10 novembre 2005

OGM Free per una Toscana sempre più competitiva

Paolo Maggi

'La Toscana ha fatto della battaglia agli Ogm un caposaldo della propria politica agricola. L'abbiamo fatto non ragioni ideologiche, ma perché ci fa crescere economicamente e per il rispetto del principio di precauzione e prevenzione”: lo ha affermato il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, intervenendo insieme a Giuseppe De Rita e al ministro dell'agricoltura Gianni Alemanno, a conclusione del secondo Congresso del Consiglio dei Diritti genetici che si è svolto nei giorni scorsi a Villa Caruso di Lastra a Signa in provincia di Firenze. Nella riflessione a più voci sul tema della 'governance dell'innovazione biotecnologica' Martini ha introdotto il tema dell'esperienza toscana, contrassegnata da un forte impegno per una caratterizzazione qualitativa delle proprie produzioni agricole. 'La Toscana si batte per la difesa della biodiversità e contro l'omologazione delle coltivazioni. E' un modello di agricoltura che viene dalla nostra storia, dal nostro patrimonio genetico. Disperdere questa ricchezza, inquinare con gli ogm le sementi, i frutti, le tipologie zootecniche che sono parte della nostra eredità genetica, vorrebbe dire recare un danno irrimediabile alla produzione toscana e a quella che è l'immagine stessa delle nostra regione. Più qualificheremo come uniche e irripetibili le nostre produzioni, più avremo chance per competere nel mercato globale. L'omologazione ci condanna alla sconfitta'.
La conferma che la strada imboccata dalla Toscana sia quella giusta ci viene dai risultati. 'Nel 2004 - ha detto il presidente Martini - l'agricoltura toscana ha registrato un aumento del 4% dell'occupazione, una crescita delle esportazioni del 7% e quasi del 20% della produzione agricola vendibile. Un salto in avanti che è stato fatto proprio puntando sulla qualità e tipicità dei prodotti. Grazie a questo modello oggi certi prodotti il consumatore li trova solo qui; deve venire in Toscana per trovarli. Cosa che invece la contaminazione con Ogm ci farebbe perdere'.Un'affermazione che Martini ha dimostrato concretamente tirando fuori a sorpresa da un cesto una pannocchia di mais geneticamente marcato, con chicchi di color viola, prodotto nel Centro di sperimentazione Arsia di Cesa, Valdichiana (una struttura per la sperimentazione in ambiente isolato di coltivazioni ogm, la cui finalità è quella di studiare l’impatto di tali coltivazioni su ambiente, produzioni, salute dei consumatori), e poi ha mostrato altre due pannocchie autoctone che rivelavano una forte contaminazione - con metà chicchi di colore giallo e metà viola - nonostante fossero state coltivate nei campi vicini, a soli 50 metri di distanza da quelle marcate. 'E' la prova di come gli Ogm - ha detto ancora il presidente - possano distruggere il nostro patrimionio genetico.Un rischio tanto più forte quanto più piccole sono le aziende agricole. E quelle toscane sono caratterizzate da microdimensioni, con un media di 6 ettari ciascuna, il che fa della Toscana un territorio assolutamente non adatto agli Ogm'. E' sulla salvaguardia delle tipologie autoctone che la Toscana ha contribuito a costituire una rete di regioni europee Ogm-free. Finora hanno già aderito 30 Regioni e altre 10 sono in lista di attesa. 'Anch’io condivido il principio del 'vietato vietare' - ha detto Martini, rivolgendosi in particolare agli agricoltori in maglietta bianca venuti fin da Pordenone per protestare contro una politica che vede la Toscana alleata con il ministro delle politiche agricole, Gianni Alemanno – ma sono anche dell’idea che è 'vietato imporre’ l’uso degli Ogm senza sapere prima ed esattamente dove questa strada possa portare la nostra agricoltura e quali effetti produce alla salute'.

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