5 settembre 2002

Pratolino: una Coop dal "sangue blu"

di Paolo Maggi

E’ naturale che una cooperativa, sia essa di produzione, lavoro, servizio o consumo abbia un animo nobile, che nasca da quello spirito di solidarietà e mutuali- tà che nobilita l’opera e il lavoro dell’uomo, ma che una cooperativa abbia origini principesche è davvero singolare!

Eppure la Cooperativa di Consumo del popolo di Pratolino affonda le proprie radici proprio intorno alle vicende di un nobile, di un principe, del principe Paolo Demidoff per l’esattezza e del suo amore per la musica e la gente di Pratolino.
Ma andiamo per ordine. Nel 1875 prende vita il Corpo Corale Demidoff di Pratolino, che animato da tanta passione e pochi mezzi mieteva arte canora nelle feste religiose e profane della zona. Fu nel 1915 che entrò in scena il principe che in quell’ anno regalò alla corale 36 strumenti musicali. Un vero e proprio evento che fece assurgere la corale a banda musica- le che prese il nome dalla mo- glie del Principe “Elena Demidoff”. Nel 1922, in ricordo del marito deceduto in Russia nel 1917, “vittima” della Rivoluzione D’Ottobre, proprio Elena, donò ai musicanti e soci il ter- reno per costruire una sede sta- bile per la filarmonica, per il ritrovo e lo svago della popolazione di Pratolino.
La sede venne realizzata nel 1923 e da allora è stato il luogo de- putato alla vita sociale, ricreati- va e culturale di tutta la zona. Lì vennero fondati il circolo Arci Demidoff, che oggi vanta oltre 170 iscritti e la scuola di mu- sica attualmente frequentata da 50 giovani allievi e tre maestri. Ed è lì, anzi nella cantina del circolo, che nel 1952, per volontà di 75 soci fondatori venne aperto lo spaccio della Cooperativa del Popolo di quel piccolo borgo fatto di poche case lungo la via Bolognese nel comune di Vaglia, alle porte di Firenze. Gente che viveva del proprio lavoro, infermieri al sana- torio, cuochi o giardinieri al parco Demidoff, qualche pendo- lare in città. Ed è lì, in quei locali e da una “costola del circolo Arci Demidoff”, come racconta il presidente della Coop Bruno Simoncini, che prese corpo l’ anima nobile della  cooperazione, della mutualità.
Il primo presidente Ariondo Valiani e il banconiere Brunero Birini appresero i primi insegnamenti del mestiere dai soci dello Spaccio Partigiano del Mercato Centrale di San Lorenzo a Firenze. Da loro impararono l’ abc dello  stare al banco, dall’incartare i prodotti al taglio dei generi alimentari, fino alle operazioni di cassa e tutto il resto. Oggi la cooperativa è una realtà importante nel comune di Vaglia, con quattro dipendenti e oltre 350 soci e il 23 giugno scorso c’è stata gran festa per i cinquant’anni della fondazione.

2 settembre 2002

Alle origini del popolo etrusco

di Paolo Maggi
A due passi da Massa Marittima e Gavorrano il Parco Archeologico dell'Accesa mette in mostra il più antico insediamento etrusco fino ad oggi scoperto. 

