5 dicembre 2005

A Larciano la "nursery" delle piante acquatiche

di Paolo Maggi 
Nei pressi di Larciano il Centro di Ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio, ha realizzato un piccolo vivaio nel quale vengono coltivate alcune specie di piante acquatiche che han- no particolari difficoltà ad essere conservate in Toscana. Il vivaio delle idrofite, in pratica un piccolo stagno, che ha il duplice scopo di conservare le specie più rare e fornire piante di origine locale da utilizzare in progetti di rinaturalizzazione, è stato realizzato in località Rio di Bagno- lo, nel comune di Larciano, all’interno dell’area contigua alla Riserva Naturale del padule di Fucecchio, in una zo- na che presenta caratteristiche favorevoli, sia dal punto di vista idrogeologico sia per la facilità di accesso, inserita in un contesto paesaggistico-ambientale di notevole pregio, fra aree boschive, seminativi e la Paduletta di Ramone, e che offre anche la possibilità di definire un percorso di visita in grado di conciliare aspetti storico culturali e aspetti naturalistici. Nelle vicinanze si trovano infatti sia il punto sosta attrezzato di Vincio Vecchio (Stabbia), incentrato sui temi della bonifica storica e dell’importanza di siepi e alberete nel paesaggio agrario, sia il futuro “Museo delle tradizioni contadine della Valdinievole”. Lo stagno, le cui piante provengono esclusivamente dal bacino del padule di Fucecchio e da zone limitrofe, è caratterizzato da tre gradoni posti a profondità diverse rispetto al piano di campagna, in grado di soddisfare le esigenze di specie acquatiche proprie di differenti cinture di vegetazione.
L’intervento complessivo di sistemazione dell’area prevede anche la realizzazione di uno stagno più grande, progettato anche come luogo di sosta e di alimentazione per l’avifauna palustre, che verrà attrezzato con un osservatorio per il birdwatching.
L’idea della realizzazione del vivaio è nata nel corso dei lavori di recupero ambientale in alcune aree protette, nell’ambito del progetto “Lungo le rotte migratorie” quando è emersa la difficoltà di reperire le piante per le opere di rinaturalizzazione.

13 novembre 2005

Nelle Coop del Valdarno e della Val di Sieve sempre più prodotti locali


 Paolo Maggi

Se la Regione Toscana è stata una delle prime in Italia a recepire la normativa Comunitaria Europea che stabilisce, con la legge 178 del 2002 le norme per la rintracciabilità di tutti i prodotti alimentari,  le Coop del Valdarno e della Valdisieve sono senz’altro fra quelle aziende che senza mettere tempo in mezzo hanno fatto di quella direttiva un’occasione per arricchire il mondo del commercio e del consumo con i valori storici della cooperazione.
Le Coop di Incisa Valdarno, Levane, Sieci, Molin del Piano, Leccio, Vaggio, Pelago, Diacceto, Donnini, Mercatale Valdarno e Bucine hanno formato tra loro una Centrale d’acquisto in modo da avere maggiori controlli e conoscenze sui territori e quindi anche una forte valorizzazione delle tipicità,  una maggiore capacità contrattuale nei confronti dei produttori e fornitori, costi e prezzi uguali per tutte le cooperative associate, maggiori tutele nei confronti dei soci e dei clienti.
Un’associazione fra cooperative che si prefigge non solo di abbattere i costi ma anche di fornire servizi sempre più di qualità, indipendentemente ed oltre, anche la grande distribuzione. Da qui una serie di rapporti locali con aziende, in particolare di prodotti freschi e freschissimi, note per la loro competenza e radicamento con il territorio come Lagile di Reggello che produce formaggi, la Casa del tortellino di Figline Valdarno, l’azienda Carmignani di Terranuova Bracciolini che produce pasta fresca, l’Ortofrutta Valdarnese di Montevarchi, l’Antica Cesta che produce funghi secchi e derivati, i salumifici Venturini di Asciano e Comac di Castel San Niccolò e il Caseificio del Pratomagno.
“Questa iniziativa ci ha permesso – ha detto il presidente della cooperativa di Incisa Danilo Tozzi – di realizzare proposte commerciali, non solo di elevata e comprovata qualità, ma anche di coprire in maniera sempre più adeguata il fabbisogno dei soci e dei clienti fornendo loro una gamma di prodotti sempre più mirata alle loro esigenze e anche alle specificità dei nostri territori”.
“Oltre ai normali controlli di legge e a quelli, rigorosi che Coop mette in campo a livello nazionale, la nostra piccola centrale vanta – aggiunge il direttore del negozio coop di Incisa Andrea Dreoni-  un lungo e proficuo rapporto fra i negozi delle valli dell’Arno e della Sieve, gli oltre 15 mila soci delle cooperative, le migliaia di clienti che ci rinnovano la loro fiducia e che quotidianamente garantiscono un valido monitoraggio sul nostro lavoro e i prodotti che commercializziamo”.
L’accordo fra le cooperative ha permesso di realizzare rapporti contrattuali che obbligano i fornitori oltre a garantire il rispetto della normativa europea, anche quella di Coop Italia e, quale valore aggiunto, anche a superare i controlli periodici, a campione e mirati, che vengono effettuati localmente dal Cis, una struttura Coop realizzata appositamente per verificare igiene e qualità dei prodotti, che si avvale della collaborazione dell’Università di Firenze.
Quindi vantaggi per tutti, fornitori, negozi, soci e clienti, ma anche e non è cosa da poco, per l’ambiente. Infatti la commercializzazione di prodotti locali  permette di portare negli scaffali dei negozi Coop cibi a “chilometro zero”, riducendo l’inquinamento dovuto a lunghi viaggi di trasporto garantendo condizioni di genuinità e freschezza.

