3 gennaio 2005

Riapre al pubblico palazzo Chigi Saracini

Dopo due secoli torna a svelare ambienti e tesori d’arte straordinari. Per l’occasione anche una mostra dedicata ai protagonisti dell’arte tra Seicento e Settecento. Aperti al pubblico, per la prima volta, alcuni ambienti di palazzi privati nei quali si respira l’atmosfera della Siena del tempo di Galgano.

Paolo Maggi

SIENA. Capolavori di Domenico Beccafumi, del Sassetta del Brescianino, di Rutilio Manetti e di tanti altri maestri dei Sei-Settecento custoditi in magnifiche stanze arredate con mobili principeschi e oggetti preziosi si svelano al visitatore che risponde all’”Invito a Palazzo Chigi Saracini - Le stanze e i tesori della collezione”, la mostra curata da Carlo Sisi e Enrico Colle, in occasione della riapertura al pubblico, dopo quasi due secoli, della storica dimora senese.
Fino al 15 giugno è infatti possibile visitare il Palazzo, oggi sede della prestigiosa Accademia Musicale Chigiana, che racchiude oltre dodicimila pezzi riuniti dal nobile Galgano Saracini sin dal 1806, quando aprì al pubblico degli amatori e degli allievi dell’istituto di Belle Arti il “vago e superbo museo” all’interno di quel piccolo castello medievale che era la sua dimora, a pochi passi da piazza del Campo e dalla Cattedrale.
Il “museo”, occupava quattordici stanze (divenute poi venti nel 1819) del palazzo gotico costruito nel Duecento dalla famiglia Marescotti, passato nel 1506 ai Piccolomini Mandoli e acquistato verso il 1770 dal padre di Galgano, Marco Antonio Saracini. Galgano aveva esposto tele, statuette, bassorilievi, disegni, antichità etrusche e romane, maioliche ed anche preziose manifatture in avorio, legno e pietre dure. Fra tanti gioielli spiccavano i dipinti della quadreria dedicata soprattutto alla scuola senese (come testimonia la serie di capolavori dovuti a Sassetta, Domenico Beccafumi, Brescianino, Rutilio Manetti, Bernardino Mei etc.), nella quale non mancano tuttavia opere di maestri come Bernardo Strozzi e Salvator Rosa.
A quasi due secoli dalla prima apertura del palazzo per “il pubblico godimento”, il visitatore oggi può accedere per la prima volta alle stanze e ai salotti che fecero parte del primitivo percorso museale ideato da Galgano, successivamente modificato in stile romantico dai suoi discendenti. L’itinerario di visita conduce in stanze che rispecchiano esattamente il gusto settecentesco (come l’aula Pergolesi, che conserva l’allestimento del 1819), in salotti ottocenteschi (che, pur rinnovati nelle tappezzerie e nei tendaggi, mantengono l’eclettica eleganza tipica del XIX secolo) e nella galleria che, completamente restaurata e ritinteggiata, presenta i dipinti in una nuova sistemazione per periodi e ambiti culturali.
Il progetto di recupero, quasi come quello di duecento anni fa, ha previsto l’utilizzo di numerose maestranze attive sul territorio che, seguendo specifiche direttive, hanno rinnovato il gusto degli antichi proprietari.
Per l’occasione , inoltre, al piano terra del palazzo è stata allestita anche la mostra “Oltre la Scuola Senese. Dipinti del Seicento e del Settecento nella collezione Chigi Saracini”, a cura di Riccardo Spinelli, con capolavori di Salvator Rosa, Bernardo Strozzi, Simone Pignoni, Pier Francesco Cittadini e Sebastiano Conca, insieme con opere meno note o in gran parte inedite riemerse, dai depositi della collezione o rintracciate nei luoghi meno frequentati della dimora.
Nella città del palio inoltre, a coronamento dell’iniziativa, sono stati aperti alla visita del pubblico, per la prima volta anche alcuni ambienti di palazzi privati, nei quali si respira ancora l’atmosfera della Siena del tempo di Galgano Saracini.
E per chi vorrà approfondire la conoscenza del collezionismo ottocentesco in terra senese sarà possibile visitare il Museo Civico di Montepulciano che conserva la collezione di quasi duecento dipinti che appartenne al Primicerio della Cattedrale poliziana, Francesco Crociani (1782-1861).
L’iniziativa è promossa da Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Banca Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Accademia Musicale Chigiana, con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale e del Comune di Siena e con la collaborazione Direzione Regionale dei Beni Culturali della Toscana, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico per le Province di Siena e Grosseto, Fondazione Musei Senesi


Informazioni

“Invito a Palazzo Chigi Saracini. Le stanze e i tesori della collezione” rimarrà aperta fino al 15 giugno 2005, tutti i giorni, compresi lunedì e festivi, dalle 9 alle 19.30. I biglietti costano 9 euro gli interi e 7 i ridotti, mentre per le scuole 4 euro e comprende l’ingresso e la visita guidata alla galleria, al piano nobile del Palazzo Chigi Saracini e alla rassegna Oltre la scuola senese. La visita viene effettuata con l’assistenza di guide professionali in gruppi composti da un massimo di 25 persone e dura circa 1 ora e 30 minuti, con partenza ogni 15 minuti (sabato e domenica), ogni 30 minuti ( tutti gli altri giorni). Su richiesta, e per gruppi di 25 persone, è possibile prenotare la visita in lingua francese, tedesca e inglese.
L’accesso ai disabili è possibile solo su prenotazione da effettuare almeno tre giorni prima della visita presso la segreteria della mostra ( tel. 0577 246928 Fax 247874
segreteriamostra@chigiana.it


La pittura di Ademollo

In occasione dell’evento Invito a Palazzo Chigi Saracini. Le stanze e i tesori della Collezione vengono riaperti al pubblico alcuni degli ambienti più significativi ed eleganti della Siena della fine del Settecento. Si tratta di luoghi in cui si respira ancora quell’atmosfera di Neoclassicismo che fu molto apprezzata anche da Galgano Saracini e che ebbe nella figura di Luigi Ademollo (1764-1849) il più raffinato interprete nel campo della pittura. La capacità di narrare favole antiche e mitologiche, con uno stile ricercato in cui la delicatezza cromatica si lega alla leggerezza del tocco, lo fecero apprezzare da alcuni nobili senesi che lo invitarono a dipingere i soffitti delle loro dimore.
La pittura di Ademollo potrà essere riscoperta attraverso un itinerario urbano che si muoverà tra la decorazione della cappella del Palazzo Venturi Gallerani (1793-1794), le Storie mitologiche dipinte nei soffitti della dimora di Filippo Sergardi tra il 1794 e il 1795 e i cicli di Storie antiche di Palazzo Sozzini Malavolti (1796-1798) e Palazzo Bianchi (1803).