18 agosto 2007

1600 chilometri di storia, natura, arte e spiritualità




Rinasce la via Francigena

1600 chilometri di storia
fra natura, arte e spiritualità
di Paolo Maggi (da Coopinforma n.81 gennaio 2007)

Ci mise due mesi l'arcivescovo di Canterbury Sigerico, nel 994 a raggiungere Roma per venerare il luogo del martirio dei Ss. Pietro e Paolo. Quasi 1600 chilometri che Sigerico nel viaggio di ritorno annotò nel suo diario in 80 tappe.
Canterbury, a sud est di Londra poi Dover e attraverso la Manica in Francia a Calais, Bruay, Arras, Reims, Chalons sur Marne, Bar sur Aube, Besancon, Pontarlier, Losanna, passato il Gran San Bernardo Aosta, Ivrea, Vercelli, Pavia, Piacenza, Parma, Fornovo di Taro, Pontremoli, Aulla, Luni, Lucca, S.Gimignano, Siena, S.Quirico d'Orcia, Viterbo, Sutri, erano alcune delle soste di quel percorso che divenne la “guida” di una moltitudine di pellegrini e viaggiatori del nostro continente e che prese il nome di Via Francigena perché provenienti dalla Francia, ma anche di Via Romea, sia perché i pellegrini erano detti “Romei” sia perché avevano come destinazione Roma.
Un percorso lungo il quale sorgevano in continuazione alberghi, locande, romitori, spedali, abbazie, ostelli e città. Le crociate dettero un forte impulso al traffico lungo la Francigena come itinerario per il Santo Sepolcro, ma fu con il Giubileo lanciato da Bonifacio VIII nel 1300 che si trasformò in una vera e propria autostrada europea ante litteram.
Oggi il vecchio tracciato medievale, dopo secoli di abbandono è tornato d'interesse non solo locale, tanto che la Commissione Europea ne ha fatto una vera priorità, subito raccolta anche dal nostro ministero per i Beni culturali. L'esempio è il “Cammino di Santiago di Compostela” attraversato da milioni di pellegrini. Detto fatto. Nel novembre scorso è stato inaugurato proprio dal decano di Canterbury, con una sorta di “posa della prima pietra” il “Km 0” della Via Francigena, nell'ambito del programma comunitario “Leader +” con lo scopo di valorizzare i due principali itinerari culturali europei, ovvero le vie Francigene e i Cammini di Santiago, attraverso lo sviluppo culturale e la promozione turistica dei territori attraversati.
L'ampio tratto della via Francigena che si snoda attraverso la Toscana e il Lazio è sicuramente uno dei più interessanti e suggestivi in grado di attrarre i passi dei nuovi pellegrini alla ricerca di raccoglimento, spiritualità, ma anche di luoghi d'arte, naturali, storici o urbanistici da vedere, scoprire, visitare.
Proprio per attrezzare e riqualificare l'antico percorso, l'Associazione romana Civita ha messo in cantiere il progetto “La via Francigena in Toscana e Lazio. La quotidianità della fede, la straordinarietà del viaggio” che, grazie al finanziamento dell'Ente Cassa di Risaprmio di Firenze, della banca CR Firenze e della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma ha già realizzato due volumi: “Le soste dei pellegrini lungo la via Francigena: Toscana e Lazio” curato da Renato Stopani, e “La valorizzazione della via Francigena”, curato da Sandro Polci.
Mentre quello a propone un'analisi storica, artistica e religiosa dei tratti toscani e laziali della Francigena, con le descrizioni dei luoghi di sosta dei pellegrini, attraverso il passo della Cisa, Pontremoli, Lucca, San Gimignano, San Quirico D'Orcia, Acquapendente, Bolsena e Viterbo, fino a Roma, il volume a cura di Sandro Polci presenta uno studio di fattibilità per la definizione di un quadro comune di intervento per il rilancio turistico della Strada ed è rivolto soprattutto alle amministrazioni. In cantiere anche una guida pieghevole per il pellegrino.
Nel mese scorso è stato intanto inaugurato il percorso Montefiascone-Bolsena in provincia di Viterbo, importante snodo di collegamento fra il Lazio e la Toscana. I prossimi interventi di ripristino riguarderanno la zona empolese.
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La Via Francigena
in Provincia di Siena
Nel tratto toscano, la via Francigena passava dalla Lunigiana, toccava Lucca, varcava l'Arno in prossimita' di Fucecchio, risaliva la valle dell'Elsa per raggiungere Siena dove, percorrendo le valli dell'Arbia, dell'Orcia e altre minori, usciva dalla Toscana per entrare nel Lazio superando le alture poste tra Radicofani e il Monte Amiata. L'attuale strada statale 2 segue in buona parte questo percorso, ma e' ancora possibile vedere, tra boschi e campi coltivati, le pietre dell'antico tracciato. E soprattutto chiese, pievi, castelli, fortificazioni, ospedali, resti di strutture ricettive, che rendevano il viaggio, considerati i tempi, abbastanza confortevole. Alcuni di questi monumenti sono in via di recupero grazie a un progetto finanziato dalla Comunita' Europea attraverso la Regione Toscana.
Presso l'ufficio turismo della Provincia di Siena, piazza Duomo 9, tel. 0577/241254, fax 0577/241251, e' disponibile la carta con guida turistica della via Francigena realizzata in collaborazione con il Touring Club Italiano. Quattro gli itinerari consigliati: dalla Val d'Elsa a Siena; Siena e la via Francigena; da Siena a San Quirico D'Orcia; da San Quirico d'Orcia a Radicofani (Provincia di Siena - http://www.provincia.siena.it/default.asp)
Firenze aderisce all'associazione "Vie Francigene"
Il Comune di Firenze aderisce, come socio sostenitore, all'Associazione Europea delle Vie Francigene, l'antico itinerario medievale che collega Canterbury a Roma passando per la Francia, le Alpi, la Pianura Padana e gli Appennini, che ha ricevuto dal Consiglio d'Europa il diploma di menzione di Grande Itinerario Culturale Europeo. Lo ha reso noto l'assessore all'ambiente Claudio del Lungo. "La via Francigena non tocca il territorio del Comune di Firenze - ha precisato Del Lungo - ma attraverso la ciclopista dell'Arno ed altri itinerari verdi potremo connetterci a questo importante itinerario turistico naturale, pedonale, ciclabile ed ippico, come avviene per il Camino di Santiago in Spagna". Lo scopo dell'associazione è quello di svolgere iniziative volte a far conoscere, tutelare, promuovere, valorizzare, le Vie Francigene europee, collegando gli enti e le realtà locali con il Consiglio d'Europa, le istituzioni comunitarie e l'Istituto Europeo degli Itinerari Culturali di Lussemburgo, nel progetto di recupero e rivitalizzazione di una strada che ha rappresentato e può ancora oggi rappresentare l'unione e la comunicazione tra le diverse culture dei paesi europei.