10 novembre 2005

Toscana la leadership dell'Agriturismo

 Con 3.200 aziende per 39mila posti letto, un giro d'affari di 350 milioni di euro e oltre 6.500 addetti, la toscana detiene la leadership dell'agriturismo italiano è quanto è scaturito nel corso della quarta rassegna di “Agri  Tour”,  manifestazione nazionale  dedicata al turismo in campana e rurale, che si è svolta nei giorni scorsi al Centro Affari di Arezzo. Come ormai consuetudine, l’iniziativa è stata anche l'occasione per fare il punto sullo stato di salute del settore.  ”Nonostante che la recessione internazionale in questi anni ne abbia frenato la crescita – ha affermato l'assessora regionale all'agricoltura Susanna Cenni nel corso della conferenza stampa di presentazione -  i dati, oggi dimostrano comunque che l’ agriturismo è una realtà consolidata e un prezioso strumento con cui le aziende agricole diversificano le proprie attività. E' però necessario - ha aggiunto Susanna Cenni -  che all’investimento per le strutture si affianchino anche iniziative per potenziare la qualità e la tipicità dell’accoglienza”. Ad oggi  in Toscana le aziende autorizzate sono 3.261, sessanta in più rispetto alla fine del 2004, e oltre trecento rispetto al 2003. L’offerta di posti letto è salita a quota 39 mila (11.467 in camere e 27.632 in unità abitative). Di queste aziende 680 offrono anche un servizio di ristorazione, 505 attività ricreative e culturali. Quanto alla distribuzione territoriale è sempre Siena la provincia con un maggior numero di agriturismi (901), Seguono Grosseto (687), Firenze (504), ed Arezzo (350).

OGM Free per una Toscana sempre più competitiva

Paolo Maggi

'La Toscana ha fatto della battaglia agli Ogm un caposaldo della propria politica agricola. L'abbiamo fatto non ragioni ideologiche, ma perché ci fa crescere economicamente e per il rispetto del principio di precauzione e prevenzione”: lo ha affermato il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, intervenendo insieme a Giuseppe De Rita e al ministro dell'agricoltura Gianni Alemanno, a conclusione del secondo Congresso del Consiglio dei Diritti genetici che si è svolto nei giorni scorsi a Villa Caruso di Lastra a Signa in provincia di Firenze. Nella riflessione a più voci sul tema della 'governance dell'innovazione biotecnologica' Martini ha introdotto il tema dell'esperienza toscana, contrassegnata da un forte impegno per una caratterizzazione qualitativa delle proprie produzioni agricole. 'La Toscana si batte per la difesa della biodiversità e contro l'omologazione delle coltivazioni. E' un modello di agricoltura che viene dalla nostra storia, dal nostro patrimonio genetico. Disperdere questa ricchezza, inquinare con gli ogm le sementi, i frutti, le tipologie zootecniche che sono parte della nostra eredità genetica, vorrebbe dire recare un danno irrimediabile alla produzione toscana e a quella che è l'immagine stessa delle nostra regione. Più qualificheremo come uniche e irripetibili le nostre produzioni, più avremo chance per competere nel mercato globale. L'omologazione ci condanna alla sconfitta'.
La conferma che la strada imboccata dalla Toscana sia quella giusta ci viene dai risultati. 'Nel 2004 - ha detto il presidente Martini - l'agricoltura toscana ha registrato un aumento del 4% dell'occupazione, una crescita delle esportazioni del 7% e quasi del 20% della produzione agricola vendibile. Un salto in avanti che è stato fatto proprio puntando sulla qualità e tipicità dei prodotti. Grazie a questo modello oggi certi prodotti il consumatore li trova solo qui; deve venire in Toscana per trovarli. Cosa che invece la contaminazione con Ogm ci farebbe perdere'.Un'affermazione che Martini ha dimostrato concretamente tirando fuori a sorpresa da un cesto una pannocchia di mais geneticamente marcato, con chicchi di color viola, prodotto nel Centro di sperimentazione Arsia di Cesa, Valdichiana (una struttura per la sperimentazione in ambiente isolato di coltivazioni ogm, la cui finalità è quella di studiare l’impatto di tali coltivazioni su ambiente, produzioni, salute dei consumatori), e poi ha mostrato altre due pannocchie autoctone che rivelavano una forte contaminazione - con metà chicchi di colore giallo e metà viola - nonostante fossero state coltivate nei campi vicini, a soli 50 metri di distanza da quelle marcate. 'E' la prova di come gli Ogm - ha detto ancora il presidente - possano distruggere il nostro patrimionio genetico.Un rischio tanto più forte quanto più piccole sono le aziende agricole. E quelle toscane sono caratterizzate da microdimensioni, con un media di 6 ettari ciascuna, il che fa della Toscana un territorio assolutamente non adatto agli Ogm'. E' sulla salvaguardia delle tipologie autoctone che la Toscana ha contribuito a costituire una rete di regioni europee Ogm-free. Finora hanno già aderito 30 Regioni e altre 10 sono in lista di attesa. 'Anch’io condivido il principio del 'vietato vietare' - ha detto Martini, rivolgendosi in particolare agli agricoltori in maglietta bianca venuti fin da Pordenone per protestare contro una politica che vede la Toscana alleata con il ministro delle politiche agricole, Gianni Alemanno – ma sono anche dell’idea che è 'vietato imporre’ l’uso degli Ogm senza sapere prima ed esattamente dove questa strada possa portare la nostra agricoltura e quali effetti produce alla salute'.

A Larciano la “nursery” delle piante acquatiche

Paolo Maggi

Nei pressi di Larciano il Centro di Ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio, ha realizzato un piccolo vivaio nel quale vengono coltivate alcune specie di piante acquatiche che hanno particolari difficoltà ad essere conservate in Toscana. Il vivaio delle idrofite, in pratica un piccolo stagno, che ha il duplice scopo di conservare le specie più rare e fornire piante di origine locale da utilizzare in progetti di rinaturalizzazione, è stato realizzato in località Rio di Bagnolo, nel comune di Larciano, all’interno dell’area contigua alla Riserva Naturale del padule di Fucecchio, in una zona che presenta caratteristiche favorevoli, sia dal punto di vista idrogeologico sia per la facilità di accesso, inserita in un contesto paesaggistico-ambientale di notevole pregio, fra aree boschive, seminativi e la Paduletta di Ramone, e che offre anche la possibilità di definire un percorso di visita in grado di conciliare aspetti storico culturali e aspetti naturalistici. Nelle vicinanze si trovano infatti sia il punto sosta attrezzato di Vincio Vecchio (Stabbia), incentrato sui temi della bonifica storica e dell’importanza di siepi e alberete nel paesaggio agrario, sia il futuro “Museo delle tradizioni contadine della Valdinievole”. Lo stagno, le cui piante provengono esclusivamente dal bacino del padule di Fucecchio e da zone limitrofe, è caratterizzato da tre gradoni posti a profondità diverse rispetto al piano di campagna, in grado di soddisfare le esigenze di specie acquatiche proprie di differenti cinture di vegetazione. L’intervento complessivo di sistemazione dell’area prevede anche la realizzazione di uno stagno più grande, progettato anche come luogo di sosta e di alimentazione per l’avifauna palustre, che verrà attrezzato con un osservatorio per il birdwatching.
L’idea della realizzazione del vivaio è nata nel corso dei lavori di recupero ambientale in alcune aree protette, nell’ambito del progetto “Lungo le rotte migratorie” quando è emersa la difficoltà di reperire le piante per le opere di rinaturalizzazione.

