità e di una famiglia che ha sempre difeso quel povero soldato che non aveva fatto altro che obbedire agli ordini.
Luigi Ferrari partecipa alla battaglia di Goito, viene inviato in missione segreta a Carrara, allora  ducato di Modena, a fomentare le rivolte popolari, diventa sergente dei bersaglieri e partecipa all’assedio di Gaeta dove, dopo più di cento giorni, Francesco II e Maria Sofia si arresero segnando la fine del Regno delle Due Sicilie e l’inizio dell’Italia unita. Per poi concludere la carriera militare sull’Aspromonte, dove ferisce Garibaldi a un piede e viene a sua volta colpito da un garibaldino. Le camicie rosse sono state fermate, Ferrari ottiene la medaglia d’oro. La consacrazione avviene nella Firenze capitale, invasa dai ministeriali torinesi. Ma la motivazione rappresenterà il suo cruccio e la sua rovina, lui che aveva mirato al piede anziché al cuore, seguendo gli ordini ma evitando l’irreparabile: «Mi avete colpito volontariamente in basso?» gli aveva chiesto l’Eroe dei Due Mondi a Scilla. «Fin da ragazzo sono stato abituato a tirare di caccia. Ho preso un merlo a trenta metri quando avevo dodici anni» gli aveva risposto Ferrari, confermando. Quindi Ferrari morirà da sindaco, assistito dalle amorevoli cure della sorella Natalina Livia e dalla nipote Letizia nella casa paterna. Il suo ultimo, straziante desiderio: «Voglio raggiungere Garibaldi così come l’ho lasciato a Scilla».

Marco Ferrari giornalista, scrittore e autore televisivo. Ha esordito nella narrativa nel 1988 con il romanzo Tirreno, cui hanno fatto seguito I sogni di Tristan, Alla rivoluzione sulla Due Cavalli (dal quale ha tratto la sceneggiatura dell'omonimo film che ha vinto il Pardo d'Oro al Festival di Locarno 2001), Grand Hotel Oceano, La vera storia del mitico undici, Ti ricordi Glauber, Cuore Atlantico, Morire a Clipperton, Le nuvole di Timor. Il suo ultimo libro, il reportage Mare verticale, ha raggiunto la quarta edizione.
Arrigo Petacco è nato a Castelnuovo Magra (La Spezia) e vive a Portovenere. Giornalista, inviato speciale, è stato direttore della «Nazione» e di «Storia illustrata », ha sceneggiato film e realizzato programmi televisivi di successo. Nei suoi libri affronta i grandi misteri della storia, ribaltando spesso verità giudicate incontestabili.
Pao. Ma.

13 marzo 2016

Edward Hopper in mostra a Bologna

Fotografia, cinema, letteratura devono molto a lui. Edward Hopper con i suoi personaggi sospesi in atmosfere nette, nitide, figure quasi surreali e allo stesso tempo presenti immerse in una luce fredda e solare, anche in interni. Dal 25 marzo al 24 luglio 2016 palazzo Fava a Bologna ospiterà ben 160 opere del pittore newyorkese   tra acquerelli, dipinti ad olio, carboncini e gessetti offrendo una vera e propria panoramica dell'opera di una delle icone dell'arte americana del XX secolo.
La mostra realizzata da Arthemisia in collaborazione con Genus Bononiae comprende pezzi dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York, fra cui New York Interior e South Carolina Morning, oltre a interessanti lavori preparatori, quali Study for Morning Sun, Study for Girlie Show, Study for Gas e Study for City Sunlight.
Nato nel 1882 e morto nel 1967, Edward Hopper è stato uno dei pittori più influenti del Ventesimo secolo, sia in termini di contenuti che di stile. Il soggetto principale delle pitture di Hopper è la solitudine urbana. L'artista amava ritrarre paesaggi vuoti o semivuoti delle periferie americane,
interni domestici o di locali, ciascuno dei quali sembra sospeso in un'atmosfera fuori dal tempo, esattamente come sembrano inermi e congelati i pochi personaggi che vi compaiono.
Pao. Ma.

