3 marzo 2006

A Piancastagnaio lo scrigno dei giornali scolastici



di Paolo Maggi

Nel cuore di Piancastagnaio, vicino alla Rocca Aldobrandesca, esiste una raccolta di giornali unica in Italia. Si tratta dell’ emeroteca costituita dai giornali scolastici del premio “Penne Sconosciute”, che quest’anno festeggia i dieci anni di vita con circa 5mila i giornali realizzati dagli studenti delle scuole italiane, dalle elementari alle superiori.
Si tratta di una straordinaria testimonianza di quanto sia vitale la comunicazione fatta da e per i giovani che si va via via arricchendo. Il Comune, al quale è affidata la custodia di questa preziosa “miniera” di notizie, è in attesa, infatti, dell’arrivo di altri giornali, provenienti da con- corsi più giovani ma che pure trova- no in “Penne Sconosciute” un punto di riferimento: quello indetto dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti e quello di Mirabilandia “Giornalinoi”. L’emeroteca quindi si sta ampliando e sta diventando un centro di documentazione a tutti gli effetti. Chi voglia sapere come si sia indi- rizzata negli ultimi dieci anni la produzione giornalistica dei ragazzi italiani, quali siano state le notizie pre- ferite, quali pensieri e opinioni abbiano espresso i ragazzi sui grandi temi del momento (guerra, religione, sessualità ecc.), a Piancastagnaio può trovare davvero delle risposte. La mole enorme di articoli, spesso ottimi anche dal punto di vista delle regole giornalistiche (scrittura oggettiva, cronaca separata dalle opinioni, inchieste approfondite ecc.) rappresenta quindi una vera e propria informazione “alternativa”, la cui importanza sfugge agli operatori ufficiali della comunicazione giornalistica.
Di questa raccolta e delle caratteristiche della stampa giovanile in Italia, la giornalista Donatella Coccoli (autrice del libro “Penne Sconosciute. I giornali scolastici in Italia) ha parlato nel convegno organizzato dal Clemi (Centre de liaison de l’ einsegnement et des médias) alla Sorbona il 13 maggio 2005 e la relazione è stata pubblicata nel numero di novembre 2005 di una rivista indirizzata agli operatori dell’ educazione d’oltralpe, “Le Cahiers du Credam”).
Quali sono i risultati di questa ulte- riore ricerca effettuata su giornali scolastici di grandi città italiane (Milano, Roma e Torino)? L’attenzione all’ambiente circostante e la “rilettura” delle notizie ufficiali sono gli elementi che affiorano subito. Questo dimostra come oggi il giornale fatto a scuola sia vissuto e pensato come uno strumento per indagare la realtà, per informarsi informando. Il giornale quindi può essere annoverato benissimo in quel complesso “sistema solare” dei media per i giovani in cui i pianeti sono ormai molti: la radio, Internet con la sua costellazione di siti, chat, blog, il cellulare, la free press. Ormai varie ricerche dimostrano che l’informazione fornita da tv e quotidiani non piace più ai giovanissimi italiani: troppo “ingessata” e noiosa. Se ne accorgo- no i giornalisti e gli editori? Forse. Intanto l’ultima edizione del premio (alla fine di ottobre) con i laboratori didattici frequentati da un centinaio di ragazzi suddivisi tra giornalismo, videogiornale e blog, ha registrato un successo massmediologico inusuale: un’ intera pagina si “La Repubblica”, la ribalta dei microfoni di Baobab Rai Due, delle telecamere del TG3 Toscana, di due emittenti locali, del GT Ragazzi di Rai Tre e anche del Tg 1.