3 novembre 2005

Liberata tartaruga marina.

Una piccola folla stipata a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera della Capitaneria di Porto di Marina di Carrara e di tre gommoni del Centro sub Alto Tirreno ha assistito, l’11 ottobre scorso, a circa 4 miglia al largo di Marina di Massa alla liberazione di una tartaruga marina “Caretta caretta”. La liberazione è avvenuta dopo oltre due mesi di cure e degenza presso la struttura del Centro recupero del WWF di Ronchi, nell’ambito del Progetto Tartarughe Marine del WWF Italia finanziato dagli Assessorati all’Ambiente della Provincia di Massa Carrara e del Comune di Massa, in collaborazione con il Quartiere 5, l’ASL 1 Sanità Animali di Massa Carrara, la Capitaneria di Porto , Guardia Costiera di Marina di Carrara, il Centro Sub Alto Tirreno e la Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.

28 ottobre 2005

73mila animali vittime di reati

72.812 animali in Italia, nel corso del 2004, sono stati vittime di reati; 1.066 i casi accertati in tutto il paese. E’ quanto emerge dal rapporto “Animal killer 2005” dell’Osservatorio Reati contro gli animali dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali). La Lombardia è la regione in testa alla triste classifica con ben 137 casi accertati, seguono l’Emilia Romagna con 125 e la Toscana con 104.
Ma il rapporto tra residenti e casi accertati rivela una realta’ diversa: e’ la Liguria, infatti, la regione dov’e’ piu’ frequente la violazione delle leggi a tutela degli animali, seguita da Umbria e Val d’Aosta. La ricerca rivela anche che cani e gatti non sono i maggiormente esposti alla ferocia umana, bensi’ gli uccelli che piu’ di tutti subiscono uccisioni e maltrattamenti. In valore assoluto dei 72.8\12 animali vitime, ben 40.810 (pari al 56 per cento del totale), sono stati uccisi. Tra questi, 691 cani (rispetto ai 4.402 esemplari coinvolti) e 623 gatti (rispetto a 1.064). Si maltratta e si uccide nelle città, il 40,8 per cento dei casi accertati, nelle aree extraurbane, campagne o boschi (37,8 per cento) e nelle abitazioni o aree condominiali (21,4 per cento).
Pao. Ma.

10 ottobre 2005

I sapori di Toscana nelle ricette delle donne di Incisa

di Paolo Maggi *

Dopo aver preso per la gola migliaia di persone nel corso delle gustose sagre che costellano in lungo e in largo il territorio di Incisa Val d'Arno, Milena, Adriana, Bianca e tante altre donne, del locale circolo Arci, adesso tendono l'agguato, ovviamente gastronomico, ai palati dei tanti turisti in visita in questo magnifico pezzo di Toscana.
Hanno infatti ideato e realizzato con il contributo di Coop Incisa, la pubblicazione “Sapori di Toscana” che ricetta dopo ricetta accompagna il lettore alla scoperta dei più tipici piatti toscani e Valdarnesi in particolare. Si tratta di un’irresistibile invito a mettersi ai fornelli, ma anche e soprattutto a tavola per assaporare quanto di meglio la tradizione gastronomica della nostra regione ha concepito per soddisfare anche i palati più esigenti.
Crostini e salumi, minestra di fagioli, tagliatelle al sugo di coniglio, topini burro e salvia, Panzanella, minestra di Pane o Ribollita, pappa al pomodoro, ma anche Fegatelli di maiale alla valdarnese, trippa alla fiorentina e fagioli all'olio sono piatti oggetto delle ricette, descritte in italiano, inglese e tedesco, corredate da splendide fotografie, che insieme a una puntatina sui “segreti della griglia” si succedono sulle pagine dell'opuscolo.

Coop Incisa con questa iniziativa ha inteso portare a conoscenza dei numerosi turisti la cucina tipica toscana, in una terra dove ortaggi e verdure si combinano alla perfezione con carne e pasta.
Le ricette dedicate alle persone amanti delle tradizioni locali e del buon gusto, del mangiare sano e genuino, che per turismo o per lavoro sostano in queste zone, sono realizzate con prodotti scelti tra le aziende locali che forniscono la Coop Incisa.
L'opuscolo, stampato in migliaia di copie viene distribuito gratuitamente  presso l'ufficio dell'APT situato all'uscita dell'Autosole di Incisa e presso tutti i campeggi e gli agriturismi della zona.


Minestra di Pane o Ribollita

Ingredienti per 6 persone: 1 ciuffo di cavolo nero; ¼ di cavolo di verza; 1 cipolla; 2 carote; 2 gambi di sedano; rosmarino e aglio; 600 gr. Di fagioli cannellini Coop; Pomodori pelati o conserva Coop; olio extra vergine di oliva f.lli Sordi; sale e pepe; 400 gr. pane toscano casalingo raffermo (panificio Pieralli).
Utilizzare una pentola con capacità di lt. 2,5.
Preparazione: lessare i fagioli in acqua fredda. In una pentola far rosolare tutti gli odori con abbondante olio, aggiungere i fagioli con l’acqua di cottura e passarli al setaccio con pomodoro o conserva, livellando la pentola di acqua. Portare a ebollizione e aggiungere cavolo nero e cavolo di verza, cuocendo a fuoco lento per circa 2,30 ore. Tagliare a fette il pane raffermo e in un recipiente di coccio alternare uno strato di pane alla zuppa fino a inzuppare il tutto. Far riposare 30 minuti prima di servire aggiungendo olio. Riscaldata il giorno dopo è la vera ribollita.
Vino consigliato: Chianti Poggio Felice

Pappa al Pomodoro

Ingredienti per 4 persone: 300 gr. Di pane casalingo raffermo del panificio Pieralli; 500 gr. Di pomodori maturi o pelati; 4 spicchi d’aglio; basilico; 1 litro di brodo; olio extra vergine di oliva f.lli Sordi; sale e pepe.
Preparazione: in una pentola, rosolate l’aglio in abbondante olio e appena accenna a prendere colore, unite i pomodori pelati e tagliuzzati con abbondante basilico. Salare, pepare e far cuocere per 30 minuti. Versare il brodo bollente e quando spicca il bollore unite il pane tagliato a fettine sottili. Far cuocere girando spesso, poi spengere il fuoco. Servire calda (mai bollente) o tiepida con abbondante olio a crudo.
Vino consigliato: Chianti Poggio Felice.