8 marzo 2016

Otto marzo festa di lotta e di liberazione

di Silvia Garambois da RadioArticolo1


- L’8 marzo è ritornato via via il giorno delle rivendicazioni e della rabbia. Un giorno contro la violenza. Un giorno per reclamare il ruolo paritario che alle donne spetta nel lavoro quanto nella guida del Paese
Una festa rinnegata. Una festa di rabbia. Una festa di lotta. Una festa di liberazione. Una festa di vittoria. Una festa di riflessione. Una festa di slanci. Ogni volta una festa diversa.
Le feste sono immutabilmente - noiosamente - uguali a sé stesse anno dopo anno: della mamma, del papà, ora anche dei nonni, il giorno dei fidanzati, e poi le feste religiose e quelle laiche. Ce n’è solo una che non sta nelle regole: la festa della donna. Non c’è un 8 marzo che assomigli a quelli che sono già stati…
Nel nostro Paese il primo vero, grande, 8 marzo è stato quello del ’46: la Liberazione, certo, ma anche per la prima volta il voto alle donne, 70 anni fa. Se non era festa quella! E serviva un fiore per quel “giorno delle donne” all’inizio di primavera: un fiore bello, semplice e facile da trovare, che non costasse nulla. Le donne dell’Udi - Teresa Noce, Rita Montagnana, Teresa Mattei - scelsero la mimosa. La mimosa come “logo” - diremmo oggi - per riconoscersi e condividere.
Si deve arrivare al 1977 perché l’Onu proclami la “Giornata internazionale della donna”, ma nel frattempo l’8 marzo era diventato troppo stretto per il dirompente movimento femminista, quella giornata aveva assunto il sapore acre della paternalistica concessione, una pizza con le amiche, le feste dedicate nei locali, la mimosa da comprare dal fioraio a caro prezzo. Una festa rinnegata: “8 marzo tutti i giorni”, così si gridava in piazza.
Ma le donne non buttano via niente. E l’8 marzo è ritornato via via il giorno delle rivendicazioni e della rabbia. Un giorno contro la violenza. Un giorno per reclamare il ruolo paritario che alle donne spetta nel lavoro quanto nella guida del Paese. Un giorno in più per andare in piazza e alzare la voce, anche se le donne hanno “conquistato” altre giornate per avere i riflettori puntati sulla condizione femminile: l’11 febbraio dell’esplosione di “Se non ora quando”, il 25 novembre riconosciuto come giornata internazionale contro la violenza, e anche il giorno di San Valentino che dal 2013 ha cambiato significato ed è diventato “One billion rising”, flash mob planetario a passo di danza.
Nel nostro Paese, in cui persino nella lingua che parliamo viene spesso negato l’uso del femminile alle donne che acquisiscono ruoli di rilievo (e crea quasi sconcerto che si dica ministra, ingegnera, avvocata, come la grammatica vuole), in cui persino le vie sono intestate soltanto agli uomini che hanno segnato la storia e le scienze (e c’è un diffuso movimento di donne per restituire una toponomastica femminile alle nostre città), in cui persino la tv non è capace di dare spazio alle donne di eccellenza (e dove gli esperti intervistati sono sempre uomini, ormai persino per le cose di cucina), l’8 marzo racconta oggi forse la fatica di riscoprire la scienza delle donne, dalle antiche (misconosciute) filosofe alle moderne madri (ignorate) delle più avanzate tecnologie.
Di riportare alla ribalta una storia delle donne che ha radici lontane e ampie fronde nella nostra realtà.
Un 8 marzo su cui pesano, soprattutto, le tante e troppe crisi, economiche e sociali, in una traballante Unione Europea e con le emigrazioni di massa dove, una volta ancora, sono le donne ad essere doppiamente vittime.

Silvia Garambois

08/03/2016

6 marzo 2016

In Tribunale "di scena" l'educazione di genere


Otto marzo all’insegna delle Pari opportunità in Tribunale a Firenze con una tavola rotonda e la conferenza spettacolo RosaCeleste - dalla parte delle bambine e dei bambini.


Per la Giornata internazionale della donna, la sezione toscana dell’Agi (Avvocati Giuslavoristi Italiani) con la Fondazione per la Formazione Forense dell'Ordine degli Avvocati di Firenze, la Scuola Forense, il Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati fiorentini, l’Associazione Donne Giuriste Italia di Firenze, l’associazione Rosaceleste ed il Comune di Firenze, presentano
"RosaCeleste - Destrutturare gli stereotipi di genere: per una cultura dell'eguaglianza tra i sessi nell'educazione e nel lavoro".
L’appuntamento è dalle ore 14 nell’auditorium dell’Ordine degli Avvocati di Firenze nel nuovo Palazzo di giustizia a Novoli per una riflessione su “La scienza, il diritto: il valore donna in ambiti tradizionalmente maschili” che alle 16.30 passerà il testimone alla conferenza spettacolo “Rosaceleste: dalla parte delle bambine e dei bambini”.
Daniela Morozzi
Sul palco gli interventi della ricercatrice pedagogica Irene Biemmi si alternano a quelli dell’attrice Daniela Morozzi, con le sottolineature musicali di Samuele Bucelli.
Si nasce femmine e maschi, e si diventa donne e uomini, tramite un lungo e faticoso processo di socializzazione che conduce ad assimilare le caratteristiche, i ruoli, i comportamenti che la società si aspetta. Questa divaricazione dei destini maschili e femminili si struttura fin dalla primissima infanzia quando in famiglia inizia un percorso differente per maschi e femmine: corredino rosa per la neonata e azzurro per il neonato è un semplice atto di routine, così come acquistare una bambola per la bambina e una macchinina per il bambino, fino a essere chiamato “femminuccia” se piangi e chiamata “maschiaccio” se giochi a pallone.
Il linguaggio è spia di un
Irene Biemmi
immaginario sociale discriminante nei confronti delle donne e allo stesso tempo causa di una reiterazione di stereotipi sessisti e di modelli di genere spesso già superati nella realtà. La ricerca di Irene Biemmi sugli stereotipi di genere nei libri di testo delle elementari – nel volume Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari (Rosenberg & Sellier, Torino 2010) – dimostra come la scuola non faccia altro che reiterare una visione sessista della società. Nei libri di lettura viene rappresentato un mondo popolato da valorosi cavalieri, dotti scienziati, padri severi, madri dolci e affettuose, casalinghe felici, streghe e principesse che nutre l’immaginario di bambine e bambini, che strutturano le rispettive identità di genere sulla base dei modelli proposti.
Scopo della conferenza spettacolo Rosaceleste , che da questa ricerca prende spunto, è decostruire, disarticolare, smontare l’assunto di una “naturalità” delle differenze tra maschi e femmine, svelando alcuni dei meccanismi culturali che stanno a fondamento di un preciso addestramento sociale ai ruoli di genere, attivato sia a scuola che in famiglia.
Pao. Ma.