Uno specchio d’acqua che emana un fascino tutto particolare e intriso di mistero. E’ il lago dell’Accesa immerso nel mare verde della campagna maremmana, dalle cui sponde riecheggia- no antiche leggende popolari che lo fanno nascere dallo sprofondamento di un’ intera aia poderale, tragicamente punita perché in un remoto 26 luglio, giorno dedicato a Sant’Anna e quindi giornata di riposo, osò effettuare la trebbiatura. Da allora, narra una leggenda, dalle acque del lago riemergono, ogni 26 di luglio appunto, i rumori, le grida e le voci di quel tragico evento fatale.
Leggende a parte, di sicuro c’è che nelle vicinanze del lago è esistito il più grande abitato etrusco dell’età arcaica finora scoperto, databile tra la fine del VII secolo e la prima metà del VI secolo a.C. Un villaggio etrusco probabilmente fondato per lo sfruttamento delle vicine miniere che rifornirono, per qualche secolo l’importante città di Vetulonia, da qui la probabile origine anche dei nomi delle località di Accesa, Forni dell’Accesa. Mute ma concrete testimonianze ne sono le pietre, i muretti che rimangono a memoria dei perimetri delle case che hanno ospitato i nostri antenati e poi un’ infinità di reperti rinvenuti nei vari edifici e nelle tombe che sono per lo più vasi di impasto o di bucchero, da cucina o da mensa o dispensa, pesi da rete per la pesca nel lago, attrezzi e utensili per il lavoro di filatura e tessitura, fibbie e bracciali in bronzo, bottoni e mille altre testimonianze che gli scavi archeologici che sin dagli anni ’80 sono stati portati avanti con passione dall’equipe dell’Università fiorentina sotto la direzione scientifica del professor Giovannangelo Camporeale e del dottor Stefano Giuntoli, hanno fatto venire alla luce dal fitto bosco di Macchia del Monte. Un vero e proprio patrimonio storico e culturale oggi custodito in quello scrigno naturale che è il “Parco Archeologico dell’Accesa”.
Un parco, promosso dalla Soprintendenza archeologica della Toscana, dal Comune di Mas- sa Marittima e dall’Unione Europea, che si inserisce nella più vasta realtà del “Parco della Civiltà Etrusca” che si prepone come un’ area di dimensioni provinciali caratterizzata da percorsi tematici legati fra loro e attrezzati con tutti i servizi turistici e culturali. “All’Accesa - scrive Lidia Bai, assessore alla cultura di Massa Marittima nella presentazione della guida dedicata al Parco, curata da Giovannangelo Camporeale e Stefano Giuntoli – si è creato un percorso chiaro e leggibile attraverso il com- plesso archeologico. Le testimonianze culturali sono rese fruibili e comprensibili per il visitatore. I luoghi vengono valorizzati nella loro interezza. ”Tutta l’area intorno al Lago dell’Accesa, situata nel comune di Massa Marittima in quel di Grosseto, è stata oggetto di una intensa attività archeologica già negli anni 1928-’30, poi abbandonata per essere ripresa a cominciare dal 1980. I dati attualmente disponibili consentono di delineare un quadro piuttosto preciso della cultura locale tra il IX e il VI secolo a.C., costituendo un tassello importante nel grande mosaico della civiltà etrusca.
Esteso per circa 30 ettari, l’insediamento etrusco era diviso in 5 quartieri, ognuno con una sua necropoli, legati allo sfrutta- mento dei minerali di cui è ricca la zona.
La Visita
Nelle immediate vicinanze del lago dell’Accesa, il Parco si può raggiungere a piedi o in auto dalla località La Pesta, sulla Strada Provinciale 49. A piedi si cammina per circa 200 metri passando attraverso un ponticello di legno sul fiume Bruna e per- correndo un viale di eucalipti. In automobile si segue la carrareccia che da La Pesta arriva all’area di scavo dopo circa 400 metri.
La visita inizia da quartiere cosiddetto A e prosegue nei quar- tieri B, D e C, seguendo i sentieri indicati da appositi cartelli.
Ciascun quartiere è delimitato da una staccionata, che segna anche il limite dell’area abitativa in antico, ad evitare che il visitatore possa essere portato a pensare che nelle aree intermedie tra un quartiere e l’altro ci siano strutture edilizie non ancora messe in luce. All’ingresso di ciascun quartiere un pannello esplicativo introduce ai principali problemi, topografici, urbanistici, socio-economici, riguardanti le abitazioni. All’ingresso del quartiere A una serie di pannelli illustrano il sito archeologico dell’Accesa in relazione con le vicine miniere metallifere, i suoi rapporti con il grande centro di Vetulonia, la storia degli scavi. Inoltre accanto ad ogni complesso, casa o tomba o impianto metallurgico, un pannello con adeguato apparato grafico e/o fotografico ne chiarisce la lettura e la problematica.
Per informazioni e visite guidate rivolgersi al Museo Archeologico di Massa Marittima, presso il Palazzo del Podestà, tel. 0566 902289 Internet: www.coopcollinemetallifere.it/musei/musei/archeologi- co.html
Il Museo
Il “Parco archeologico dell’Accesa” è strettamente correlato al
museo archeologico di Massa Marittima, ambientato nello
splendido palazzo del Podestà. E’ una vera e propria “casa de- gli etruschi”, ma va subito ag- giunto: non solo! Visto che ospita tra le sue mura, tra tante meraviglie, anche la stupenda “Maestà” di Ambrogio Lorenzetti. La visita al Museo va integrata con quella al Parco Archeologico. L’ideale sarebbe iniziare dal Parco in modo da avere poi un’idea del luogo da dove provengono i reperti esposti.
Il Museo (tel. 0566 902289)è aper- to: da aprile a ottobre 10-12.30 e 15.30-19; da novembre a marzo 10- 12.30 e 15-17; giorno di chiusura il lunedì.
Il Lago
Incorniciato da delicate colline, il Lago dell’Accesa è un lago na- turale alimentato dal torrente Aronne e che ha per emissario il fiume Bruna . Le sue acque so- no limpide e profonde tanto che si è pensato fosse il cratere di un vulcano. Oggi si tende a considerarlo di formazione carsica.

1 settembre 2002

L'Unità toscana torna in edicola



(Pubblicato su Coopinforma di settembre 2002)