Fegatelli di Maiale alla Valdarnese

Ingredienti per 4 persone: 400 gr. Di fegato di maiale; 200 gr. Di rete di maiale; 1 spicchio d’aglio; semi di finocchio selvatico; foglie di alloro; olio extra vergine di oliva f.lli Sordi; sale e pepe.
Preparazione: pestate i semi di finocchio e lo spicchio d’aglio e mescolate con sale e pepe. Tagliate il fegato a pezzetti e passateli nel condimento e quindi avvolgeteli con cura nella rete,dopo averla fatta rinvenire in acqua calda. Posate i fegatelli su di una teglia spillati con uno stecchino e le foglie di alloro. Irrorateli poi con un filo d’olio e cuocerli in forno caldo per circa 15 minuti.
Vino consigliato Chianti Classico Castello di Uzzano.

* articolo pubblicato sul n. 76 di Coopinforma, ottobre 2005

Sapere: un diritto che inizia con la nascita

Un progetto di legge d’iniziativa popolare inserisce i nidi nel percorso educativo pubblico. Nei banchetti sparsi in tutta la Toscana si raccolgono le firme per dare il via all’iter parlamentare della legge. Ne occorrono almeno 50 mila entro il 20 maggio prossimo.

di Paolo Maggi *

“Un unico percorso formativo da zero a sei anni con asili nido e scuole per l’infanzia inseriti nel sistema educativo pubblico” è in estrema sintesi la “rivoluzione” del sistema educativo ideata dai Democratici di Sinistra e trasformata in una proposta di legge d’iniziativa popolare.
“Vogliamo affermare – ha spiegato Anna Serafini, responsabile DS per l’Infanzie e presidente della Consulta per l’infanzia e l’adolescenza Gianni Rodari nel presentare la proposta di legge – il diritto di ogni bambino all’educazione, alla vita di relazione, al gioco e alla cura.
Tutti i bambini, dalla nascita, senza alcuna distinzione, devono poter sviluppare le proprie potenzialità di relazione, di autonomia, di creatività e apprendimento, in un contesto educativo, affettivo e di gioco, pensato per accoglierli e sostenerli”.
Punto focale del Disegno di legge dal nome  “Il diritto delle bambine e dei bambini all’educazione e all’istruzione dalla nascita a sei anni”, definito Zeroseianni,  è quello di trasformare l'asilo nido da servizio sociale a domanda individuale a servizio educativo, prevedendo un unico processo formativo da zero a sei anni. Nido e scuola dell'infanzia diventano dunque parte integrante del sistema educativo e formativo pubblico nazionale con l'obbligo di eliminare le liste di attesa. Tutto questo richiede un notevole investimento di risorse sociali ed economiche. A tal fine e per ridurre i costi delle famiglie, è prevista fra l’altro l’istituzione di un Fondo per i diritti dell’infanzia e di un Piano di finanziamenti per la creazione e la gestione dei nidi e per la generalizzazione delle scuole dell’infanzia in tutto il territorio nazionale. “Una legge per far crescere i diritti dei bambini e metterli al centro dell’educazione in un’Italia sempre più in Europa”, ha dichiarato la senatrice Vittoria Franco, fra le promotrici del disegno di legge, nel corso della conferenza stampa di lancio della raccolta delle firme.
Vittoria Franco
La Toscana è all’avanguardia per i servizi all’infanzia. I nidi coprono il 21 per cento della popolazione da 0 a 3 anni, mentre in Italia la media è appena del 7,4 per cento. Il divario tra le diverse aree è grande. Nel sud esiste un’oscillazione tra un minimo di 1,9 e un massimo di 6,4 per cento di posti-nido. Medie che pongono l’Italia al terzultimo posto in Europa, dopo Spagna e Grecia, e lontanissima dall’obiettivo chiesto dall’Unione Europea a tutti i paesi di raggiungere il 33 per cento dei posti-nido entro il 2010. Diversamente, le scuole per l’infanzia in Toscana accolgono il 90 per cento dei bambini da 3 a 6 anni, ma anche in questo caso i problemi stanno venendo fuori in maniera sempre più determinante in seguito ai tagli del governo di centrodestra ai fondi per edilizia e personale scolastico.
In Toscana così come nel resto del paese si sono formati comitati composti da partiti politici, associazioni, genitori, insegnanti e studenti di ogni orientamento e strato sociale per raccogliere le firme in sostegno del Disegno di legge. Il 2 giugno prossimo scade il termine utile per presentare   le 50 mila firme necessarie per iniziare l’iter parlamentare. L’obiettivo è di raccoglierne molte di più, oltre le 100 mila entro il 20 di maggio, in modo da avere anche tutto il tempo necessario per poter svolgere tutte le operazioni di verifica e vidimazione.
In ogni città, paese, davanti a scuole e luoghi di lavoro, nei mercati e centri commerciali già da tempo sono spuntati banchetti per la raccolta delle firme. Ad animarli giovani e non che oltre a raccogliere firme cercano di spiegare alla gente che “quanto più i bambini, fin da piccolissimi, vivono in un contesto cognitivo e sociale adeguati quanto più saranno in grado di non abbandonare la scuola e di vincere le sfide nei gradi successivi dell’istruzione. Solo creando eguali opportunità possono essere valorizzati tutti i talenti, quale che sia la provenienza sociale”. Per saperne di più cliccare su  http://www.consultarodari.org/frameset.htm, oppure http://www.vittoriafranco.it/.

