17 giugno 2009

Il lungo volo di Arianna



L'Operazione Capovaccaio
e il lungo volo di Arianna


di Paolo Maggi

Liberata 3 anni fa in Puglia una giovane femmina di capovaccaio di nome Arianna, munita di una radio satellitare, è in viaggio dal Mali, paese dell’Africa centrale, all’Italia. Attualmente il piccolo avvoltoio, una specie di cui restano appena 10 coppie in Italia, si trova in Algeria. Il suo volo di ritorno è un evento di grande interesse scientifico e seguito col fiato sospeso. Arianna è infatti oggetto di un pionieristico progetto del WWF Toscana creato per riportare il numero di esemplari ad un livello accettabile per la sopravvivenza della specie dall’estinzione.
Arianna è nata nell’estate 2006 nel CERM, Centro Rapaci Minacciati di Rocchette di Fazio (GR) nella Toscana meridionale ed è subito diventata protagonista del "Progetto Capovaccaio" sviluppato attraverso l’utilizzo di esemplari irrecuperabili, curati dopo ferite ed incidenti provocati dall’uomo. Il lungo volo di Arianna è iniziato il 23 agosto del 2006 dalla Puglia, nell’Oasi LIPU “Gravina di Laterza” (TA), grazie ad una stretta collaborazione tra Cerm, Wwf, Lipu, Regione Toscana, Comune di Laterza e Regione Puglia. Dopo un periodo di ambientamento di una settimana trascorso nella cavità di una parete rocciosa, per farle memorizzare la gravina come luogo di nascita, Arianna conquistò la libertà e, dopo due settimane, intraprese la migrazione verso l’Africa, dotato di una piccola radiotrasmittente alimentata a pannelli solari che ha segnalato in questi anni i suoi spostamenti fino alla scoperta del suo ritorno verso casa. Si è così scoperto che il “filo” di Arianna ha ‘continuato a srotolarsi’ per oltre 3.900 km, attraversando lo Stretto di Sicilia, la Tunisia ed il Sahara algerino, sino a raggiungere il Mali a metà settembre 2006, 25 giorni dopo la partenza. L’avventura di Arianna, come per la maggior parte dei giovani capovaccai giunti all’età di 3 o 4 anni, è poi ripresa per il suo lungo viaggio di ritorno verso il luogo di nascita: partita il 10 aprile scorso dal Mali, oggi ha già percorso oltre 4800 chilometri. "Per la prima volta in assoluto - osserva Guido Ceccolini, Direttore del Progetto Capovaccaio del WWF Toscana - si è riusciti ad avere la certezza che un giovane capovaccaio nato in cattività ed allevato dai propri genitori è perfettamente in grado di adattarsi alla vita selvatica e, come un qualsiasi esemplare selvatico, è in grado di migrare in Africa e poi tornare sulla rotta di "casa"".