5 marzo 2016

Gratis al Museo dell'Opera del Duomo

Nel giorno del loro compleanno i fiorentini possono visitare gratuitamente il nuovo Museo dell'Opera del Duomo.

E' una delle nuove iniziative che l'Opera di Santa Maria del Fiore ha messo a punto per i residenti della città di Firenze che, a partire da domenica 6 marzo, potranno visitare gratuitamente lo spettacolare Museo dell’Opera del Duomo il giorno del loro compleanno.
Un'altra è che  il biglietto unico - che permette di visitare il museo e gli altri monumenti del Duomo - ha aumentato la sua validità da 24 a 48 ore e, inoltre il Museo ha esteso l’orario di apertura nei giorni di lunedì, venerdì e sabato  rimanendo  fino alle ore 21.00..
 Sempre per i fiorentini, a breve, sarà disponibile anche la card “Amici del Grande museo del Duomo" che dà diritto a visitare il museo e gli altri monumenti del complesso di Santa Maria del Fiore tutto l’anno. Il costo è di 50 euro contro le 15 di un normale ingresso.
Pao. Ma.

4 marzo 2016

Il Padule invaso dalle Gru

Almeno 1200 gru hanno sorvolato in una sola giornata il Padule di Fucecchio sostando nei campi fra Castelmartini, Stabbia e Fucecchio. Si tratta di un evento davvero straordinario.monitorato dai tecnici del Centro ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio che ha consentito ai birdwatchers ma non solo, di ammirare in diretta uno dei più suggestivi spetacoli della natura. Di gru ai primi di marzo di solito se ne vedono ma non c'è ricordo di così tante!
La Gru (Grus grus), è uno dei più grandi uccelli europei, superando il metro di altezza ed i due metri di apertura alare, ed è riconoscibile anche dai meno esperti per i forti richiami, quasi dei potenti squilli di tromba, emessi sia a terra che in volo.
La specie si riproduce nell'Europa settentrionale ed è estinta in Italia come nidificante dall'inizio del secolo scorso, ma continua a transitare sul nostro Paese durante le migrazioni; uno dei percorsi primaverili (anche se non il principale) dai quartieri di svernamento africani passa sull'Italia dirigendosi verso i Balcani e quindi verso la Russia.
Negli ultimi anni la Gru ha mostrato una significativa  tendenza  all’incremento  numerico  dei  flussi  migratori, in particolare quello primaverile, e in queste settimane sui forum ornitologici si sono susseguite segnalazioni di avvistamenti un po’ in tutto il Paese.
Di solito gli stormi di questi maestosi uccelli palustri si presentano puntualissimi in Padule, ogni anno negli stessi giorni intorno all'inizio di marzo; in grandi formazioni a cuneo, volteggiano a lungo sull’area alla ricerca di zone tranquille per la sosta e l'alimentazione.
Dal Padule, attraverso il Montalbano, le gru si trasferiscono nella Piana Fiorentina, oggi come tanti secoli fa quando la loro presenza a Peretola trovò una illustre celebrazione nella novella del Decamerone “Chichibio e la gru”; da qui oltrepassano l'Appennino puntando decisamente a nord.
Per informazioni e per escursioni guidate nell'area umida è possibile contattare il Centro R.D.P. Padule di Fucecchio (tel. e fax 0573/84540, email  fucecchio@zoneumidetoscane.it) o visitare le pagine web www.paduledifucecchio.eu
Pao. Ma.