* Articolo pubblicato sul numero 76 di Coopinforma (ottobre 2005)


Pienza festeggia il VI centenario della nascita di Papa Pio II

Paolo Maggi *

© foto paolo maggi

L’apoteosi si raggiungerà  il 18 ottobre, ma le celebrazioni si stanno rincorrendo ormai da tempo a Pienza, ma non solo, per festeggiare il VI centenario della nascita di Pio II, il papa fondatore della splendida cittadina della Valdorcia.
Enea Silvio Piccolomini, diventato papa nel 1458 col nome di Pio II, volle infatti trasformare il borgo medievale di Corsignano, dove era nato il 18 ottobre del 1405, in residenza papale in stile rinascimentale.
L’abitato, rimasto pressoché  immutato nel tempo entro il perimetro delle mura costituisce un esempio unico di urbanistica Quattrocentesca, realizzata secondo concetti urbanistici che si rifanno alla città ideale della cultura umanistica.
I lavori durarono poco più di tre anni ed il 29 Agosto 1462 per la festività di San Giovanni Battista Pio II consacrava la Cattedrale e inaugurava la nuova città di Pienza.
Del progetto originario del 1459 ideato da Bernardo Gambarelli, detto il Rossellino oggi si possono ancora ammirare molti palazzi che si affacciano soprattutto lungo il corso Rossellino e piazza Pio II, vero e proprio cuore pulsante della cittadina, che vanta oltre la Cattedrale dell’Assunta, palazzo Piccolomini, palazzo Borgia e Jouffroy, il palazzo Comunale, palazzo Ammannati e il caffè “La Posta”. Uno strano destino volle che né Pio II nè  il Rossellino poterono godere a lungo della loro creatura: morirono entrambi a distanza di due mesi l'uno dall'altro nel 1464.
Nell’ambito delle celebrazioni del Papa fondatore di Pienza, anche la mostra “E’ nato qui”, racconto grafico-cromatico di Aleardo Paolucci. Inaugurata il 17 settembre la rassegna rimarrà aperta nelle splendide sale di Palazzo Piccolomini fino al 6 novembre prossimo. Totalmente pensata e realizzata da Aleardo Paolucci, come omaggio riconoscente a Pio II, ben prosegue la Rassegna dei Grandi Maestri dell’Arte italiana, che si tiene a Pienza ininterrottamente dal 1973.
L’autore, con una narrazione riccamente cromatica e affabulante, presenta in 56 opere, tutte assolutamente originali, le vicende di Enea Silvio Piccolomini: poeta, storico, oratore, diplomatico, politico, e grande umanista, la cui figura spicca nel ricco crogiolo delle personalità dell’Italia del 400, che eletto Papa nel 1458, volle costruire nel piccolo borgo medioevale una nuova città a misura d’uomo.La  Mostra, allestita in collaborazione con il Comune di Pienza, la Diocesi di Montepulciano Chiusi e Pienza, la Pro-Loco, la Fondazione San Carlo Borromeo, e il Parco della Val d’ Orcia, è accompagnata da un bel catalogo, che oltre a riprodurre tutte le opere esposte, riporta alcuni importanti testi critici (tra i quali, quelli di Dino Carlesi, Mario Specchio, Fabio Pellegrini, e don Ivo Petri), e le affettuose testimonianze di molti amici pientini che in questi anni hanno seguito ed incoraggiato Aleardo nel suo grande lavoro-omaggio a Pio II, e che hanno voluto così testimoniargli pubblicamente la loro amicizia la loro stima.
Per rendere ancora più allargata possibile la partecipazione dei pientini alle celebrazioni del centenario della nascita del fondatore della loro città, nello stesso periodo della Mostra, nel cortile del Palazzo Piccolomini (per gentile concessione delle Pie Disposizioni di Siena), è stato allestito un monumento provvisorio, alla cui realizzazione hanno collaborato con opere personalissime gli artisti: Luigi Biagiotti (scultore), Mario Biagiotti (ferro battuto), Emo Formichi (scultore) e Piero Sbarluzzi (scultore ceramista).
 ©Pienza P. Maggi

PIENZA

A Pienza si trova in Valdorcia, in quel di Siena e si raggiunge in auto utilizzando la SS2 Cassia sia da nord (Siena) e sia da sud (Acquapendente) od utilizzando (da est) l'autostrada del Sole ed uscendo a Bettolle per poi proseguire per Torrita di Siena od uscendo a Chiusi per poi proseguire per Chianciano Terme.
La Valdorcia è una terra di ottimo vino, buon olio e ... tanta tanta storia.
Qui sorgono antiche abbazie come Sant’Antimo, fortezze inespugnate come Montalcino e strade  percorse da millenni da eserciti o semplici pellegrini sulla via di Roma.
© foto paolo maggi
Il prodotto tipo di Pienza è il Cacio Pecorino acquistabile un po' ovunque in paese.
Oggi Pienza fa parte di un sistema territoriale chiamato "Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d'Orcia", che mira alla conservazione dello straordinario patrimonio artistico dei cinque comuni che ne fanno parte: Castiglion d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d'Orcia.

La Pieve di Corsignano
Via delle Fonti - Aperta su prenotazione
Telefonare all'ufficio turistico (0578/749071)
Papa Pio II fu battezzato in questa pieve Romanica dell'undicesimo secolo che si trova subito fuori dal centro storico di Pienza. Possiede una torre cilindrica e un portale decorato con temi mitologici e fantastici. Sul lato un altro portale ha un architrave sul quale è scolpito un presepe di stile Bizantino.

* articolo pubblicato sul n° 73 di Coopinforma (ottobre 2005)

3 ottobre 2005

La cipolla di Certaldo a Boccaccesca 2005

Dal 2001 dodici aziende che fanno capo al Consorzio Certaldo 2000 con presidio Slow Food sono tornate a produrre la famosa cipolla di Certaldo, che proprio il Boccaccio menziona nel suo Decamerone, quando cita un tale Frà Cipolla, che “in quei terreni produceva cipolle famose in tutta la Toscana”. Il 2005 è stato un anno ricco di soddisfazioni per le dodici aziende produttrici, che hanno fortemente incrementato la produzione sia della “statina”, pronta  per il consumo fresco a maggio e che matura in estate, sia della “vernina”, che viene seminata fra novembre e gennaio per essere trapiantata fra marzo e aprile e raccolta a metà agosto. Per quanto riguarda la vernina si è passati dai 400 quintali del 2004 agli oltre 700 di quest’anno, suffragati anche dall’ottima qualità. Risultati che fanno bene sperare e che avranno un giusto risalto in questo mese di ottobre quando nello splendido borgo medievale di Certaldo alta si svolgerà “Boccaccesca 2005”. In questa circostanza il Consorzio infatti allestirà uno stand dove i visitatori potranno gustare la prelibata cipolla in tutte le salse, zuppe, alla brace, cotta sotto la cenere. Inoltre si potrà gustare la marmellata, ottima sui formaggi stagionati e sui bolliti.
Pao. Ma.

1 agosto 2005

L'Elba prima isola Slow

L’isola d’Elba è la prima isola-slow. L’isola dell’Arcipelago toscano è la capofila del progetto  che coinvolgerà altre isole in tutto il mondo e la prima in assoluto a “vantare il marchio con una chiocciola verde in campo blu che simboleggia - ha sottolineato Luca Fabbri, governatore Slow Food di Toscana -, olre alla virtù della lentezza, il radicamento di un territorio, la sua salvaguardia attraverso il recupero dei prodotti e delle attività legate alla tradizione agroalimentare”. La creazione delle Isole slow rappresenta un ulteriore sforzo ''che mira a tutelare l'ambiente, creando contemporaneamente ricchezza, nuove opportunita' di lavoro per gli isolani residenti e per chi decidesse di tornare''. Diventare Isole slow significa, anche, ''dire no ai prodotti geneticamente modificati e impegnarsi da una parte a proporre ospitalita' di qualita' e dall'altra puntare sulla formazione, coinvolgendo i giovani in una vera e propria educazione al gusto''. Le Isole Slow diventeranno tutte socie sostenitrici dei progetti della Fondazione Slow Food per la biodiversita'. Ciascuna sara' gemellata con un'altra nel mondo. L'Isola d'Elba ha chiesto di essere associata alle novervegesi Lofoten. La prossima isola italiana ad essere nominata 'isola slow' sara' Lipari, in Sicilia. Fondata da Carlo Petrini, Slow Food è un’associazione internazionale che conta oggi 82.000 iscritti, con sedi in Italia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Francia, Giappone, oltre a rappresentanze in 107 diversi paesi.
Pao. Ma.

5 luglio 2005

Igiene e bellezza nell'antico Egitto

paolo maggi*

Nefertiti


Un viaggio alla scoperta di profumi, unguenti e creme per la pelle o per i capelli usati dagli antichi egizi attraverso un percorso archeologico e botanico straordinario. E’ quanto offre la mostra “Igiene e bellezza nell’antico Egitto. L’altra dimensione del sapere” organizzata da Aboca Museum in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, sezione egizia,  a Palazzo Bourbon del Monte a Sansepolcro in provincia di Arezzo.
Con i suoi oltre sessanta reperti risalenti all’Egitto faraonico, tra cui il sarcofago del sacerdote Khonsumes e il calco del famosissimo busto di Nefertiti, l’esposizione ripercorre la vita degli antichi egizi nell’aspetto più intimo e quotidiano legato alla cura dell’igiene e dell’aspetto attraverso i colori, gli aromi e i profumi delle piante e delle droghe allora conosciute e che ancora oggi sono così utili all’uomo. L’esposizione, articolata in quattro sezioni dedicate ai profumi, alla cura della pelle, dei capelli e al trucco, permette al visitatore di conoscere questa civiltà attraverso un’”altra dimensione del sapere” nei suoi aspetti peculiari di una quotidianità vissuta in un contesto di scienza, religione e magia, dove anche l’igiene e la cosmesi, contribuirono al raggiungimento della perfezione estetica al quale il popolo egizio anelava.  “Questa mostra, organizzata in stretta collaborazione con la sezione Egizia del  Museo Archeologico di Firenze – spiega Valentino Mercati, presidente di Aboca Spa -, si prefigge la valorizzazione delle antichissime usanze praticate dagli Egizi, nelle quali era già ben chiara l’idea della cura del corpo, sia sotto l’aspetto salutistico sia sotto quello igienico ed estetico”. Di particolare interesse anche la
riproduzione di alcuni olii e unguenti degli antichi Egizi sperimentati e realizzati nel laboratorio Aboca, seguendo le antiche ricette tramandate dal Papiro di Ebers. L’esposizione, che si avvale anche della collaborazione dei Musei Egizi dell’Agricoltura e dell’Agricoltura dell’Antico Egitto del Cairo e dell’associazione culturale Arte-mide, rimarrà aperta fino al 31 ottobre 2005, presso palazzo Bourbon Del Monte in via Niccolò Accolti a Sansepolcro, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (info: tel. 0575 733589 – www.aboca.it/abocamuseum).

*pubblicato sul n. 75 di Coopinforma (luglio 2005)

2 luglio 2005

La Toscana al top per le gite scolastiche

di Paolo Maggi


Oltre 2 milioni e 200 mila presenze e un fatturato di 86milioni di euro catapultano la Toscana in vetta alla classifica delle mete preferite dal turismo scolastico. A dirlo sono i dati del Terzo Osservatorio Nazionale sul Turismo Scolastico presentato dal Centro Studi Turistici e dall’Aci di Firenze, elaborati su un campione di 1794 istituti scolastici.
L’indagine biennale evidenzia che negli ultimi due anni gli studenti italiani hanno viaggiato meno, ma che per l’anno scolastico 2004/05 si può parlare di un’inversione di tendenza a conferma che nonostante il susseguirsi di eventi drammatici o congiunturali si sta assistendo a una graduale ripresa del turismo scolastico seppure con una ridistribuzione dei flussi. In pratica vengono abbandonate le destinazioni considerate meno sicure o con livelli di prezzi troppo elevati a favore di quelle che riescono a garantire una maggiore affidabilità e una convenienza economica: prevale l’alternativa più che la rinuncia.
Un dato che emerge nell’indagine è proprio l’affermazione delle cosiddette “località minori”, o meglio, quelle al di fuori dei tradizionali circuiti turistici, visto che portano i nomi di località importanti come Pisa, Lucca o la provincia di Grosseto, dove arte e natura si armonizzano in maniera ideale e i costi risultano più convenienti. La meta più ambita resta comunque Firenze che però rispetto al biennio precedente perde l’1 per cento di presenze scolastiche, contro una crescita regionale che si aggira sul 4 per cento.
In soldoni l’indagine evidenzia che è aumentato il numero complessivo dei viaggi rispetto al biennio precedente ed è cambiata anche la distribuzione fra le mete nazionali (76 per cento) e quelle estere (24 per cento). La stima dei partecipanti ai viaggi d’istruzione è di 4 milioni e 375 mila giovani, ovvero il 16,2 per cento in più rispetto alla precedente indagine. Di questi, 3 milioni e 325 mila studenti hanno visitato una o più località italiane e 1 milioni e 50 mila hanno preferito una o più località estere, mentre la durata media dei viaggi è passata da 3,2 a 3,8 giorni.
L’offerta culturale e museale rappresenta la prima motivazione per le visite didattiche conil 38,5 per cento , in leggero incremento rispetto alla precedente indagine. Un altro motivo di interesse cono le visite ai parchi e alle aree protette (25,4%), seguite da quelle nelle aziende (20%), fiere e manifestazioni (12,2%).
Per quanto riguarda gli spostamenti, i bus rimangono il mezzo più utilizzato (57,9 per cento), seguito dal treno (24,3%). Il trasporto aereo ha subito un incremento di due punti passando dall’11,7 al 13,7 %.
Fra le regioni italiane meta dei viaggi d’istruzione la Toscana continua a ricoprire il ruolo di protagonista assoluta, con ben cinque località fra le prime venti (Firenze, Siena, Pisa, Lucca e Arcipelago toscano), con il 17,8 per cento dell’intero movimento, in aumento rispetto all’indagine del 2003, ma al di sotto dei livelli raggiunti nel 2000/2001. Le altre regioni con le quote di mercato più significative sono l’Emilia Romagna con oltre un milione e mezzo di presenze, il Lazio e il Veneto. Fra le scelte dei viaggi all’estero la Francia e la Spagna continuano ad essere le mete più ambite, anche se le presenze degli studenti italiani registrate per il 2004/2005 rimangono ben lontane da quelle rilevate nel 200/2001. Il paese straniero che ha registrato un forte incremento del numero dei viaggi e di partecipanti è la Germania. Barcellona e Praga si contendono il primato di città “più richieste” dagli studenti italiani, mentre Parigi è in terza posizione. 

10 giugno 2005

Nel museo entra in gioco la matematica

FIRENZE. E’ nato a Firenze Il "Giardino di Archimede, un Museo per la Matematica", promosso dal Quartiere 4 e dalla Provincia di Firenze,  realizzato presso l'ITT Marco Polo di San Bartolo a Cintoia. Inserito anche tra i progetti del Comune di Firenze denominati "Chiavi della Città", in poco tempo è stato visitato da ben, da circa 3000 persone, soprattutto studenti.
Realizzato come un luogo di giochi e meraviglie, da cui è possibile aprire una finestra sugli aspetti più creativi e fantasiosi della matematica imparando in modo divertente come questa disciplina sia sempre presente nella nostra vita quotidiana, il museo propone tre sezioni. La prima, intitolata "Oltre il compasso: la geometria delle curve", analizza gli elementi basilari della geometria, la retta e il cerchio, fino ad arrivare ai frattali. Questa sezione presenta numerosi punti interattivi in cui gli oggetti esposti possono essere toccati e azionati direttamente dai visitatori. La seconda sezione, "Pitagora e il suo teorema", è un'area dedicata ai più piccoli che si possono divertire a ricomporre dei "puzzle" con i famosi triangoli rettangoli di Pitagora, per verificare le proprietà del teorema più famoso del mondo. La terza e ultima sezione, intitolata "Leonardo Pisano, la scienza araba e la rinascita della matematica in Occidente", ci fa scoprire il personaggio che ha portato in Europa il linguaggio delle cifre arabe.
In cantiere la realizzazione di una proposta del professore Enrico Giusti, direttore del museo, per attrezzare l'area esterna al museo, di uno spazio ludico-didattico, un vero e proprio "parco giochi matematico" che potrebbe essere aperto al pubblico indipendentemente dall'accesso al museo. Il Museo è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e la domenica dalle 15 alle 19. Il biglietto d'ingresso è di 5 euro (ridotti 4 e 3 euro). Ingresso gratuito per i bambini fino a 6 anni di età. "Il Giardino di Archimede" può essere visitato su prenotazione telefonando allo 055/4223275. Indirizzo e-mail: archimede@math.unifi.it.
Pao. Ma.

25 maggio 2005

Abetone: a dicembre la "nuova Riva"

Nella prossima stagione sciistica abetonese si potrà sciare sulla nuova Riva. A dicembre la vecchia seggiovia monoposto rossa Villa Imperatori-Selletta, conosciuta da tutti come Riva, andrà in pensione e sarà sostituita da una più moderna e comoda  biposto, con seggiolini imbottiti e un tranquillo tappeto di imbarco che a monte avrà due uscite, una che conduce al rifugio Selletta e alla pista Riva e l’altra direttamente alle piste Selletta e Foresto.
Si tratta di uno degli impianti che hanno tracciato la storia dello sci, che nel 1969 sostituì il mitico slittone, costruito nel 1935 dalla stessa società ancora oggi proprietaria dell’impianto.
La nuova seggiovia, che avrà un costo di oltre 3.100.000 euro, avrà un tempo di percorrenza di  7 minuti e 12 secondi,   rispetto agli attuali 8 minuti e 47 secondi e una portata oraria di 1200 persone, contro le 720 del vecchio impianto; la lunghezza sarà di 1200 metri, il dislivello di 328 metri  e le seggiole in linea saranno 145.
Dopo l’opera di demolizione   della vecchia struttura, a  fine agosto/primi di settembre  inizieranno i lavori di montaggio, nella  prima decade di ottobre è prevista la messa in opera della fune portante, entro il 25 di ottobre ci sarà il montaggio delle seggiole sulla fune, il  5 novembre inizieranno le  operazioni di precollaudo e il 10  novembre è fissato il collaudo.
La nuova Riva è l‘ultima tappa di un processo di profondo rinnovamento della stazione toscana, che in 5 anni ha ammodernato oltre il 70% dei propri impianti. Un percorso  iniziato nel 1999, con la nuova telecabina Casa cantoniera – Monte Gomito (Ovovia) e la seggiovia triposto Campo tennis, continuata nell’inverno 2003-2004, con le tre seggiovie  quadriposto Pulicchio, Sprella e Tre Potenze in Val di Luce, e nel 2004-2005 ancora con le due quadriposto Le Regine – Selletta e Val di Luce-Monte Gomito.
Pao. Ma.

3 gennaio 2005

Riapre al pubblico palazzo Chigi Saracini

Dopo due secoli torna a svelare ambienti e tesori d’arte straordinari. Per l’occasione anche una mostra dedicata ai protagonisti dell’arte tra Seicento e Settecento. Aperti al pubblico, per la prima volta, alcuni ambienti di palazzi privati nei quali si respira l’atmosfera della Siena del tempo di Galgano.

Paolo Maggi

SIENA. Capolavori di Domenico Beccafumi, del Sassetta del Brescianino, di Rutilio Manetti e di tanti altri maestri dei Sei-Settecento custoditi in magnifiche stanze arredate con mobili principeschi e oggetti preziosi si svelano al visitatore che risponde all’”Invito a Palazzo Chigi Saracini - Le stanze e i tesori della collezione”, la mostra curata da Carlo Sisi e Enrico Colle, in occasione della riapertura al pubblico, dopo quasi due secoli, della storica dimora senese.
Fino al 15 giugno è infatti possibile visitare il Palazzo, oggi sede della prestigiosa Accademia Musicale Chigiana, che racchiude oltre dodicimila pezzi riuniti dal nobile Galgano Saracini sin dal 1806, quando aprì al pubblico degli amatori e degli allievi dell’istituto di Belle Arti il “vago e superbo museo” all’interno di quel piccolo castello medievale che era la sua dimora, a pochi passi da piazza del Campo e dalla Cattedrale.
Il “museo”, occupava quattordici stanze (divenute poi venti nel 1819) del palazzo gotico costruito nel Duecento dalla famiglia Marescotti, passato nel 1506 ai Piccolomini Mandoli e acquistato verso il 1770 dal padre di Galgano, Marco Antonio Saracini. Galgano aveva esposto tele, statuette, bassorilievi, disegni, antichità etrusche e romane, maioliche ed anche preziose manifatture in avorio, legno e pietre dure. Fra tanti gioielli spiccavano i dipinti della quadreria dedicata soprattutto alla scuola senese (come testimonia la serie di capolavori dovuti a Sassetta, Domenico Beccafumi, Brescianino, Rutilio Manetti, Bernardino Mei etc.), nella quale non mancano tuttavia opere di maestri come Bernardo Strozzi e Salvator Rosa.
A quasi due secoli dalla prima apertura del palazzo per “il pubblico godimento”, il visitatore oggi può accedere per la prima volta alle stanze e ai salotti che fecero parte del primitivo percorso museale ideato da Galgano, successivamente modificato in stile romantico dai suoi discendenti. L’itinerario di visita conduce in stanze che rispecchiano esattamente il gusto settecentesco (come l’aula Pergolesi, che conserva l’allestimento del 1819), in salotti ottocenteschi (che, pur rinnovati nelle tappezzerie e nei tendaggi, mantengono l’eclettica eleganza tipica del XIX secolo) e nella galleria che, completamente restaurata e ritinteggiata, presenta i dipinti in una nuova sistemazione per periodi e ambiti culturali.
Il progetto di recupero, quasi come quello di duecento anni fa, ha previsto l’utilizzo di numerose maestranze attive sul territorio che, seguendo specifiche direttive, hanno rinnovato il gusto degli antichi proprietari.
Per l’occasione , inoltre, al piano terra del palazzo è stata allestita anche la mostra “Oltre la Scuola Senese. Dipinti del Seicento e del Settecento nella collezione Chigi Saracini”, a cura di Riccardo Spinelli, con capolavori di Salvator Rosa, Bernardo Strozzi, Simone Pignoni, Pier Francesco Cittadini e Sebastiano Conca, insieme con opere meno note o in gran parte inedite riemerse, dai depositi della collezione o rintracciate nei luoghi meno frequentati della dimora.
Nella città del palio inoltre, a coronamento dell’iniziativa, sono stati aperti alla visita del pubblico, per la prima volta anche alcuni ambienti di palazzi privati, nei quali si respira ancora l’atmosfera della Siena del tempo di Galgano Saracini.
E per chi vorrà approfondire la conoscenza del collezionismo ottocentesco in terra senese sarà possibile visitare il Museo Civico di Montepulciano che conserva la collezione di quasi duecento dipinti che appartenne al Primicerio della Cattedrale poliziana, Francesco Crociani (1782-1861).
L’iniziativa è promossa da Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Banca Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Accademia Musicale Chigiana, con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale e del Comune di Siena e con la collaborazione Direzione Regionale dei Beni Culturali della Toscana, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico per le Province di Siena e Grosseto, Fondazione Musei Senesi


Informazioni

“Invito a Palazzo Chigi Saracini. Le stanze e i tesori della collezione” rimarrà aperta fino al 15 giugno 2005, tutti i giorni, compresi lunedì e festivi, dalle 9 alle 19.30. I biglietti costano 9 euro gli interi e 7 i ridotti, mentre per le scuole 4 euro e comprende l’ingresso e la visita guidata alla galleria, al piano nobile del Palazzo Chigi Saracini e alla rassegna Oltre la scuola senese. La visita viene effettuata con l’assistenza di guide professionali in gruppi composti da un massimo di 25 persone e dura circa 1 ora e 30 minuti, con partenza ogni 15 minuti (sabato e domenica), ogni 30 minuti ( tutti gli altri giorni). Su richiesta, e per gruppi di 25 persone, è possibile prenotare la visita in lingua francese, tedesca e inglese.
L’accesso ai disabili è possibile solo su prenotazione da effettuare almeno tre giorni prima della visita presso la segreteria della mostra ( tel. 0577 246928 Fax 247874
segreteriamostra@chigiana.it


La pittura di Ademollo

In occasione dell’evento Invito a Palazzo Chigi Saracini. Le stanze e i tesori della Collezione vengono riaperti al pubblico alcuni degli ambienti più significativi ed eleganti della Siena della fine del Settecento. Si tratta di luoghi in cui si respira ancora quell’atmosfera di Neoclassicismo che fu molto apprezzata anche da Galgano Saracini e che ebbe nella figura di Luigi Ademollo (1764-1849) il più raffinato interprete nel campo della pittura. La capacità di narrare favole antiche e mitologiche, con uno stile ricercato in cui la delicatezza cromatica si lega alla leggerezza del tocco, lo fecero apprezzare da alcuni nobili senesi che lo invitarono a dipingere i soffitti delle loro dimore.
La pittura di Ademollo potrà essere riscoperta attraverso un itinerario urbano che si muoverà tra la decorazione della cappella del Palazzo Venturi Gallerani (1793-1794), le Storie mitologiche dipinte nei soffitti della dimora di Filippo Sergardi tra il 1794 e il 1795 e i cicli di Storie antiche di Palazzo Sozzini Malavolti (1796-1798) e Palazzo Bianchi (1803).